Il primo giorno di novembre era mite, né vento né freddo turbavano la quiete che c’era nell’aria. I tre Campioni stavano lì, fuori, ad aspettare ansiosamente l’arrivo dei propri genitori. O meglio, c’era chi ne era entusiasta e chi no: Damien e Ivan erano quasi già amici, avevano parlato per tutta la mattinata e ora discutevano animatamente sulle loro famiglie; Amanda, invece, li guardava poco distante, a cavalcioni sul muretto del porticato. Si chiedeva come mai non ci fosse un minimo di competizione fra loro, le sembrava di essere l’unica ad aver preso sul serio il torneo.
“Mio padre ha avuto una bella esperienza qui a Hogwarts, per questo ero davvero felice che il torneo si svolgesse qui” raccontava il bulgaro “mia madre invece studiava qui, sai, è inglese.”
“Bilingue eh? Parbleu! Sei davvero tonto fortunato, io solamonte parlo français”.
Amanda non riuscì a trattenersi da una risatina sommessa ascoltando quel terribile accento francese, ma quando i due si girarono verso di lei, si fece nuovamente seria ed annoiata, e i ragazzi si convinsero che sicuramente non stava prestando loro attenzione.
“Dites-moi, ne sai qualcosa di quella ragazza? Ieri sembrava tonto sicura di loi”.
Ivan sbuffò.
“Non ti preoccupare, Damien, sono certo che non ci darà alcun fastidio…insomma, è una femmina! Al torneo di mio padre c’era una sola ragazza e indovina? È arrivata ultima ritirandosi due prove su tre. Amico, non ha speranza”.
A quel punto la ragazza in questione si alzò determinata a distruggere quei due bellimbusti quando vide le cinque persone al di fuori del cancello. Decise così che per questa volta sarebbe stata più matura: non li avrebbe attaccati a parole, nemmeno alle loro spalle, avrebbe mostrato il suo valore direttamente sul campo del torneo. Passò loro davanti con nonchalance sfoggiando il suo miglior sorriso e si diresse verso la madre. Anche le altre due copie di genitori vennero raggiunte dai figli: i primi erano due signori eleganti, distinti e altezzosi, che si complimentarono con Damien senza scomporsi; poi c’era Viktor Krum, padre di Ivan, accompagnato da un’eccentrica signora: avanzava sul terreno sconnesso del cortile con un tacco 12, vestiva un tubino nero, calze retate sotto e cappottino grigio fumo sopra, portava una borsa nera di pelle appesa al braccio sinistro, orecchini e cintura d’oro e degli enormi occhiali da sole. Viktor camminava a testa alta, con il volto burbero; quando fu davanti al figlio gli diede solamente una pacca sulla spalla, senza pronunciare nemmeno una parola. La madre invece sembrava essere l’opposto; dopo essersi fermata, alzò gli occhiali e li appoggiò tra i mossi capelli neri: era truccata in modo ancora più audace di quanto fosse vestita. La bocca rossa e luccicante si aprì in un largo, inquietante sorriso.
“Iv, mio caro, sapevo che ce l’avresti fatta! Nessuno può battere il mio ragazzo”.
Con quella sua voce stridula, sembrava più un urlo straziante che un complimento carino. Ma in effetti, quello che stava dicendo non aveva nulla di carino.
“Gli altri non avranno alcuna speranza, il mio Ivan è il mago migliore al mondo” continuava, guardando il figlio dritto negli occhi ma chiaramente sperando che tutti i presenti fossero in ascolto.
Il ragazzo sembrava essere un po’ a disagio e le sorrideva poco convinto, ma nonostante ciò disse: “Grazie mamma, non ti deluderò. Venite, vi porto dentro.”
“Oh sì, vediamo se questo castello è ancora la stessa scadente scuola che ho frequentato” fece la madre con disprezzo, e i tre entrarono, seguiti dalla famigliola francese, da Amanda e Ninfadora, che si guardavano sghignazzando e scuotendo la testa, divertite da quella strana donna.
Non appena furono entrate, si imbatterono subito in Remus e Harry, che le stavano aspettando tranquillamente prima di incontrare colei che avevano visto pochi secondi prima.
“Ciao Remus” lo salutò amorevolmente la moglie aspettandosi una reazione ben diversa da quella che ebbe.
“Hei” disse lui quasi senza nemmeno girarsi verso di lei.
“Scusami?!”
Quel tono di voce cambiato improvvisamente e l’espressione accigliata ed arrabbiata fecero trasparire tutta la somiglianza di Ninfadora con la figlia, che era davvero molta osservandole accuratamente. Il marito sorrise.
“Scusami tesoro, ben arrivata” rimediò baciandola in maniera molto dolce “stavamo solamente parlando della madre di Ivan, il ragazzo bulgaro”
“L’avete vista anche voi? Secondo me è davvero una vipera” si intromise Amanda.
“Già, in fondo lo è sempre stata” disse Harry.
“La conosci?”
“Purtroppo. Era una mia compagna di scuola, Prefetta addirittura”
“Una Grifondoro?” tentò Amanda speranzosa.
“No, Serpeverde. Era anche la fidanzata di Malfoy, se non ricordo male. Parkinson, Pansy Parkinson. Una vera arpia”
“E anche una maga scadente, mi sembra” puntualizzò il professore “mi chiedo come li abbia guadagnati tutti quei soldi”
“E te lo chiedi anche? Chiaramente sono di Krum!” esclamò la figlia disgustata “la vera domanda è come ha fatto lui a sposare una come lei…”
Remus sorrise.
“In effetti proprio non lo so”.
“Quando sarà la prima prova?” chiese Ninfadora visibilmente intenzionata a cambiare argomento.
“Tra due settimane. Amanda non vede l’ora, dico bene?” disse Harry amichevole.
“Proprio così” rispose lei, e probabilmente per la prima volta lo guardò senza odio né invidia, sorridendo lievemente.~~~
Ciao a tutti!!!
Pian piano la storia continua...curiosi? Comunque, come sta andando la vostra quarantena? Spero che stiate tutti bene💓 alla prossima!
STAI LEGGENDO
Il Torneo Tremaghi
FanfictionChi sarà il nuovo campione? Sequel di "La Maledizione Dell'Erede"