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«Non credevo fossi suo amico.» mormorò Woohan, avvolto nelle lenzuola del suo letto.

Yoongi non era neanche lontanamente vicino all'addormentarsi, quindi udì chiaramente quella frase. Aggrottò le sopracciglia e, senza voltarsi, rispose: «Non sono suo amico».

«A me sembra di sì».

«E invece no. Non sai nemmeno cos'è per me, perché insisti tanto? Lascia stare, Woohan». Yoongi si rese conto di essere stato un po' brusco, e se ne pentì immediatamente. Perché aveva reagito in quel modo?

Sapeva che quel ragazzino era molto sensibile e, anche se non lo conosceva molto bene, era sicuro che non avesse avuto una vita facile; per questo non voleva per nessun motivo farlo stare male.

«Scusami, io... era solo un pensiero, non volevo farti arrabbiare.» sussurrò Woohan in risposta, visibilmente offeso. Yoongi sospirò, ed entrambi rimasero in silenzio. Dopo qualche minuto il più piccolo riprese parola, spezzando l'aria tesa: «Non c'è nulla di male a fare amicizia qui dentro, voglio solo metterti in guardia. Sai bene quanto me che Jimin è pericoloso».

«Lo so, infatti non mi fido di lui. Non ho mai detto di vederlo come una brava persona.» ribatté il maggiore «Capisco che ti preoccupi, ma dovresti essere più tranquillo. So come comportarmi».

Woohan si rigirò nel letto, ma rimase sempre con la schiena rivolta al suo compagno di cella. «Va bene, se mi prometti di stare attento sarò più sereno.» disse con tono calmo «E poi, hai sperimentato sulla tua pelle quanto quell'essere possa diventare spietato. Lo abbiamo sperimentato entrambi».

Yoongi sentì l'amaro in gola a quel ricordo, e fu nuovamente assalito dall'odio verso il sorriso compiaciuto che Jimin gli aveva rivolto mentre il suo corpo era scosso dal dolore. Ripensò anche al momento in cui, la sera stessa, era tornato in cella e aveva parlato per la prima volta con Woohan. Il ragazzino gli aveva rivelato che, esattamente come era appena successo a lui, anch'egli era stato vittima delle violenze del trafficante e dei suoi alleati.

Volendo sapere qualcosa di più sul suo piccolo amico e, soprattutto, su Jimin, Yoongi decise di sfogare la sua curiosità: «Cosa ti ha fatto?»

«Te l'ho detto, le stesse cose che ha fatto a te.» rispose vago Woohan, ma al maggiore non bastava. «E perché sei stato picchiato? Gli avevi dato fastidio? Cos'era successo di preciso?»

Il ragazzino fece una pausa piuttosto lunga, mentre il maggiore aspettava con pazienza, dopodiché la sua voce interruppe nuovamente l'attesa, stavolta spezzata: «I-Io non avevo f-fatto nulla». Era chiaramente sull'orlo del pianto ma Yoongi, invece di consolarlo, aveva cominciato a chiedersi perché Jimin avesse agito in quel modo, sempre che Woohan stesse dicendo la verità. Aveva cercato di studiare il comportamento del ragazzo, e aveva capito che se doveva recare danno a qualcuno era sempre per ripicca – e lui ne sapeva qualcosa. Era assurdo che avesse agito senza alcun motivo.

«È impossibile.» dichiarò Yoongi, ignorando completamente i lievi singhiozzi dell'altro «Jimin non fa del male a nessuno se non per vendetta. Dovevi avergli dato fastidio in qualche modo per farlo arrabbiare così». Woohan si voltò di scatto verso di lui con gli occhi sgranati, rendendo ancora più visibile la carne rossa all'interno dell'orbita destra. «Ti ho detto di no! Ti sembra sensato dare la colpa a me, che sono tuo amico, piuttosto che a quel delinquente!?» esclamò incredulo. Non era arrabbiato, eppure vederlo in quello stato fece uno strano effetto a Yoongi. «Non ti sto dando la colpa, sto solo cercando di capire qualcosa di più. E tu non sei molto d'aiuto, dato che non sembri molto entusiasta di parlarne».

Woohan non rispose, rimanendo a fissare il più grande, che nel frattempo era tornato con gli occhi sul soffitto. «È vero, non mi piace parlare di queste cose.» mormorò «Ma una cosa è certa. Io non ho mai fatto nulla di male a quell'uomo».


PRISON | Yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora