58. Dobbiamo Muoverci

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«Okay, fermati qui» esclamò Clarke quando fummo abbastanza vicini a Polis ma non troppo per farci scoprire.

Fuori era già buio, ma anche da qui si poteva vedere l'immensa torre di Polis che ora era avvolta dalle nuvole.

«Bene, possiamo separarci qui, l'entrata al tunnel è laggiù» esclamò Roan dopo che fu sceso dal Rover per ultimo, mentre indicava con il dito un punto più in là nel bosco.

«Lo sappiamo dov'è» commentò Bellamy con voce acida e sia io che Clarke lo guardammo male, doveva fare l'idiota per forza?

«Mi serve la Fiamma. Funzionerà solo se manderanno Ontari a prenderla, però ovviamente devono vedere lo spirito, non c'è trappola senza esca» le disse il Re di Azgeda quando mia sorella si avvicinò a noi, ma era leggermente titubante al riguardo.

Mi lanciò un'occhiata per chiedermi silenziosamente un consiglio sulla situazione e, appena annuii convinta lei gli porse la scatola che conteneva la Fiamma.

Lui la afferrò ma la ragazza bionda non la mollò subito «va bene, ma io verrò con te» disse lei sicura di sé.

«Clarke... Non puoi» le dissi io scuotendo la testa «non era nel piano» mi appoggiò il ragazzo al mio fianco «adesso sì» esclamò lei lasciando finalmente la Pietra a Roan dopo che lo ebbe ammonito con lo sguardo.

«Non la perderò di vista un attimo- cercò di rassicurarci lei quando notò le occhiate che si scambiavano Miller, Bryan e Octavia -e poi sono l'unica che conosce la frase segreta- continuò lei lanciandomi uno sguardo silenzioso che mi diceva di stare in silenzio -perciò puoi dire loro che senza di me Ontari non può ascendere» continuò lei riferendosi a Roan.

«Dovrai sembrare mia prigioniera» disse però lui.
«Okay» rispose orgogliosa Clarke.
Spero solo che non si sia appena scritta la sua condanna.

***

Il giorno dopo tutti noi tranne Clarke e Roan cercavamo di intrufolarci sotto a Polis dietro il misero fascio di luce che provocava la torcia di Bellamy.

«Dai, muoviti: andiamo, forza» esclamava lui mentre correva e parlare durante le situazioni critiche mi dava sui nervi.

«Non devi per forza parlare sai?» esclamai io stringendo i denti ma il ragazzo non mi rispose.

«Siamo arrivati, da questa parte» dissi io riconoscendo i corridoi della mappa facendo svoltare la squadra a destra, comparendo nella stanzetta sottoterra che offriva una piccola finestrella puntata su mia sorella.

«Bene, è qui» concluse lui facendo appoggiare a tutti le borse con le armi «Nate, apri le grate della finestra» gli ordinai io e lui eseguì senza dire una parola.

«Prepariamoci» disse il ragazzo dai capelli spettinati e, mentre Bryan e Miller caricavano i loro fucili, io estrassi la mia spada.

«Perché hai portato quella?» mi domandò Bellamy «non ho una buona mira con le armi da fuoco» risposi io mordendomi la lingua, ma l'espressione stupita del ragazzo (che probabilmente si aspettava una mia risposta tagliente), mi fece sorridere interiormente.

«Finirà mai questa guerra?» chiese Bryan al suo ragazzo «oh sì, poi costruiremo una casa sul lago e tu coltiverai mais» gli rispose lui ridacchiando.

«E alleveremo galline» disse l'altro con il suo stesso tono «sì certo, invecchieremo insieme» esclamò Nate ed io guardai i fratelli Blake, combattuta dal desiderio di stare insieme ad uno e dispiacermi con l'altra.

«Sono le undici. Roan ci farà un segnale quando vedrà Ontari, aspetteremo finché non sarà di fronte a loro e poi lanceremo il gas» ci ricordò il ragazzo in questione con l'arma puntata alla finestra per ogni evenienza.

«Sì capo» commentai io leggermente annoiata dal piano.
«Tratterranno il respiro- disse Bryan lanciando il contenitore con il gas ad Octavia -dovremo fare in fretta».

«Se interverranno ci limiteremo all'uso della forza non letale: queste persone non sono il nemico, sono individui controllati, l'unica che vogliamo uccidere qui è A.L.I.E. Sono stato chiaro?» esclamò lui e tutti annuimmo.

Roan iniziò a parlare e, quando alzò la Fiamma, quelle poche decine di persone che erano inginocchiate nella piazza si alzarono tutte insieme contemporaneamente come degli zombie, ma non c'era nessuna traccia di Ontari.

Al suo posto pochi secondi dopo spuntò Jaha scortato da due guardie «cosa diavolo ci fa lui qui?» domandai io mentre guardavo la finestra.

«Vedi Ontari?» chiese Miller
«No aspetta» gli rispose Octavia.
L'ex Cancelliere salutò Clarke e dopo esclamò qualcosa che ovviamente non riuscii a sentire per via della distanza, ma quando il re chiuse la mano a pugno capii che qualcosa non andava.

Vidi Clarke guardare nella nostra direzione e subito dopo Roan afferrò Clarke e le puntò un coltello alla gola facendomi sbarrare gli occhi «io lo uccido!» esclamai io alterandomi ed immediatamente Blake diede l'ordine di disperdere il gas.

Ma in meno di due secondi dopo ci trovammo con le spalle al muro e delle pistole puntate alla testa, A.L.I.E ci aveva appena scoperto. Eravamo spacciati.

***

«Andiamo, vuole Alyx» esclamò un uomo dopo che una guardia aveva preso a pugni Miller così mi fecero alzare di peso.

«Dove la portate?!» esclamò Bellamy alzandosi quando mi trascinarono lontano nonostante i miei sforzi ma, dopo che gli dissi di stare buono, lui insistette e come risposta gli tirarono un pugno sullo stomaco.

«Stai calmo diamine, andrà tutto bene» esclamai io, già pensavo a come liberarmi di loro.
Ma qualcuno mi precedette.

«Io al vostro posto mi butterei a terra» esclamò una voce che una volta illuminata scoprii trattarsi di Murphy «cosa?- domandai io, ma in meno di un secondo capii -a terra!» urlai io liberandoni e sdraiandomi, poco dopo sentii degli spari sulla mia testa che stesero i soldati di A.L.I.E.

«È un piacere rivederti» mi disse lui tendendomi una mano che afferrai «anche per me John» risposi io alzandomi.

«Ne arriveranno altri, dobbiamo sbrigarci» disse Indra con un fucile in meno mentre andava a slegare gli altri «stai bene?» mi chiese una terza voce che mi fece sobbalzare.

«Cosa... Come hai fatto? Avevi una freccia nel corpo cazzo!» esclamai io quando vidi la faccia di Pike davanti a me.

«Non c'è di che» mi rispose lui con il suo solito tono duro mentre mi tolse il laccio intorno ai polsi con il coltello.

«Stai con Pike?!» domandò Octavia una volta libera «l'unico modo per andar via da qui è allearci» le spiegò la donna con un tono che non voleva sentire ragioni.

«Ha ucciso Lincoln: fallo inginocchiare e sparargli in testa» disse inviperita la mia amica.

«Octavia, Indra ha ragione: ci serve ogni guerriero possibile» esclamò Bellamy mentre Octavia guardava nella nostra direzione come se stesse vedendo un fantasma.

«Non avete capito che dobbiamo andare?» ci disse Murphy con quel tono sfacciato che lo caratterizza.

«Non andiamo via» risposi io con il suo stesso tono e lui in risposta mi regalò uno dei suoi sorrisetti che non vedevo da un bel po' «vi abbiamo salvato la vita, perché sento che me ne pentirò?» mi chiese lui.

«Clarke è in pericolo» le spiegò il ragazzo dagli occhi neri.
«Clarke è sempre in pericolo» rispose Murphy sarcasticamente.

«Hanno portato lei e la Fiamma alla torre, sono sicura che Ontari si trova lì. Abbiamo tutto quello che ci serve per fermare A.L.I.E nello stesso posto» esclamai io.

«Se andiamo alla torre non potremo più tornare indietro» mi ricordò Octavia.
«Se blocchiamo A.L.I.E non dovremmo più tornare indietro» rispose per me suo fratello.

John diede un'occhiata a Pike che rispose porgendo una pistola a Blake «alla torre okay, ma dopo questo potete anche baciarmi il culo» esclamò Murphy.

«Devo proprio ammettere- dissi io mettendogli una mano sulla spalla -che non mi sei mancato per nulla».

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