Capitolo 23

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Al termine della Terza Prova si era scatenato l’inferno: tutti gli spettatori avevano abbandonato i loro posti ed erano scesi in mezzo al campo, chi a protestare chi a festeggiare. I professori stavano cercando Ivan tra la folla ma era sparito, così come sua madre; Amanda si era finalmente ricongiunta con la famiglia e gli amici tra urla, pianti e abbracci.
“Tesoro, è stato orribile” singhiozzò Ninfadora.
“Ho appena raggiunto uno dei più grandi traguardi della mia vita ed è così che la pensi?!” tentò di sdrammatizzare lei, ma fa subito zittita dalle braccia del padre che la strinsero forte ancora una volta.
“Non provare mai più a fare una cosa del genere” la rimproverò.
“Giusto per sapere, c’è qualcuno qui che è felice per me?”
Tutti si abbandonarono ad una breve risata liberatoria: era tutto finito, o almeno così credevano. Amanda si avvicinò lentamente ad Albus, il quale la osservava poco distante con occhi lucidi e arrossati.
“Lacrime per me?”
“Può darsi”
Lei gli porse la Coppa.
“Prendila, è per te. Per il momento, s’intende” aggiunse ammiccando “devo andare”
“Cosa?! Dove?” chiesero all’unisono Astoria, Andromeda e Ninfadora.
“A prendere Ivan, naturalmente. Dovrei forse lasciarlo scappare?”
Detto questo corse via, impugnando la bacchetta. Astoria, Rose, James e Scorpius la seguirono istantaneamente, mentre Albus rimase fermo, immobile, con lo sguardo in basso verso il trofeo luccicante che teneva fra le mani.
“Dovremmo seguirla anche noi” propose Ted, il fratello di Amanda, e il padre annuì; Albus però li interruppe subito.
“Sa cavarsela da sola” sussurrò sorridendo debolmente.
“Albus, tutto bene?” domandò Ninfadora notando che era più scosso di lei e di tutti i presenti.
“Sì sì, davvero” finse lui.
Nonostante Amanda avesse vinto, nonostante gli avesse consegnato la Coppa, nonostante la sua storia con Ivan non fosse mai stata una cosa seria, Albus era triste. Era certo che tra lui e la ragazza che aveva amato fin dal primo momento non ci fosse più nulla; lei avrebbe terminato il suo ultimo anno ad Hogwarts, sarebbe diventata famosa in tutto il mondo magico grazie alla sua vittoria e alle sue invidiabili abilità in pozioni, sarebbe andata lontano e senza di lui. Lo sapeva. A distoglierlo dai questi pensieri ci pensò Remus, che insisteva per trovare Ivan assieme ad Amanda e punirlo per il suo comportamento scorretto. Il professore, infatti, non era a conoscenza di ciò che il Campione bulgaro aveva già compiuto prima di quel giorno.
“Amanda deve parlare con lui da sola” disse Albus sperando di convincerlo e sviare ogni tipo di domanda, ma non fu così.
“Parlare? Ha appena tentato di ucciderla!” sbottò lui “Perché ne sei convinto? C’è qualcosa che dovremmo sapere?”
Il giovane non era mai stato capace di mentire, e difatti la sua espressione lo tradì.
“Albus, diccelo”
Fu costretto a raccontare tutto, dalla pozione paralizzante di Ivan all’irruzione di James nell’ufficio di Gazza, avvenimento che in un momento diverso avrebbe destato scandalo ma che in quelle circostanze era del tutto insignificante. La famiglia di Amanda era incredula, fuori di sé.
“Fammi capire bene, stai cercando di dirmi...” ricapitolò Remus alzando ancora di più il tono di voce dall’esasperazione “...che voi sapevate che uno studente aveva paralizzato mia figlia e non mi avete detto niente?”
Scattò verso di lui e lo scosse tenendolo per le spalle, e Albus per un attimo credette che un pugno in faccia non glielo avrebbe levato nessuno.
“Sì, è vero ma una volta sveglia è stata Amanda a non volervi avvertire” tentò di difendersi “giuro che noi le abbiamo detto che era una prossima idea…”
“Come avete potuto?! Avremmo dovuto squalificare subito quel maniaco e cacciarlo dal castello!”
“Esatto, per questo non ve l’ha detto: lei voleva vincere il Torneo sconfiggendo il suo avversario sul campo non facendolo squalificare”
“Sconfiggere il suo avversario? Cosa pensavate che fosse? Un gioco? Poteva perdere la vita”
Ninfadora accarezzò la mano del marito per indurlo a smettere di urlare; era sconvolta quanto lui ma non perdeva mai la lucidità, cosa che Remus non riusciva ad evitare quando la rabbia e il terrore prendevano il sopravvento.
“Non serve a nulla prendersela con Albus, e nemmeno con nessun altro. Cerchiamola subito, d’accordo?”
Lui annuì e respirò profondamente. Si scusò con il ragazzo, poi aggiornò tutti i professori sull’accaduto e insieme a Harry e Ninfadora si mise sulle tracce di Amanda, la quale però aveva già raggiunto Ivan e la madre mentre tentavano di fuggire dal castello.
“Fermi dove siete!” gridò puntando la bacchetta su di loro.
I suoi amici fecero lo stesso.
“Stupida ragazza,” esclamò Pansy con un ghigno “non hai alcuna prova contro di noi, nessuna! Lui potrà anche essere punito per averti attaccato durante l’ultima Prova, ma voi non potrete mai provare che ti ha tenuta paralizzata per mesi”
“Loro no, ma io sì” affermò una profonda voce alle sue spalle.
Viktor Krum avanzò lentamente verso la moglie mostrandole il piccolo registratore babbano che teneva tra le dita. Lei lo fissava sbalordita.
“Sapevo che architettavi qualcosa, e quando ho scoperto ciò che era successo alla ragazza ho subito sospettato di te. Ma non avevo prove, così oggi mi sono attrezzato per recuperarle. Ero certo che saresti stata abbastanza idiota da urlare il tuo piano ai quattro venti ed è ciò che hai fatto, per l’appunto. Perciò ci vediamo al Ministero, e non solo per questo: se non l'avessi già capito, voglio il divorzio”
Pansy lo squadrò disgustata e parve morire dalla voglia di insultarlo, ma non riuscì a proferire parola. Girò sui tacchi ed oltrepassò il cancello principale, ma dato che nessuno la seguì si voltò nuovamente.
“Ivan, vieni” ordinò.
Lui però guardava il padre, supplichevole.
“L’ho fatto solo per te, per vincere il Torneo in cui tu non eri riuscito a trionfare” lo pregò.
Viktor rimase immobile, non contrasse nemmeno un muscolo.
“La sola maledizione Imperius scagliata su di te potrebbe essere una giustificazione, ma tua madre non ne è in grado. E non perché le importi di te, semplicemente perché non è una strega sufficentemente dotata. Devi prenderti la responsabilità delle tue azioni, dopodiché se vorrai potrai venire con me”
Ivan, profondamente deluso, non rispose e seguì la madre fuori dal castello; infine si smaterializzarono.
Amanda ringraziò di cuore Krum, e Astoria non poté fare a meno di chiedergli un autografo; quando tutti, insegnanti e presidi, li raggiunsero fu lui a raccontare com'era andata, sicuro che la ragazza avesse voglia solo di lasciarsi quella storia alle spalle. Non era così, ma Amanda fu ugualmente soddisfatta: abbracciò i suoi amici, felice non per la sua vittoria personale ma per il trionfo della giustizia.

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Penultimo capitolo: ☑️
So di avervi fatto aspettare più del solito e vi chiedo scusa, ma spero davvero che il risultato vi piaccia. L'ultimo capitolo arriverà a breve...promesso!💖
E, per tutti gli #Amandus shippers: sì, l'ultimo sarà quello buono🤭😉

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