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Non era possibile che quella sarebbe stata l'ultima cena con Seokjin. E non era possibile che Yoongi stesse, nonostante questo, ancora pensando a Jimin.

Non era possibile che, sotto la camicia del trafficante seduto lì, nel solito tavolo in fondo alla sala, ci fossero tutte quelle ferite. Yoongi lo guardava e ci ripensava. Ripensava anche che forse sarebbe stato meglio non fare quello che aveva fatto.

Jimin non sorrideva come al solito. Sembrava scosso, e il suo amico con i capelli lunghi di tanto in tanto lo guardava e gli passava il braccio attorno alle spalle, con fare incoraggiante. Le punte dei suoi capelli non erano più arancioni.

Jungkook aveva guardato confuso entrambi, probabilmente ancora scioccato dalla scena di quel pomeriggio.

Anche Woohan li aveva guardati, soffermandosi un po' di più su Yoongi.

Gli altri componenti del gruppo non avevano fatto caso a nulla, e parlavano spensieratamente, godendosi gli ultimissimi momenti con Seokjin.

Yoongi non ci riuscì. Non riuscì a rivolgere la parola a nessuno, non riuscì a guardare nessuno, non riuscì a pensare a nessuno.

Quella sera, in mensa, c'erano soltanto lui, Jimin e un'ombra.







«Allora... chi comincia?» chiese Seokjin sorridendo. Si trovavano in una stanza piccola, le guardie disposte negli angoli in attesa che i due si dessero l'ultimo saluto. La stanza in cui si sarebbero dati il loro addio.

«Uhm, fai tu, io non so cosa dire.» borbottò Yoongi, sperando davvero di non sembrare affranto.

«Okay... prima di tutto ci tenevo a dirti che sono davvero felice di averti conosciuto. Voglio dire, dove potrei mai trovare un'altra persona come te? Sei simpatico... uhm... e poi... sei simpatico. Basta».

«Stronzo.» scherzò Yoongi. Il maggiore ammiccò e aggiunse: «E poi in fondo in fondo sei anche un tenerone».

«Questa è la volta buona che ti ammazzo".

Seokjin rise dolcemente, e Yoongi sorrise scuotendo la testa e abbassando gli occhi, per dissimulare l'imbarazzo. Il maggiore sorrise a sua volta, una connotazione intenerita sul viso. «Yoongi, guardami. Ehi... ti ho chiesto di guardarmi, non fare il timido».

Dopo aver ottenuto la reazione sperata disse: «Sei buono. Io lo so».

No, non è vero.

Restò in silenzio. Era meglio non insistere, forse, ma dentro di sé sapeva di essere ormai solo uno sporco assassino.

E gli assassini non possono essere buoni.

«E tutti questi complimenti me li fai solo ora? Se avessi iniziato prima ti avrei considerato una persona più o meno decente.» sdrammatizzò, cercando di evitare di pensare di nuovo a sé stesso come ad un mostro.

L'altro continuò a sorridere, riuscendo a risultare serio contemporaneamente. «Sto parlando sul serio, e comunque non ho ancora finito». Lo disse calmo, ma con una nota strana nel tono di voce.

«Sei forte, Yoongi. Sei fortissimo».

«E piantala, adesso ti metti a fare i discorsi commov-»

«Mi dispiace tanto, Yoongi. Mi dispiace non essere riuscito a dirti quello che volevo perché non ne ho avuto il coraggio». Insicurezza. Ecco cos'era quella nota strana, che era all'improvviso diventata così evidente.

Cosa? Che stava dicendo?

«Ho perso tutte le mie occasioni che avevo per farlo, e ora non c'è più tempo. Penso che... sì, penso che mi pentirò di questo per tutta la vita». Abbassò gli occhi sul tavolo che li divideva, lasciando che essi diventassero opachi come l'acqua sporca.

Seokjin senza la sua scintilla negli occhi non poteva che rappresentare un presagio nefasto.

Si voltò verso le guardie «Quanto tempo ci resta?»

«Poco. Datevi una mossa».

Sospirò e guardò Yoongi dritto negli occhi, con una decisione mai vista prima. «Forse ho capito qualcosa su Jimin».

«Cosa!?» esclamò Yoongi confuso, chiedendosi perché il maggiore se ne fosse uscito fuori con Jimin.

«Ho cercato di controllare le sue mosse, espressioni e comportamento nei tuoi confronti. Yoongi, io- io penso che lui voglia dirti qualcosa».

L'inquietudine aveva preso possesso del minore. Non sapeva che cosa Seokjin stesse per dire, ma per qualche motivo il cuore cominciò a battergli all'impazzata; ormai era questo che accadeva ogni volta che si trovava di fronte a qualcosa che riguardasse Jimin.

Gli uomini in divisa sembrarono muoversi nervosamente, ma forse era soltanto un'impressione.

«Yoongi, l'attenzione, le provocazioni, il suo essere così esplicito... io forse sto sbagliando, ma Yoongi, forse Jimin-»

Le guardie che già si erano mostrate irrequiete si fecero avanti, e una di loro annunciò: «È ora di andare».

Yoongi sgranò gli occhi di fronte al viso di Seokjin che perdeva colore.

Era ora di andare.

«No! Un attimo solo! Io devo...» esclamò il maggiore in preda al nervosismo.

«È ora di andare.» ripeté un'altra delle guardie quasi meccanicamente, per poi afferrare il braccio sinistro di Seokjin. L'atmosfera stava diventando pesante e Yoongi sentiva crescere in lui un'ansia sconosciuta.

Il maggiore sembrava sull'orlo di una crisi di panico. Si divincolò con forza e, malgrado le guardie lo stessero spingendo fuori dalla porta, riuscì a liberare il braccio destro dalla loro presa; dando le spalle al minore, con quel braccio si abbassò un lembo della camicia, quel tanto che bastava per far vedere l'area di pelle intorno alla spalla sinistra.

E fu in quel momento che Yoongi lo vide ancora.

Il neo.

Posizionato sulla parte alta della schiena, vicino alla spalla ma più in basso. La stessa identica posizione del neo di Jimin.

«YOONGI PERDONAMI! YOONGI!» urlò Seokjin, ormai totalmente fuori di sé. Gli uomini in divisa riuscirono a spingerlo fuori e l'ultima cosa che Yoongi riuscì a sentire fu il suo nome, gridato con una disperazione tale da mettergli i brividi.

Mentre veniva scortato nuovamente verso la sua cella, venne tormentato dal pensiero che Seokjin avesse represso quella disperazione per tutto il tempo in cui lo aveva conosciuto.

Poi gli venne automatico chiedersi da dove venisse quella disperazione. La risposta forse gli arrivò, ma lui non se ne accorse. Ebbe una risposta inconscia quando sentì la disperazione incredibilmente vicino a lui.

La disperazione si trovava nelle guardie che gli stavano accanto. Si trovava nei muri del corridoio. Vicino alle porte delle celle.

La disperazione si trovava nel futuro che stava per affrontare e di cui era ancora ignaro.














sto guardando troppo danganronpa in questi giorni? si.

si vede? si.

diminuirò la dose di episodi al giorno di danganronpa? no.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 24, 2021 ⏰

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