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Quel pomeriggio Yoongi lavorò al fianco di Jungkook per tre ore, fino all'annuncio delle guardie, che iniziavano a portare i detenuti fuori dalla sala.
Yoongi era pronto ad essere scortato verso la sua cella ma, al contrario di come si aspettava, lui e il suo gruppo vennero accompagnati fino ad un piano più alto.

«Dove stiamo andando?» chiese a Jungkook.

«Alle docce. Ce la fanno fare un giorno sì e uno no».

Giusto, Yoongi non aveva pensato alla doccia. Effettivamente, il giorno prima nemmeno gli avevano fatto lavare i denti.
Sperò che le docce fossero separate almeno da una tendina, ma quando entrò notò con grande dispiacere che non era così.

«Ce la dobbiamo fare... tutti insieme?» chiese sconvolto.

Jungkook alzò le spalle e si iniziò a spogliare.

Yoongi era indignato. Non gli era mai piaciuto far vedere il suo corpo, né tantomeno a sconosciuti che solo Dio sapeva cosa avessero fatto prima di finire lì.

Ma non aveva scelta, e anche lui cominciò a togliersi l'uniforme grigia. Una volta che se ne fu liberato fece per seguire Jungkook, ma vide che era scomparso.

Andò letteralmente nel panico.
Si trovava in un bagno, completamente nudo, in mezzo ad altri uomini nudi, era solo e non aveva la minima idea di cosa fare.

Cercò di mantenere la calma, come aveva sempre fatto, e avanzò verso le docce con più disinvoltura possibile.

Sentì una mano sfiorargli la schiena e si voltò accigliato, per trovarsi di fronte ad un uomo di mezza età che lo stava fissando con un sorrisetto.

Yoongi non ci poteva credere.

Fissò disgustato quel porco e aumentò la velocità dei suoi passi per raggiungere le docce.

Erano quasi tutte occupate, e finalmente dopo un po' trovò un posto libero.
Aprì il getto d'acqua e lasciò che essa gli scorresse su tutto il corpo. Era gelida, ma non gli dispiacque poi così tanto, almeno si sarebbe rinfrescato.
Chiuse gli occhi e si rilassò definitivamente.
O meglio, per un attimo.

«Vedo che sei messo bene lì sotto, Yoongi».

Quella voce.

Yoongi aprì gli occhi. Nella doccia alla sua destra c'era proprio lui. Park Jimin. O meglio, Park Jimin nudo.

Lo osservava dai suoi occhi languidi, le labbra piene incurvate in un sorriso e le guance leggermente arrossate.
I capelli corvini erano tirati all'indietro lasciando la fronte scoperta, a causa dell'acqua, e Yoongi non aveva mai visto nessuno che stesse così bene anche con i capelli bagnati.
Il corpo di Jimin era snello ma tonico, e presentava alcune macchie rosse, che di sicuro non erano ferite e nemmeno ematomi.
Il giovane notò di essere squadrato e sorrise malizioso.

«Sono molto interessante?» ridacchiò.

No, era molto fregno.

Per quella volta Yoongi decise di mettere da parte la sincerità.

«No, piuttosto sembri una mucca.» borbottò, riferendosi alle macchie che spiccavano sul collo candido e sul torace scolpito del ragazzo.

Jimin scoppiò a ridere. «Devo ammettere che hai ragione, ma sai, non vanno via così facilmente».
Si avvicinò, fino ad arrivare sotto il getto di Yoongi.

«Tu invece non ne hai neanche uno... se vuoi ci penso io». Jimin iniziò a passare un dito sul petto del ragazzo.

«Quando avrò intenzione di diventare una mucca anche io te lo dirò, grazie».

PRISON | Yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora