Capitolo 15 - Un favore da amico

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Giorno dopo giorno i ritmi scolastici si fecero incalzanti: le lezioni erano sempre più impegnative, con gli insegnanti che marciavano a passo spedito con il programma. Non era affatto semplice: gli studenti del primo anno di Grifondoro si trovavano spesso a dover studiare fino a ora tarda per cercare di non restare indietro. Per Marius le cose andavano bene, stava raccogliendo buoni risultati e a fine settembre fu invitato a partecipare alla prima lezione ristretta di Quidditch. 

Era un sabato piuttosto freddo, ma non pioveva e questo sembrava un bene. Marius camminava verso il campo di Quidditch accompagnato da Matt che, naturalmente, era stato coinvolto nelle lezioni: da un lato non vedeva l'ora di provare a giocare quello sport di cui aveva sentito molto parlare, ma dall'altro temeva di fare una figuraccia di fronte agli altri ragazzi. I due viaggiavano a passo spedito, poiché si erano attardati a causa di un problema che aveva avuto Marius con i vestiti. Alle lezioni di volo indossavano l'uniforme della scuola, ma il ragazzo pensava che dovendo andare a fare sport, si sarebbe dovuto vestire più comodamente e aveva indossato un vecchio tutone grigio che gli aveva regalato suo zio Andy. Quando Matt lo vide scoppiò a ridere a crepapelle. Passarono diversi minuti prima che riuscisse a spiegare a uno stizzito Marius che per il Quidditch non era necessario indossare le tute e che, probabilmente, gli avrebbero fornito delle divise apposite.

Arrivati al campo videro che c'erano tre ragazzi ed una ragazza ad attendere. Marius li conosceva tutti di vista dato che erano del suo anno, ma non ricordava i loro nomi. Sapeva solo che uno era di Serpeverde, due di Corvonero, tra i quali vi era l'unica femmina, e l'altro di Tassorosso. Dopo essersi scambiati un rapido cenno di saluto, i sei ragazzi rimasero in attesa di Madama Johnson, tradendo una certa eccitazione. Marius era immerso nella contemplazione del campo di gioco: il prato era curato come quello di un campo di calcio, ma invece delle porte ai due opposti del campo vi erano tre anelli tenuti in aria da lunghi bastoni piantati nel terreno. Quella forse era l'unica grande differenza rispetto agli stadi. Le gradinate erano ordinarie eccezion fatta per i sedili che si sviluppavano in altezza, perchè il gioco si concentrava interamente per aria. Vicino all'ingresso per il quale erano appena passati c'erano delle porte che probabilmente conducevano agli spogliatoi, ma erano tutte chiuse.

- Chissà con cosa ci faranno volare - disse ad un tratto uno dei Corvonero rompendo il silenzio.

- Mio padre mi ha detto che solitamente ad Hogwarts danno agli studenti delle scope scadenti - rispose il ragazzo di Tassorosso senza nascondere una certa delusione nel tono della voce.

- E' vero - convenne Matt- anche mio padre me lo ha detto. Non credo però che ci facciano volare con le scope che abbiamo usato a lezione. Con velocità e altezza controllate non potremmo far nulla.

- L'importante comunque è che possiamo giocare - disse saggiamente il Corvonero.

- Probabilmente tuo padre non sa che le cose sono cambiate dai suoi tempi mio caro Baston - disse una voce alle loro spalle, che scoprirono appartenere a Madama Johnson.

L'insegnante si stava dirigendo rapidamente verso di loro, trasportando una grande cassa di legno.

- Dai ragazzi, cerchiamo di far presto - li incitò quando li raggiunse - andate tutti in quel magazzino a prendere una scopa e una divisa che vi sta bene e cambiatevi. Non abbiamo tutta la serata.

Mentre parlava spalancò una porta in legno di una struttura a bordo campo con un colpo di bacchetta. I sei studenti vi si avvicinarono a passo spedito. Entrarono in una piccola stanza, che a Marius ricordò lo sgabuzzino del bidello della sua scuola elementare. All'interno vi erano più di un centinaio di scope: da un lato i vecchi modelli che avevano usato per le lezioni di volo, mentre dall'altro ve ne erano delle altre che sembravano di qualità nettamente superiore.

Marius Grebb - La scoperta di un nuovo mondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora