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«Seokjin, ho bisogno di un... di un parere.» borbottò Yoongi, in imbarazzo. Non ne poteva più della tensione che aleggiava tra lui e Jimin, e ciò che lo infastidiva maggiormente era non capire che cosa volesse da lui il trafficante. Era talmente esasperato che aveva deciso di parlarne con Seokjin; certo, non erano amici particolarmente intimi, ma Yoongi doveva pur condividere la sua frustrazione con qualcuno, e aveva capito che Seokjin era una di quelle persone sveglie che riescono a capirci più degli altri nelle situazioni critiche.

«Certo, però allontaniamoci. Non credo sia una buona idea parlare di Jimin di fronte agli altri.» acconsentì l'uomo tranquillamente. Yoongi annuì e fece per seguirlo, ma realizzò una cosa e si bloccò, incredulo: «Tu... come...»

«Oh, andiamo... non sono cieco, vi ho visti parlare. Più di una volta.» spiegò sorridendo «E non mi ci è voluto molto a capire che il problema fosse lui». Il minore sospirò e riprese a camminare dietro di lui, avendo appena ricevuto l'ennesima conferma di quanto Seokjin fosse più attento di quanto si potesse immaginare.

«Ok, qui può andare.» affermò Seokjin, dopo che i due si furono trovati in un punto isolato del cortile «Cosa ti tormenta così tanto da dover venire a chiedere aiuto a me

«Ecco...» cominciò Yoongi, l'insicurezza che gli si leggeva nel viso pallido e solitamente vuoto «Diciamo che non capisco esattamente cosa voglia da me. Ha iniziato a lamentarsi perché lo ignoravo, e diceva che mentre gli altri lo guardavano sempre io mi facevo gli affari miei. Non ho mai capito realmente perché ce l'avesse con me, ma lui continuava a dirmi che non lo guardavo abbastanza».

Il maggiore aggrottò le sopracciglia e si portò una mano al mento, pensieroso. Yoongi sospirò e riprese a raccontare: «Allora ho cercato di accontentarlo, in modo che non insistesse con questa storia. Ho cominciato a guardarlo a colazione, a pranzo, a cena, nel cortile, in bagno, ovunque potessi farlo. È inquietante, lo so, ma avevo e ho ancora paura di lui, perché sa essere pericoloso quando vuole».

«Ad esempio quando ti ha fatto pestare dai suoi alleati.» lo interruppe Seokjin, ma prima che Yoongi potesse ribattere, aggiunse «Namjoon mi ha detto tutto, e tu sei stato un coglione a non parlarmene. Dai, ora finisci di raccontarmi».

«Dicevo, ho cercato di non ignorarlo mai, in modo da evitare di farlo arrabbiare di nuovo. Eppure, nonostante tutto il tempo perso a fissarlo, continua a tormentarmi dicendo che gli devo portare attenzione.» spiegò Yoongi, massaggiandosi la nuca «Seokjin, io più di così non so che fare...»

«È successo qualcosa di strano fra voi due? Si è mai comportato in modo... ambiguo?» chiese Seokjin, troncando il discorso del minore. Era assurdo come avesse già compreso a grandi linee la situazione.

«Più o meno sempre?» borbottò Yoongi sentendo le guance accaldarsi, anche se il suo colorito rimase bianco come al solito «E beh, non credo che farsi una sega mentre mi stava vicino sia una cosa normale, quindi sì, ci sono stati avvenimenti strani fra noi due».

«Cosa... come scusa!?» esclamò Seokjin spalancando la bocca. «Hai sentito bene. Si è fatto una sega mentre eravamo sotto le docce, e si è accorto benissimo che lo stavo guardando. L'ha fatto apposta.» rispose Yoongi «E non è stato l'unico evento "particolare". E nel frattempo insiste dicendomi che non gli so dare la mia attenzione...»

«Yoongi.» mormorò l'uomo con fare serio «Mi sembra abbastanza scontato cosa voglia...»

«Che cosa? Cosa vuole di preciso?» lo incalzò il minore, impaziente di sapere. Non ne poteva più di quella situazione, e voleva conoscere la risposta a quel dilemma il prima possibile.

PRISON | Yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora