Il rumore di alcuni spari mi fecero svegliare di soprassalto, balzai in piedi ma intorno a me non c'era nessuno.
Diamine, non mi ero neanche accorta di essermi addormentata.
Mi stropicciai gli occhi e lasciai la stanza del trono velocemente in cerca della provenienza dei colpi, ma un ultimo sparo mi fece rizzare le orecchie, veniva dalla stanza di Clarke.
Mi precipitai di corsa verso la sua stanza e vidi una scena che non mi sarei mai aspettata di vedere: Titus aveva una pistola ai piedi e la bocca spalancata, Murphy era legato su una sedia mentre Clarke cercava di prendere in braccio Lexa.
«Cosa diavolo è successo?» domandai io, in preda all'ansia, soprattutto quando vidi lo sparo che Lexa aveva sullo stomaco.
«Aiutami a metterla a letto!» urlò lei ed io obbedii, ma Titus fu più veloce e la prese posandola sul letto di mia sorella.
«Mio Dio che cosa ho fatto...» di autocommiserò il Fleimkepa, ancora incredulo.«Mi serve qualcosa per fermare l'emorragia» urlò la ragazza e Titus si allontanò in fretta, mentre le mie mani si macchiavano di sangue nero siccome comprimevo come più riuscivo la ferita della donna.
«Andrà tutto bene, stai tranquilla okay? Non ti agitare» disse la ragazza bionda tutto d'un fiato quando Lexa iniziò a contrarsi dal dolore.
Lexa posò una mano su quella di Clarke che era poggiata sulle mie e sussurrò «non aver paura» ma fu in quel momento che iniziarono delle leggere convulsioni.
«Starai bene, non ti agitare...» continuò mia sorella quando Titus ci portò alcune bende.La ragazza strappò in un colpo la maglietta di Lexa, rivelando una ferita molto più grave di quanto pensassi.
Mia sorella rimase imbambolata a fissarla dalla paura, così io afferrai i pezzi di stoffa bagnati, cercando di fermare la perdita di sangue scuro.
«Clarke... Sta perdendo molto sangue» le feci notare io e lei mi guardò spaventata, mentre Titus prendeva un aggeggio avvolto in un panno rosso, non ci era di grande aiuto per adesso.
«Resta con me...» sussurrò Clarke, poi scacciò via le mie mani dalla ferita e provò lei a salvarla.
Non mi passò neanche per l'anticamera del cervello offendermi e mi rivolsi adirata verso di Titus, mentre il sangue iniziava a seccarsi sulle mie mani.«Che cosa diavolo è quella roba?» domandai io quando lo vidi estrarre alcuni bisturi di diverse misure.
«Titus, che stai facendo?» domandò a sua volta Clarke con la voce rotta dal pianto, che si era girata nella sua direzione.«Titus-» sussurrò Heda, ma Clarke la interruppe «Lexa, io posso curarti, ma tu resta con me» le ordinò, mentre gli occhi verdi della ragazza si facevano pesanti.
«Sta' lontano da lei!» urlò mia sorella quando vide che Titus era al fianco di Lexa, che ora iniziava a perdere sangue anche dalla bocca.
Lui le mise le mani sotto alle orecchie, mentre aveva ancora gli occhi lucidi «Heda, perdonami...» sussurrò lui.
«Tu non proverai mai più ad attentare alla vita di Clarke. Giuralo» disse lei in Trigedasleng, guardandolo negli occhi.
«Lo giuro» rispose lui piangendo e la donna annuì, chiedendo poi gli occhi per non piangere.
«Ora fai il tuo lavoro- disse lei -servi il prossimo come tu hai servito me, Fleimkepa».L'uomo annuì e si allontanò, quindi Clarke la richiamò «ei, ei... Non osare arrenderti» le disse mia sorella.
«Non mi arrendo... Il mio spirito... Continuerà a vivere».«No, io non ti lascerò morire!»
«Non c'è più niente che tu possa fare... Il prossimo Comandante vi proteggerà».«Io non voglio un altro Comandante. Io voglio te!»
«Alyx...» mi richiamò lei «sì?» domandai io, con la voce rotta dal pianto imminente.
«Continua a proteggere il tuo popolo... Ma non dimenticare di proteggere te stessa...»
«Lo farò Lexa...» risposi io, con la voce leggermente incrinata.«Sono pronto, Heda» esclamò l'uomo prendendo poi un po' di sangue e tracciandosi una riga che partiva da metà testa ed arrivava fino alle sopracciglia.
«Clarke...» chiamò poi anche lei.
«Sono qui» rispose.
«Ai gonplei ste odon»
«No... No, non posso accettarlo» rispose lei scuotendo la testa.Lexa fece un piccolo sorriso «hai ragione Clarke, la vita è molto più che sopravvivere»
«No...- sussurrò lei, ma poi iniziò a dire il canto dell'Arca ed io la seguii -nella pace possa tu lasciare la riva, nell'amore possa tu trovare la prossima, ti auguro viaggi sereni, fino al nostro ultimo viaggio verso la terra... Ci rivedremo ancora» così la donna chiuse definitivamente gli occhi ed il suo sorriso scomparve.
Nonostante Lexa avesse chiuso gli occhi per l'ultima volta, Clarke non smetteva di accarezzarle i capelli e piangere.
«Devo completare il rituale» si scusò Titus in voce più dolce possibile ed io le posai un braccio intorno alle spalle mentre scuoteva la testa -per favore... Lo spirito del Comandante deve essere tramandato, è questo il mio dovere. Lasciami completare il mio compito» continuò lui, ma la ragazza non ne voleva sapere.
«È quello che lei voleva Clarke» lo giustificai io «sì...» sussurrò lei mentre la trascinavo più lontano.
«Dobbiamo andare Clarke» disse Murphy che si era appena slegato, afferrandola per i gomiti, ma lei si liberò in fretta.
«No!» urlò lei, andando poi al fianco di Titus.«Lasciala guardare, è già abbastanza doloroso così» gli sussurrai io in maniera che Clarke non potesse sentire, poi mi avvicinai anch'io.
«Yu gonplei ste odon, Lexa kom Trikru...- sussurrò l'uomo con ancora le lacrime agli occhi -ma che la lotta del Comandante continui» esclamò lui, girandola poi di lato.«Titus, cosa stai facendo?» chiese Clarke spaventata, ma io la calmai mettendole una mano sulla spalla.
L'uomo gli tolse i capelli dal collo, rivelando un tatuaggio a forma di infinito tagliato a metà da una cicatrice «il sacro simbolo» sussurrò Murphy ed io mi corrucciai, quel simbolo l'avevo già visto da qualche parte...
L'uomo prese un bisturi e riaprì quella cicatrice che si aprì da sola come se ci fosse qualcosa al suo interno.
«O mioddio...» commentai io.«Ma che diavolo?» domandò Murphy, ma subito dopo una specie di chip con dei fili elettrici spuntò dal taglio.
Io feci una smorfia di disgusto quando Titus cercò di tirarla via, completamente calmo, ma essa cercava di restare attaccata alla donna.
«Ma che cos'è?» domandò Clarke quando lui la alzò, dicendo poi una frase strana che fece ritrarre i tentacoli nel chip, facendolo rimanere una specie di pietra ovale.
«È una I.A.» spiegò Murphy ma senza dirmi niente, non sapevo che cosa fosse una I.A.
«Ti sbagli, è lo spirito del Comandante» esclamò il Fleimkepa, posando la robetta ripugnante in una scatola per poi rivoltare Lexa con la faccia verso di noi e prendendola in braccio a 'mo di sposa.Chiamò il nome di qualcuno che non conoscevo «permetti al Conclave di iniziare, il Comandante è morta, possa il tuo spirito scegliere con saggezza» esclamò lui in Trigedasleng, portando il corpo di Lexa lontano da noi mentre io lo seguivo ed i due guerrieri chiusero la porta a chiave.
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Warriors
Fanfiction~Sequel di: Are you alive?~ ⚠️Questo libro è basato sulla terza stagione di The 100 quindi contiene degli spoiler sulla stagione tre e probabilmente anche qualcuno della quattro. Non è obbligatorio aver visto la serie per leggere⚠️ Dopo la caduta di...