Capitolo 3 - La prima volta in mezzo ai maghi

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 Marius si trovava sul sedile dell'utilitaria di sua madre. Guardava l'autostrada scorrere dal finestrino, perso nei suoi pensieri. Diana, alla guida, non proferiva parola, mentre Seamus al suo fianco si era leggermente assopito: quel mattino erano partiti piuttosto presto per andare a Londra, dove avrebbero potuto acquistare il materiale per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Non era più nella pelle: malgrado una piccola parte di lui temesse ancora di essere vittima di uno scherzo, voleva arrivare al più presto alla meta. Certo, dopo quel che aveva visto il giorno precedente, si sarebbe dovuto solamente complimentare con i suoi familiari: sembrava tutto troppo reale per essere una finzione e, da quanto sapeva, i suoi genitori non avevano trascorsi da attori.

Seamus parlava da cinque minuti e nessuno sembrava avere la forza di fermarlo. Quando terminò, in cucina era calato un silenzio glaciale. Marius poteva sentire i battiti accelerati del proprio cuore, mentre sperava di cogliere un segnale da parte dei suoi genitori, che guardavano il cugino come se fosse un estraneo.

«Bello scherzo» fu Klare a rompere il silenzio. Sembrava scettica, ma dai suoi occhi verdi traspariva tensione, non era così convinta che fosse una montatura. «Davvero Seamus, hai fatto un ottimo lavoro. La lettera, la scuola, le magie... Non sento a credere che mio fratello ti abbia creduto».

Marius soffocò uno sbadiglio. Per quel giorno aveva messo la sveglia alle sette, ma i suoi occhi si erano spalancati alle cinque e mezza. Fuori era ancora buio, perciò era rimasto a rigirarsi nel letto, ripensando agli avvenimenti del giorno precedente. Immagini che scorrevano come un film: la colazione, l'attesa gita a Lickey Hills, sua mamma Diana che aveva perso il controllo...

«Quindi, tu mi stai dicendo che mio figlio il primo settembre andrà in una scuola non-si-sa-bene-dove, a studiare magia assieme ai suoi 'simili'. Lo vedremo solamente in estate e nel corso delle vacanze di Natale, raccontando agli altri che è andato a studiare all'estero... proporrei New York, che ne dici, cuginetto?»

«Ottima idea, Diana» replicò Seamus sorridente. «Effettivamente non sono mai stato a New York, ma è una città che mi ha sempre affascinato»

«Ma chi credi di prendere in giro?»

Improvvisamente, Diana prese la sua tazza per la colazione, per fortuna vuota, e la scagliò contro il cugino il quale, preso alla sprovvista, venne colpito all'altezza del sopracciglio.

«Mio... figlio... non... è... un... mago» urlò la madre. Scandiva le parole in maniera meccanica, sembrava fuori di sé. Marius l'aveva vista raramente in quello stato: ricordava una volta che aveva discusso con papà Maurice per qualche motivo a lui ignoto; urlava, sì, ma in quel momento era totalmente priva di controllo.

L'utilitaria lasciò l'autostrada seguendo le indicazioni per Londra. Marius sentì la voce del tom-tom dire che tra meno di quindici chilometri sarebbero arrivati a destinazione. Il suo cuore batteva all'impazzata: erano prossimi alla meta e, a breve, avrebbe mosso i primi passi nel mondo magico.

«Sei sicuro che troveremo parcheggio?» chiese mamma Diana.

«Certo!» esclamò Seamus allegro «Quando qualcuno di noi arriva con la macchina, parcheggia sempre a Shelton Street per andare a Diagon Alley».

«Quindi anche voi sapete guidare. Scommetto che non abbiate problemi di traffico, bastano un paio di magie...»

«Fosse così facile... » borbottò il cugino. «Comunque sì, molti di noi usano la macchina. Ci sono tanti maghi appassionati di manufatti di voi Babbani»

Marius Grebb - La scoperta di un nuovo mondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora