Capitolo 6 - L'espresso per Hogwarts

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Marius iniziò ad esplorare l'Espresso per Hogwarts. Sembrava un treno normalissimo, vagoni gemelli con un corridoio stretto sul quale affacciavano scompartimenti da sei posti. Molti di questi però, erano già occupati da altri ragazzi che chiacchieravano tra loro.

«Marius! Vieni che ti ho preso un posto». Dalla porta di uno scompartimento si affacciò Robert Thomas, che aveva conosciuto in stazione. Con un cenno della mano lo stava invitando a sedersi da lui.

Marius entrò nello scompartimento, nel quale non c'erano altri studenti. Sistemò il baule sulla cappelliera, quindi si mise seduto. Aveva le gambe indolenzite, ma se ne accorse solo in quel momento.

«Allora?» chiese Robert. «Come ti senti?»

«Mmm... bene» disse Marius un po' spiazzato da quella domanda.

«Mio padre mi ha parlato di te, e mi ha raccontato che anche lui è cresciuto tra i Babbani. In realtà finiti gli studi ha scoperto che il suo padre legittimo era un mago, ma non lo ha mai conosciuto. Aveva abbandonato la madre prima che lui nascesse, poi ha perso la vita per mano di Lord Voldemort» spiegò Robert. «Immagino sia un bel colpo scoprire improvvisamente di essere magici. A proposito, sai chi è Voldemort?»

Parlava molto rapidamente, sembrava leggermente nervoso. Anche per i maghi il primo giorno a Hogwarts era qualcosa di speciale.

«Sì, me ne ha parlato Seamus. Comunque hai ragione: è davvero un bel colpo scoprire una cosa del genere anzi, non sono sicuro di essermi ancora ripreso» ammise Marius. «Questi ultimi giorni di vacanza ho cercato di informarmi il più possibile sul mondo dei maghi in modo da non essere troppo indietro rispetto a chi già conosce la magia» aggiunse poi, tradendo preoccupazione.

«In realtà nessuno di noi sa niente di magia» lo rassicurò Robert. «Ho avuto la bacchetta magica soltanto due settimane fa, e non conosco comunque incantesimi. Tutti noi del primo anno abbiamo le stesse conoscenze di magia pratica, ovvero zero»

«Davvero!» esclamò il ragazzo, rincuorato.

«C'è una legge del Ministero che ci vieta di avere una bacchetta prima del compimento degli undici anni» spiegò Robert.

«Credo che avrò comunque molto da imparare da te e dagli altri ragazzi cresciuti nel mondo dei maghi. Ho letto dei libri prima di venire qua e, sinceramente troppe cose non sono riuscito a capire».

Mentre chiacchieravano, si udì un fischio dall'esterno, e il treno iniziò a muoversi. Marius e Robert si affacciarono al finestrino per salutare Dean e Seamus, che si trovavano nella banchina sottostante.

«Non vedo l'ora di arrivare» confessò Robert.

«Anche io» gli fece eco Marius.

«In che casa vorresti andare?»

«Sinceramente non lo so» rispose Marius. «Da quel che ho letto su Storia di Hogwarts, Grifondoro è la casa più rinomata, ma bene o male tutte hanno qualcosa di positivo, no?»

«Già» confermò Robert. «Mio padre e Seamus erano nei Grifondoro, mentre mia madre era una Tassorosso».

«Quindi tu dovresti capitare in una delle due...»

«Non è detto» lo corresse Robert. «Ho sentito di un sacco di ragazzi che finivano in case diverse da quelle dei propri genitori».

Dopo due ore di viaggio, sul corridoio del vagone si iniziò a sentire un vociare di ragazzi che, stanchi di rimanere seduti sempre allo stesso posto, avevano deciso di andarsi a fare una passeggiata, alla ricerca di altri compagni che non avevano visto. Marius e Robert, intanto, stavano continuando a parlare: avevano tanto da raccontarsi.

Marius Grebb - La scoperta di un nuovo mondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora