Immediatamente i Campioni si addentrarono correndo nella Foresta, lasciandosi alle spalle le urla dei compagni; fu sufficiente allontanarsi solo di una ventina di metri per non udire più alcuna voce umana ed essere invece circondati completamente dall'inquietante silenzio della selva. Amanda aveva perso anche il contatto visivo con Ivan e Damien, i quali erano subito scomparsi alla sua destra. Aveva smesso di correre, ora avanzava lentamente tra la nebbia che si infittiva sempre di più; teneva la bacchetta alzata, pronta davanti a sé, si guardava attorno freneticamente e cresceva l'affanno nel suo respiro. Tutt'a un tratto sentì un fruscio sospetto: sussultò, si girò di scatto, inciampò contro una radice fuoriuscente dal terreno e cadde, emettendo un urletto imbarazzante che non sapeva essere in grado di produrre. Stupita, si alzò in un baleno e si ripulì la divisa.
"Non sono mai stata una fifona" pensò "inoltre, in questo modo non giungerò da nessuna parte".
Così si fermò e fece un paio di respiri profondi. Alzò nuovamente la bacchetta e continuò il suo cammino a passo svelto e sicuro. Il fruscio, comunque, non era stato frutto della sua immaginazione: infatti, dalla cima di un ramo piombò su di lei un Doxy, che le si aggrappò ai capelli ed iniziò a tentare di morderla. Lei lo afferrò e scaraventò a terra, ma la piccola creatura si levò subito in aria. Volava cambiando repentinamente direzione e di tanto in tanto riprovava a mordere la ragazza; seppur con difficoltà lei lo teneva d'occhio e quando notò che si apprestava a dirigersi dalla parte opposta, rallentando impercettibilmente, ne approfittò: "Esilio!"
Il Doxy si contorse lievemente su sé stesso per poi volare via emettendo un acuto suono stridulo. Questo fu solo il primo ostacolo che incontrò Amanda, seguito da un Berretto rosso, una Chimera, giovani Acromantule ed un paio di Kneazle. Fiera e soddisfatta, era sicura di essere ormai vicina alla profezia quando con un agilissimo balzo apparve davanti a sé una creatura che conosceva fin troppo bene: un Lupo mannaro. Avanzò verso di lei ed ululò forte, mostrandole poi i denti affilati. Amanda rise.
"E' questo il meglio che sai fare?"
Gettò la bacchetta per terra, si mise anche lei a quattro zampe e rispose all'ululato, così potente che il lupo prima indietreggiò mugolando, poi scappò via. La giovane si rialzò voltandosi indietro per ammirare la fuga nella quale aveva indotto l'animale, ma quando si girò cadde nuovamente per lo spavento. Un colossale unicorno bianco dai crini argentei stava ritto di fronte a lei, puntandole addosso quello che era insieme la sua arma e il suo vanto. Amanda si alzò e si allontanò dalla bestia, impaurita, perché mentre gli ostacoli precedenti erano la materia di suo padre a cui tutto sommato lei prestava quasi sempre attenzione, questo non lo era. Gli unicorni venivano studiati a Cura delle Creature magiche, classe che lei aveva frequentato sì e no tre volte l'anno, rifiutandosi di ascoltare il professore che per lei era solamente uno zotico gigante. Non sapendo come affrontarlo stava andando nel panico, ma un piccolo oggetto luccicante che si intravedeva dietro le zampe dell'unicorno la fece subito tornare in sé. Senza pensarci un secondo di più cominciò a correre per aggirare l'animale e afferrare la profezia, ma esso alzò la zampa destra anteriore e piantò il proprio zoccolo nel ventre di Amanda, spingendola a sbattere contro un albero. Lei, dolorante, cercò a fatica di reggersi in piedi e raccolse la sua bacchetta per attaccarlo, ma non le veniva in mente alcun incantesimo adatto. Il comportamento dell'unicorno, però, la fece riflettere: era lì, immobile, non attaccava se non provocato, il suo compito era solo proteggere la profezia. Amanda riuscì così a mettere insieme le poche nozioni acquisite sull'argomento nell'arco dei sette anni ed arrivò a una conclusione. Abbassò lo sguardo e si inginocchiò, rimanendo così per qualche istante, sempre senza guardarlo. E la sua idea funzionò: l'unicorno chinò la testa con un profondo inchino, poi si fece da parte. La ragazza lo superò e prese in mano la piccola sfera di vetro posata sul ceppo; dentro di essa si formò del fumo bianco che prese a volteggiare velocemente e una voce parlò:"Arriverai alla prossima Prova indebolita
Priva della virtù più grande
Nel luogo dove tutto ebbe inizio dovrai andare
Preparare dovrai una delle bevande
Ma non davanti a te dovrai guardare
Per te sarà altrimenti finita"
STAI LEGGENDO
Il Torneo Tremaghi
FanfictionChi sarà il nuovo campione? Sequel di "La Maledizione Dell'Erede"