Capitolo 14

264 19 12
                                    

Il giorno della Seconda Prova faceva ancora molto freddo, ma la neve ormai non ricopriva più castello e dintorni. Gli spalti erano stati spostati in cortile, rivolti verso l'ingresso principale della scuola, mentre la tenda dei Campioni non c'era dato che si erano tutti riuniti in Sala Grande. Dopo le solite raccomandazioni, genitori, presidi e Campioni uscirono all'esterno, accolti dai boati del pubblico. Tra questi però non c'erano più quelli di Albus e Astoria, e si udiva la loro mancanza.
"Potresti almeno fingere un po' più di felicità" disse Scorpius al suo amico con tono di rimprovero.
"Già, in fondo è sempre la campionessa di Hogwarts" aggiunse Rose, che stavolta era seduta con loro.
"Non credo di voler più tifare per lei, sai? E nemmeno per quell'idiota di Durmstrang chiaramente. Il problema è che mi rimane quel mollaccione del francese: è chiaro che non vincerà mai"
I tre risero assieme, poi però Scorpius si accorse dell'assenza di qualcuno.
"Ma dov'è Astoria? Non ditemi che si è addirittura rifiutata di venire"
"Così sembra..." disse Albus.
"Dai, Scorpius, non ti preoccupare" lo tranquillizzò Rose prendendogli la mano "Vedrai che le cose si sistemeranno".
Da tutt'altra parte, tra gli studenti bulgari, due ragazzi confabulavano a bassa voce.
"Ma come facciamo ad ostacolarla se non sappiamo da dove arriverà?" chiese Fred.
"Dobbiamo stare pronti: non appena la vediamo facciamo un piccolo incantesimo, senza bacchetta così non ci scopriranno" disse James.
"Troppo tardi" si intromise una voce alle loro spalle.
"Papà?!"
"So che avevate messo voi la polvere Buiopesto al traguardo l'altra volta" disse Harry "e non ho detto nulla per non recarvi ancora dei guai, visto che ne avete già abbastanza. Ma oggi non farete nulla, chiaro?"
"Chiaro" mentì il figlio.
"Forza, venite con me"
"Cosa? Perché?"
"Perché so che altrimenti agirete lo stesso. Quindi seguitemi nella tribuna d'onore, in questo modo vi terrò d'occhio"
"Ma..."
"Niente ma. E non credere che la cosa finisca qui: anche se la McGrannit non lo saprà, ne pagherete le conseguenze. Andiamo" concluse deciso, avviandosi verso gli altri professori seguito dai due ragazzi.
I Campioni erano davanti agli spalti, al punto di partenza. Ivan guardò Amanda.
"Sei tesa?" sussurrò.
"Non sai quanto"
"Non pensarci, vedrai che andrà tutto per il meglio. Va' in aula di pozioni, e non guardarti indietro!" scherzò.
Lei annuì e gli diede un fugace abbraccio.
"Benvenuti alla Seconda Prova del Torneo Tremaghi!" annunciò la preside di Hogwarts "I Campioni oggi dovranno affrontare una nuova sfida: durante la scorsa Prova hanno ascoltato le profezie che la professoressa Cooman aveva fatto per loro, e queste contengono tutto il necessario per portare a termine la Prova odierna; ovviamente, solo se le profezie sono state interpretate nel modo corretto. Perciò quando inizierà la gara, ogni campione saprà dove deve andare. Quando sentirete il colp..."
Per la seconda volta Mastro Gazza non fu capace di azionare il cannone al momento giusto, e la McGrannit dovette rassegnarsi.
"Che la Prova abbia inizio".
I tre Campioni cominciarono subito a correre, ma stavolta in tre direzioni diverse: Ivan verso la foresta, Damien verso il lago mentre Amanda dentro il castello. Quest'ultima per poco non inciampò scendendo le scale a velocità folle per recarsi nei sotterranei, dove trovò la porta dell'aula di pozioni sigillata.
"Alohomora"
La serratura si aprì e lei entrò titubante, poiché non sapeva cos'avrebbe trovato. Ma lo scoprì subito: davanti alla cattedra c'era una statua che raffigurava una ragazza. Più lei si avvicinava, più capiva che si trattava di qualcos'altro. Quella ragazza era Astoria, pietrificata. Amanda non pensò nemmeno per un istante ai litigi e alle controversie che avevano avuto recentemente, si fiondò immediatamente alla ricerca degli ingredienti per preparare la pozione di mandragola. Mentre mescolava il tutto nel calderone, si soffermò ad osservare l'amica e affiorò alla sua mente un vecchio ricordo.

Una giovane Amanda undicenne entrò nell'aula di pozioni e cercò un posto libero con lo sguardo. Lo trovò vicino ad Astoria, sua cugina di secondo grado che praticamente non conosceva se non di vista. Si sedette senza chiederle il permesso, e lei la guardò con leggero disprezzo.
"Benvenuti alla vostra prima lezione di pozioni, miei cari" disse il professor Lumacorno "oggi prepareremo una pozione semplice e propedeutica. Siete pronti? Andate a pagina 9"
Mentre tutti cominciavano a sfogliare il libro, Amanda non lo tirò nemmeno fuori dalla borsa; si guardava intorno, attratta da tutti i bizzarri ingredienti di ogni tipo che c'erano sulle mensole. Poi iniziò a preparare la pozione, senza consultare niente e nessuno. A metà lezione era già quasi alla fine, così guardò a che punto erano i compagni: tutti un disastro. Astoria, di fianco a lei, stava per gettare nel calderone cinque piccole foglie.
"Ne bastano tre, non metterne cinque" le disse Amanda.
"Sul libro c'è scritto cinque" ribatté Astoria.
"Il libro sbaglia. Guarda Thomas, lui ne ha messe cinque" puntualizzò lei indicando un ragazzo la cui pozione era appena esplosa.
"Ne sei certa?"
"Fidati di me"
Astoria mise solo tre foglie e la pozione diventò del colore giusto; aggiunse gli ultimi ingredienti e la terminò.
"Per la barba di Merlino!" esclamò Lumacorno "Cosa vedono i miei occhi: due pozioni finite...perfette! Congratulazioni, ragazze. Avrete un grande futuro nella mia classe"
Amanda e Astoria si guardarono e si scambiarono il loro primo sorriso.

Amanda finalmente capì cosa voleva dire la profezia: ciò che era iniziato in quell'aula era la loro amicizia, la virtù più grande che ora le mancava. Versò l'intruglio pronto in un bicchiere ed estrasse la bacchetta; la puntò verso la bocca di Astoria, che si aprì leggermente. Riuscì a farle bere buona parte della pozione e poi si fermò davanti a lei, ammirando l'effetto sperato: Astoria cominciò a risvegliarsi e muovere qualche muscolo. Amanda non poteva essere più felice in quel momento, ma si ricordò dell'ultima parte della profezia: non davanti a te dovrai guardare. Non era possibile che fosse un trabocchetto, pensò, doveva girarsi immediatamente. Ma era già troppo tardi: un lampo di luce verde la colpì alla schiena e lei cadde a terra priva di sensi.

~~~
Non dite che non vi avevo avvertito...! Comunque non ho nulla da aggiungere, vi lascio col fiato sospeso😉 Chiaramente se avete qualche domanda o perplessità non esitate ❤️
Grazie e a presto!

Il Torneo TremaghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora