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«Forse dovresti andare a prendere da mangiare, è da un po'che stiamo parlando e ancora non hai il tuo piatto.» fece notare Jungkook.

«Oh... hai ragione, me ne ero completamente dimenticato».

«Se vuoi ti accompagno a fare la fila.» propose Jungkook. Ma quanto stracazzo era gentile? Forse Yoongi aveva capito perché all'improvviso anche lui fosse diventato più aperto, insomma: come si poteva essere freddi con un ragazzo come lui?
Yoongi acconsentì, e si alzò dal tavolo, per poi notare che Jungkook lo stava guardando sorpreso.

«Che hai da guardare? Lo so che sono basso».

«No, ehm... è soltanto che... sembravi più grande quando eri seduto».

«Ok, ora possiamo andare a fare la fila? Non mi piace parlare di altezza».

Jungkook sorrise divertito e condusse il più basso verso la fila.
«Quanti anni hai, Yoongi?»

«Ventidue, tu?»

«Diciassette... ma... veramente ventidue?»

«Non ricominciare con la storia dell'altezza o ne pagherai le conseguenze».

«No no, non intendevo...»

«Ok, cambiamo argomento... da quanto tempo sei a Eoduun?»

«Uhm... sono due mesi ormai».

«Capisco... e ti va di dirmi il motivo per cui sei qui?» chiese Yoongi. Voleva soltanto parlare, conoscere un po' meglio quel ragazzo che sembrava avere il potere di renderlo più socievole.

«Non ora.» Jungkook si rabbuiò improvvisamente e assunse un'espressione seria «Te lo racconto in un altro momento, in un altro posto. Non qui. Se mi sentono parlare di quello... senti, facciamo per un'altra volta, ok?»
Il ragazzino tornò ad avere un tono più dolce e guardò Yoongi timoroso.

«E tu invece? Perché sei qui?»

«Facciamo che anche io te lo racconto un'altra volta.» rispose Yoongi. Notando che Jungkook ci era rimasto un po' male, aggiunse: «È che ho fatto una cosa peggiore di quanto ti immagini. È meglio discuterne in un altro momento».

Arrivò il turno di Yoongi, che prese una ciotola di minestra per poi tornare ad avviarsi verso il tavolo, che stavolta però era occupato da quattro uomini, probabilmente di età superiore ai due ragazzi.

«Ma guarda un po'... Jungkookie si è trovato un amichetto!»

Jungkook si immobilizzò e rimase a fissare tutti coloro che erano seduti al tavolo.

«Che volete?»
Yoongi si sorprese a sentirlo parlare con quel tono, oltretutto con persone più grandi di lui e anche abbastanza minacciose. Gli era sembrato un ragazzo timido, ma a quanto pareva sapeva essere più forte di quanto si credesse in apparenza.

«Niente di particolare, abbiamo solo visto che eri in compagnia di questo ragazzino, ed eravamo curiosi di conoscerlo.» disse un altro.

Jungkook cominciò ad irritarsi.
«Lasciateci in pace. Credevo che vi foste calmati dopo l'ultima volta».

«Ma noi siamo calmissimi! Vogliamo solo fare conoscenza con il tuo nuovo amico».

Jungkook continuò a guardarli diffidente.
«Allora, come ti chiami piccolino?» chiese uno degli uomini nella parte più in fondo del tavolo, rivolgendosi a Yoongi. Era forse il più magro tra tutti, e aveva una voce leggermente nasale.

«Piccolino lo vai a dire al tuo cane se vuoi».
Già gli stavano sul cazzo.

Tutto il tavolo rise.
«Il gattino tira fuori gli artigli eh? Di' un po', cosa ne pensi di Jungkook?» chiese un altro di loro, con le labbra sottili e la pelle più scura rispetto agli altri. Oltre a lui e all'uomo con la voce nasale c'erano altri due individui praticamente identici, di sicuro erano gemelli.

«Non lo conosco bene, ma se deve sopportare ogni giorno delle teste di cazzo come voi, allora già so che lo dovrebbero fare santo.» rispose Yoongi perdendo la pazienza. Quando lo aveva chiamato "gattino", poi, gli avrebbe spaccato il cranio.

«Bravo! Mi piace chi non ha peli sulla lingua,» continuò lo stesso uomo «però sai, non credo che tu conosca adeguatamente la persona che ti sta accanto...»

«Non cominciare, Dakbwo.» ringhiò Jungkook.

«Eddai, perché devi rovinare sempre tutto tu? Stavamo chiacchierando serenamente».

«Yoongi, non ascoltarlo».

«Ah, ti chiami Yoongi? Che bel nome! Allora Yoongi, Jungkook ti ha detto perché ci troviamo qui?»

«Ora basta, andiamo a cercare un altro tavolo.» Jungkook cominciò a strattonare Yoongi via da quella spiacevole compagnia, ma Dakbwo non accennava a voler smettere di parlare.

«Jungkook ti ha detto che è colpa sua se ci troviamo qui? Ti ha detto che è un lurido codardo del cazzo?» continuò a urlare l'uomo «E tu, Jungkook? Gli hai parlato di Taehyung

Jungkook si fermò di botto e chiuse gli occhi. Era visibilmente nervoso e stava cercando di mantenere la calma.

Tutta la mensa si era ammutolita per assistere alla scena.

«Non credere che se il clima si è leggermente calmato allora ti abbiamo perdonato, eh Jungkook? Io non starei così tranquillo fossi in te.» disse infine Dakbwo, a voce abbastanza alta da farsi sentire da tutti i presenti.

Jungkook sospirò pesantemente e ricominciò a camminare, seguito da Yoongi, che in quel momento si stava facendo mille domande su chi fossero quei tizi e cosa c'entrassero con il passato di Jungkook.

E poi si chiedeva chi fosse quel Taehyung.

Trovarono un tavolo semivuoto, occupato solo da due detenuti che non sembravano particolarmente felici di dover condividere la loro postazione con Jungkook, ma lui se ne fregò altamente e indicò a Yoongi il posto di fronte al suo.

Il più piccolo cominciò a spiegare al nuovo arrivato gli orari della prigione.

«Ora abbiamo un'ora di svago nel cortile, per poi fare tre ore di lavoro e poi un'altra ora e mezza di svago prima di cena. Quindi ora ci manderanno nel cortile e...»
Il ragazzo si interruppe per guardare qualcosa alle spalle di Yoongi. Lui si voltò e vide che due guardie si stavano dirigendo verso il loro tavolo.

«E quelli?» chiese Yoongi.

«Quelli sono gli addetti al reparto di massima sicurezza. Vengono a prendere i carcerati più pericolosi per portarli nelle loro celle subito dopo pranzo. I detenuti del reparto di massima sicurezza non hanno le ore di svago.» rispose Jungkook «Quello che non capisco è perché stanno venendo verso di noi...»
Il ragazzo all'improvviso sbiancò e fissò Yoongi sconcertato. «Aspetta un attimo... non dirmi che tu... sei in quel reparto...»

«E che ne so io? Non ci sto capendo un cazzo di niente qui dentro, figuriamoci se so pure i nomi dei reparti.».

«Lì vengono messi i criminali più pericolosi e gli assassini... tu non sei uno di loro... vero Yoongi?»

Yoongi impallidì e si rese conto che non aver detto a Jungkook il motivo per il quale lui fosse a Eoduun era stata una pessima idea: se glielo avesse riferito prima, avrebbe avuto modo di spiegarsi. Ora il ragazzo avrebbe pensato che lui fosse pericoloso, che fosse un assassino...
E in effetti lui era un assassino.

Il più piccolo sgranò gli occhi quando vide che i due uomini si erano fermati esattamente accanto al suo amico.

«È tempo di tornare in cella, Min.» disse uno di loro con un tono poco amichevole.

Yoongi si alzò, rassegnato, e fece per seguire le guardie.
Guardò un'ultima volta Jungkook, che lo stava guardando sconcertato e impaurito.

«Yoongi...» sussurrò.

Il ragazzo si voltò e gli uomini cominciarono a scortarlo verso la sua cella.

PRISON | Yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora