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Yoongi alternò lo sguardo dal ragazzo sconosciuto a Jungkook, cercando di capirci qualcosa. «Come, scusa?» chiese confuso, aggrottando le sopracciglia. «Taehyung...» ripeté Jungkook, mantenendo fisso il contatto visivo con il nuovo criminale. Lui aprì la bocca, sul punto di dire qualcosa, ma venne fermato dalle guardie che ripresero a trascinarlo, stavolta verso un piccolo tavolo vuoto nell'angolo della mensa. Lo fecero sedere e, dopo avergli posizionato il pasto di fronte, si sistemarono in piedi attorno a lui, in modo da sorvegliarlo.

«Volete fissarmi per il resto del pranzo?» li provocò Taehyung, a voce abbastanza alta da essere sentito da tutti i presenti «Per quanto andremo avanti così? Fino a quando mi spunteranno in faccia le rughe che avete voi?»

Gli uomini, invece di prenderla male, ridacchiarono divertiti. «Vediamo come ti comporti per adesso, poi penseremo se cambiare le cose.» rispose uno di loro «Ora mangia, che poi si raffredda, e noi non vogliamo stare in piedi due ore a fissare una bimbetta che fa i capricci».

Taehyung sbuffò e cominciò a prendere lente forchettate del suo piatto, rimanendo sempre al centro dell'attenzione. Yoongi si accorse di un movimento in uno dei tavoli, che realizzò essere quello degli "amici" di Jungkook: Dakbwo stava indicando ansiosamente il ragazzo, che i suoi compagni fissavano esterrefatti.

Jimin, dal canto suo, osservava la scena quasi divertito, come se fosse curioso di sapere di più sulla situazione attuale. Era appoggiato allo schienale della sedia, e giocherellava con le posate, mentre un lieve sorrisetto si faceva largo sul suo bel viso.

Il resto del pranzo passò in silenzio, tra deboli mormorii e occhiate fugaci a Taehyung. Jungkook si limitava a guardare il vuoto e, di tanto in tanto, a guardare anche anche l'oggetto di stupore per tutti. Yoongi, come Woohan e Seokjin, non gli aveva rivolto la parola, consapevole della storia che aveva avuto e che comprendeva anche Taehyung, che aveva realizzato essere lo sconosciuto.

Quando i detenuti si radunarono di fronte all'entrata Jungkook, per quanto possibile, si avvicinò al ragazzo e gli fece un debole cenno con la mano, accompagnato da un sorriso accennato. Quando però Taehyung distolse lo sguardo, senza ricambiare il saluto, l'espressione di Jungkook mutò diventando delusa. Poi si unì agli altri, con gli occhi bassi.

A Yoongi dispiacque vederlo in quello stato, sembrava davvero molto offeso, tra l'altro senza un motivo apparente; decise di non intervenire, consapevole di quanto fosse fastidioso ricevere gli sguardi impietositi delle persone in una situazione simile. Però era in qualche modo incuriosito e decise che, dopo aver aspettato un po' di tempo, gli avrebbe chiesto chiarimenti.

Yoongi, mentre aspettava il suo turno, vide che Jimin lo stava sorpassando, rivolgendogli un sorriso beffardo, per poi uscire dalla porta insieme ad altri detenuti.

Anche Yoongi gli sorrise, ma per un motivo ben diverso.

Quel pomeriggio si sarebbe vendicato.


La sala della meccanica si stava svuotando e tutti sembravano avere fretta di uscirne, per sfuggire allo sporco di olio e dal suono fastidioso dei rulli.
Yoongi, invece, aspettava proprio che la folla diminuisse, lasciandolo solo con Jimin. Il ragazzo era girato di schiena, appoggiato ad uno dei macchinari, mentre giocherellava con l'orlo della sua divisa, come se lo stesse aspettando.

Ormai erano rimaste poche persone, ma erano abbastanza perché distraessero le guardie dal notare che in fondo all'ampia stanza c'erano ancora due individui, lontani dagli altri.
Yoongi si avvicinò in silenzio alla figura di Jimin, che sembrava non essersi accorto minimamente di lui; con uno scatto gli afferrò il polso e, prima che potesse realizzare cosa stava succedendo, lo sbatté con decisamente poca delicatezza al muro.

PRISON | Yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora