31. Tutto Secondo I Piani

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«Noi possiamo aiutarvi dall'interno, però per farcela ci servono persone affidabili come Alyx o mia sorella all'esterno» continuò imperterrito il ragazzo dagli occhi neri.

«Non fidatevi di loro due» sussurrai pianissimo all'auricolare, sperando che mi sentissero solo i due diretti interessati e non anche Blake e Green.

«Non abbiamo più né visto né sentito nessuna delle due da quando se ne sono andate ma, personalmente, non sappiamo di che cosa state parlando» esclamò Nathan, con una voce quasi totalmente credibile.

«Non vogliamo che loro muoiano» insistette Monty, ma i due non mollarono l'osso.

«okay lascia stare- gli disse Blake innervosito -ma se mia sorella vuole salvare Lincoln ditele che ci vediamo alla navicella fra un'ora» disse lui per poi lasciare la stanza.

«Bellamy- lo richiamò il ragazzo ma ormai era troppo tardi, lui si era già chiuso la porta alle spalle, quindi si voltò lentamente verso i miei amici -dopotutto quello che abbiamo passato insieme voi non vi fidate?» domandò lui con un tono un po' ferito ed io, solo per un secondo, gli crebbi.

«Tua madre sa che sei qui, Monty?» domandò la ragazza in un tono che sembrava davvero confuso.

Wow, dovremmo premiarla come 'migliore raccontaballe dell'anno'.

Ma il ragazzo si offese e, ormai sconfitto, uscì a sua volta dalla stanza.

***

Quella sera stava piovendo a dirotto e faceva molto più freddo del solito.
Io ed Octavia eravamo arrivate prima di Blake ed avevamo scambiato due frasi mettendo in chiaro il nostro piano.

Sentii alcuni passi provenire verso di noi, quindi mi nascosi in mezzo agli alberi bui mentre Octavia legava vicino a me il suo cavallo.

«Ti aspettavo» esclamò lui guardando nella mia direzione e mi vennero dei brividi sulla schiena.
Mi aveva vista?

Per evitare di venir smascherata subito mi sono tolta le lenti a contatto e mi sono messa in testa uno straccio che mi coprisse i capelli biondo chiaro, era sempre meglio prevenire che curare.

Lei si avvicinò a lui con passo cauto e girando la testa a destra ed a sinistra per controllare che non ci fossero presenze indesiderate «sono solo Octavia, voglio aiutarti. Ma a quanto pare tu non lo sei» le disse ed io sentii una fitta di nervosismo nel petto.

Vidi gli occhi verdi della ragazza incrociarsi con i miei e poi annuì, facendomi così uscire lentamente dal mio nascondiglio e li raggiunsi, portando sempre la mano al fodero del coltello.

Mentre lui era impegnato a guardarmi, Octavia si avvicinò a lui per dargli un abbraccio ma, quando si avvicinò abbastanza gli iniettò una fiala di sonnifero nel collo.

«Dormi bene, fratellone» esclamò lei quando il ragazzo cadde a peso morto su di lei.
«Bene- dissi io con voce dura e accendendo l'auricolare che avevo sull'orecchio -il bersaglio è stato neutralizzato, potete procedere» continuai io al microfono in modo da farmi sentire dagli altri.
«Ricevuto» mi risposero loro.

Tornai al campo dalla botola e mi addormentai nella camera di Nathan subito dopo che mi ebbe avvertito che Bryan era andato via.
«L'hai convinto?» domandai senza nessun tono, stava parlando solamente una voce fredda al io posto.

«Sì capo, aspettiamo il comando di Harper» mi rispose lui ed io annuii, stava procedendo tutto bene.
Avevamo capito grazie alla spia sotto al tavolo che Monty aveva collegato tutte le frequenze radio alla linea dell'Arca, così pensai di far sentire a Monty solo quello che volevo sentisse.

«Harper, sei in posizione?» le domandai io.
«Sì, sto aspettando il pacco- mi rispose lei all'auricolare, riattivando la connessione subito dopo -il pacco è in movimento. Ripeto: il pacco è in movimento, siamo operativi» esclamò la ragazza, riferendosi a Kane.

«O. K. S la tua squadra è in posizione?» chiese sempre lei ad Octavia, esclamando le sigle di Octavia Kom Skaikru.
«Ricevuto: siamo in posizione pronti ad intercettare» rispose quella.
«Perfetto allora, speriamo che vada tutto bene» risposi io, uscendo poi dalla stanza insieme a Miller.

«Signore aveva ragione, Octavia Blake è qui e non è sola» disse la voce di Hannah Green dalla radio di Pike, noi lo sentivamo grazie all'auricolare di Bryan che finalmente si era unito a noi.

«In ginocchio- ordinò il Cancelliere puntando il fucile contro ai condannati -sai qual è la sua posizione?» chiese poi alla radio, il volume era molto basso, si sarà allontanato.
«Negativo signore» rispose la donna ed io feci un sospiro di sollievo.

«Signore, vorranno sapere dove li stiamo portando, dobbiamo essere certi che il percorso sia sicuro» esclamò Bryan, depistando Pike.
«Metteteli lì dentro, forza muoversi muoversi!- urlò quest'ultimo, in modo da farci guadagnare un po' di tempo, anche se voleva dire essere controllati come detenuti -voglio due uomini alla porta, per chiunque esca da lì dentro: sparate per uccidere, chiunque arrivi da qui: un avvertimento e poi sparate per uccidere. Tutti gli altri con me» ordinò lui e le guardie eseguirono.

Intanto Miller era andato a chiamare Abby siccome io avevo pensato a neutralizzare Bryan e l'altra guardia ma senza ucciderli, poi aiutai Octavia ad entrare nell'Arca e, insieme a lei ci recammo poi nel dormitorio dove si trovavano Lincoln, Sinclair e mio padre.

«Brava figlia mia, sapevo che avevi la stoffa da capo» mi sorrise lui quando mi vide.
«Grazie, ma non c'è più tempo, non ci vorrà molto prima che Pike se ne accorga e dobbiamo nasconderci qui sotto» esclamai io indicando dei pannelli del pavimento.

«Sotto al pavimento?» mi domandò appunto mia madre.
«Sì, come credevi che mi nascondessi così bene altrimenti?» domandai io con un sorriso furbo, mentre ci nascondevamo tutti lì sotto.

Infatti poco dopo il Cancelliere e la sua squadra entrarono in fretta nella stanza e, dopo un rapido giro di perlustrazione non ci trovarono.

«Signore sono vivi, devono averli drogati» esclamò una guardia quando entrò e mio padre mi guardò, stupito della mia mossa.
«Abbiamo fatto quello che volevano, ma la cosa non si ripeterà» esclamò l'uomo andandosene poi dalla stanza, peccato che stava eseguendo i nostri ordini come una marionetta.

Quando furono abbastanza lontani tolsi il pannello ed uscii per prima «via libera» esclamai io non vedendo nessuno.
Dopo di me uscirono Octavia, Lincoln e Kane ma quest'ultimo non si risparmiò un commento inopportuno «è un po' stretto lì sotto» disse lui.

«Pensa farlo per sedici anni- gli disse Octavia con voce dura mentre lo liberavo dalle manette, siccome la madre per nasconderla dai controlli la nascondeva sotto al pavimento deve essere stato un vero incubo -torneremo a prendere Denai e gli altri, te lo giuro» disse lei a Lincoln liberando anche lui dalle manette mentre io finivo con mio padre.

«Sono vivi» evidenziò mia madre quando si avvicinò alle guardie, erano arrivati.
«Stai bene?» chiese la voce di Miller al suo fidanzato Bryan, era stato davvero un brutto colpo drogare lui.
«Sì...» gli rispose lui con un ombra di sorriso nella voce.

Abby mi raggiunse e mi abbracciò velocemente «grazie Alyx» mi disse lei, riferendosi al fatto di averla coinvolta.
«Ti avevo detto di non farlo» le disse mio padre.

«Quando mai ti ho dato ascolto?».

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