Capitolo 1 - Buon compleanno Klare

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 Era un giorno importante per Klare Grebb: era il suo quindicesimo compleanno e la sua famiglia era al lavoro per preparare una grande festa. Tra parenti e amici erano attese più di venti persone e, in casa, erano tutti chiamati a collaborare. Essendo la festeggiata, Klare era dispensata da alcuni incarichi per godersi al meglio la giornata, mentre suo fratello minore, Marius, era stato coinvolto nei lavori domestici sin dal mattino. Gli era stata concessa una mezz'ora per la pausa pranzo, ma il resto del tempo non si era mai fermato. In quel momento era intento a spolverare il grande mobile in salotto, compito tutt'altro che semplice trovandosi costretto ad arrampicarsi ai piani alti.

Aveva da poco compiuto undici anni e non aveva più la scusa dell'età per salvarsi dalle faccende di casa. Terminata la pulizia dello scaffale, Marius si passò un fazzoletto sulla fronte per asciugarsi. Luglio era appena iniziato e faceva piuttosto caldo. In realtà l'estate fino ad allora era stata caratterizzata dal maltempo, ma quel giorno il cielo sopra Rednal era limpido. L'odore dell'erba ancora umida invitava a uscire, andare in qualche parco con gli amici per tirare due calci al pallone. La tentazione era forte, ma voleva molto bene a Klare e, seppur con qualche lamentela, gli faceva piacere aiutare per la preparazione della festa.

Si passò la mano tra i capelli biondi: erano lunghi, forse troppo, visto il periodo dell'anno. Sembrava essere arrivato il momento di andare dal barbiere, per la gioia di sua nonna che non perdeva occasione di criticare la sua pettinatura.

Guardò il pendolo vicino alla finestra e vide che erano le quattro. Ormai il grosso era stato completato e, in cuor suo, Marius sperava di ricevere il via libera dai suoi genitori. Magari era ancora in tempo per raggiungere gli amici.

«Marius, vieni in cucina?» La voce di sua madre, Diana, lo richiamò improvvisamente alla realtà.

«Arrivo» replicò sconsolato.

«Ho dimenticato di comprare i tovaglioli, puoi andare tu? I soldi prendili nel portafoglio che ho lasciato all'ingresso» disse mamma Diana. Lei e suo figlio si somigliavano molto: avevano gli stessi capelli biondo scuro e il viso un po' allungato. In molti sostenevano che se Marius fosse stato femmina, sarebbe stato la copia della madre. L'unica differenza sostanziale riguardava l'altezza: Diana superava di poco il metro e sessanta, mentre lui andava ben oltre la media dei suoi coetanei, come suo padre Maurice, soprannominato dagli amici 'Il Gigante'.

Marius indossò le scarpe da ginnastica e si diresse verso il supermercato. Rednal, la sua città natale, era piuttosto piccola e ci si poteva spostare tranquillamente a piedi o in bicicletta. Iniziò a camminare pensando alla festa imminente: non vedeva l'ora di gustare i piatti che aveva preparato sua madre. Entrando in cucina aveva avuto un'anticipazione del menù e, al solo pensiero, gli veniva l'acquolina in bocca. Era contento anche di trascorrere del tempo con i suoi familiari, eccezion fatta forse di suo cugino Jack. Tra i due non correva buon sangue: sin dall'infanzia si trovavano spesso a litigare, con Marius che cadeva nelle sue provocazioni; questo gli era costato numerosi rimproveri dai genitori.

Viceversa, era molto contento di poter incontrare Seamus, il cugino di sua madre. Era più grande di lui, ma nel corso del tempo avevano costruito un ottimo rapporto. Tutto era iniziato tre anni addietro...

«Non sei bravo a giocare a pallone, non voglio stare in squadra con te!»

«Ma chi ti credi di essere, siamo a casa mia e decido io le squadre».

«E allora non gioco».

«Jack, se manchi tu siamo dispari».

«Non mi interessa. Devo finire la mia partita al Nintendo, con voi non ci gioco».

Marius Grebb - La scoperta di un nuovo mondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora