14. Nero Come La Pece

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Entrai quindi in una tenda molto più buia e tetra delle altre dove, esattamente di fronte a me ma pochi metri più in là, Nia di Azgeda stava mangiando qualcosa seduta su un tavolo, mentre una ragazza dai capelli scuri e gli occhi da gatta stava versando un po' di acqua nel suo bicchiere.

«Alyx del popolo del cielo, mia regina» mi presentò una guardia in Trigedasleng mentre la regina alzava gli occhi su di me.

«La grande Natreìna, anche conosciuta come sterminatrice del ghiaccio ed intrappolatore di anime... A cosa devo il piacere?» mi domandò la regina, lasciandomi un po' interdetta quando mi chiamò con quei nomi mai sentiti.

«Se decidessi di cambiare il mio voto?» domandai io senza mostrare stupore e toccando con le dita la superficie ruvida della tavolata lunga qualche metro.

La regina smise un attimo di mangiare, tenendo un pezzo di pane stretto tra le dita «adesso ragioni come il leader del tuo popolo» mi rispose lei, visibilmente compiaciuta.

«Prima però voglio che tu mi assicuri delle garanzie» continuai il mio gioco, avvicinandomi sempre di più a lei passando intorno al tavolo.

«Il popolo del cielo non sarà attaccato» mi rispose lei, convinta che mi bastasse.
«Bene, e che mi dici di Clarke?»
«La mia intesa è con Lexa, non con lei- mi rispose lei infilzando il tavolo con il coltello -quando il Comandante non ci sarà più non mi servirà il potere di Wanheda».
«Va bene» recitai io.

«Va bene. Non vuoi avere garanzie sul tuo conto? O vendetta per i morti di Mount Weather?» mi domandò la donna, convinta di sapere già la risposta.

«La mia priorità sono i vivi, non i morti» mentii io, volevo assolutamente vendetta, 49 morti non è roba da poco.

Io afferrai il coltello «uniamoci nel patto di sangue» esclamai io facendomi un piccolo taglio sul lato della mano, nascondendo poi rapidamente il sangue nero chiudendo la mano a pugno.

«vedo che hai imparato il nostro giuramento» mi disse la regina mentre pulivo il coltello sulla manica sinistra e lo rimettevo nello stesso punto dove l'aveva infilato lei.
«allora? Ci stai?» domandai io mentre lei e la sua statura di un metro e 75 si alzavano in piedi di fronte al mio metro e 60.
Se i suoi occhi avessero potuto mandare scariche elettriche io a questo punto sarei carbonizzata.

«Uniamoci nel patto di sangue» rispose lei in Trigedasleng e staccando il coltello dal tavolo ma, prima che si potesse tagliare, occhi-da-gatto le urlò di fermarsi.

«Veleno» disse poi lei in Trigedasleng quando mi buttò sul tavolo intrappolandomi i polsi ed annusando velocemente la manica della mia felpa nera.

«Potevo risparmiare il tuo popolo ed essere alleate Alyx- mi disse lei puntandomi contro il coltello -invece non dovrò solo uccidere te per le tue azioni nei miei confronti e di quelli del mio regno, ma anche dichiarare il tuo popolo come nemici di Azgeda» rispose la donna mentre io pregavo mentalmente che non si soffermasse a guardare il mio palmo sinistro dal quale scorreva il sangue Natblida.

Sapevo che non sarei mai potuta allearmi con la nazione del ghiaccio, soprattutto dopo che non vuole uccidere solo me.

«Ti lascerò vivere per ora, ma solo per portare un messaggio a Lexa... Ontari, dammi la mano- mi disse lei dopo che mi guardò in disprezzo negli occhi ma la mia unica preoccupazione era quella di nasconderle la mia identità da Sanguenero -anch'io ho la mia Natblida e sarà il prossimo Comandante» sussurrò lei facendo un taglio alla mano di Ontari e facendo cadere il suo sangue nero come la notte sul mio viso.

***

Titus mi sfiorò la fronte ed esaminò sulla sua mano quel liquido identico a quello che scorreva nelle mie vene.
«un Comandante della nazione del ghiaccio...- sussurrò lui andando verso di Lexa che era a pochi passi da noi vicino a Clarke nella sala del trono -ora tutte le provocazioni di Nia hanno un senso e noi siamo stati al suo gioco! sapeva che avresti accettato la sfida» continuò l'uomo alzando la voce ma senza rischiare di farsi sentire dagli altri.
«non avevo mai visto il sangue di quel colore» osservò Clarke mentre mi guardava il viso sporco.
«risale al primo Comandante... Quando si trova un bambino con il sangue nero si porta qui per l'addestramento, o almeno dovrebbero. Ovviamente ad esclusione di te, Alyx» le spiegò il Comandante per poi rivolgersi a me.

«Che cosa vuol dire 'ad esclusione di te'?» mi chiese lei curiosa e severa, mi ero completamente dimenticata di dirglielo, ero troppo impegnata dalla Nazione del ghiaccio.
Lexa mi scambiò un'occhiata interrogativa ed io le spiegai brevemente la situazione lasciandola senza parole.

Ma tutte le sue domande furono interrotte da Titus «il tuo retaggio non è più al sicuro, puoi ancora scegliere un campione».
«Lo sai che non posso farlo» rispose lei stringendo i denti.

«Heda-» provò a ribattere lui, ma Lexa lo interruppe bruscamente «lasciaci sole!» urlò lei andando nella direzione opposta a noi per darci le spalle e lui arretrò in direzione della porta ed uscii.

«Lexa, Titus ha ragione: le stai dando esattamente quello che vuole lei» esclamai io girandomi verso la donna dai capelli scuri.
«soltanto se perderò- mi rispose lei con voce dura voltandosi verso di noi, ma si addolcì all'istante -lo so che volete solo aiutarmi ragazze, ma non potrete fare niente qui».

«Non posso lasciare che Roan ti uccida» disse Clarke lasciandomi stupita, a quanto pare tra di loro c'era un legame più profondo di quanto pensassi, diverso da quello che univa me e lei col sangue.

«Se sarà questo il mio destino dovrai farlo» rispose lei con la voce dura di prima, a quanto pare la filosofia de 'l'amore è una debolezza' è ancora valida per lei.

«No Lexa, devo combat-» cercai di dire io, ma mi interruppe prima che finissi la frase.
«tu cerchi sempre di risolvere tutto per tutti ma non puoi fare niente per questo, lo devo fare da sola e voi 2 dovete lasciarmelo fare»

«No. Non starò ferma a guardarti morire!» urlò Clarke avvicinandosi lentamente a lei.
A me parve per un piccolo istante che Clarke avesse creato una crepa sulla maschera di freddezza di Lexa, ma ci pensò Titus a rovinare il momento «Heda, è il momento» disse lui in Trigedasleng.

«Allora vi saluto a questo punto, per ora» si congedò la donna superandoci ed uscendo velocemente dalla porta che fu immediatamente richiusa dalle 2 guardie mentre in sottofondo c'era il suono prolungato di un corno.

«Vedrai, andrà tutto bene. Lexa è una donna molto forte» esclamai io mettendo una mano sulla spalla a mia sorella, cercando di rincuorarla.
«Sì, lo è...».

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