17. Scosse Elettriche

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Dovetti mordermi molto forte l'interno della guancia sinistra e fingere la faccia più indifferente possibile alla situazione per non scoppiare a piangere davanti a tutta Arkadia quando vidi Blake e quelli della stazione agricola tornare con i giubbotti antiproiettile sporchi di sangue e i fucili scarichi, non l'aveva fatto sul serio... Vero?

Octavia si avvicinò in fretta al fratello «Bellamy, stai bene?» le domandò con voce protettiva.
«Benissimo» rispose lui con tono sbrigativo.

«Che cosa è successo?» domandò lei e suo fratello si fermò a guardarla per un secondo, per poi proseguire senza darle una risposta.

Mentre Pike ordinava di chiudere il cancello, Blake mi passò vicino per passare ed io dovetti mordermi il labbro inferiore per trattenermi «ti avevo detto di stare lontana da quel ragazzo, sapevo che ti avrebbe fatto soffrire» mi ricordò mio padre, mettendomi una mano amichevole sulla spalla.

Io annuii quando il ragazzo interessato mi passò accanto per passare «avevi ragione» dissi io sostituendo la mia voce rotta con una dura, sarei dovuta essere molto più menefreghista nei suoi confronti se avessi voluto continuare ad andare avanti.

«Ascoltate tutti!- esclamò Pike salendo su una cassa cercando di ottenere la nostra attenzione -24 ore fa mi avete eletto come vostro Cancelliere, ogni azione che ho intrapreso da allora e che intraprenderò sappiate che avrà solamente un unico e sacro scopo: ottenere la piena autosufficienza, prosperità e sicurezza di Arkadia-».

«Balle» lo interruppi io guadagnandomi un'occhiata truce da parte di entrambi i miei genitori, ma non mi importava nulla: quella volta non sarei stata in silenzio.

«Stamattina su un campo fangoso il nostro popolo ha reso onore a coloro che ci sono stati portati via mandando un messaggio ai terrestri: questa terra è nostra adesso!» urlò lui e delle grida di ammirazione e concordo si levarono dalla folla mentre mio padre mi teneva per un braccio, sapeva che sarei scoppiata a breve.

«Resistete e risponderemo con la forza, combattete ed andrete in contro a morte certa, oggi è un nuovo inizio: segnatelo, ricordatelo ed anche i terrestri se lo ricorderanno per sempre!» concluse lui e questa volta anche dei bastoni si alzarono insieme alle urla della folla.

«Come hai potuto!?- urlai io a pieni polmoni e sovrastando tutto il rumore della folla, mentre essa formava un passaggio per far vedere a Pike chi avesse parlato -come diamine fai a guardarti ancora in faccia dopo quello che avete fatto. Ti reputi tutto questo salvatore dei miei coglioni che vuole salvare il suo popolo ma non capisci che così facendo ti stai mettendo contro alle persone sbagliate. Sei solo un codardo ed un assassino Pike, tu e tutte le persone che ti hanno aiutato e ti appoggiano!» esclamai io guardando con uno sguardo di ghiaccio il volto impassibile di Blake.

«Prova a ripeterlo se ne hai il coraggio, ragazzina» mi minacciò lui scendendo dalla cassa e mettendosi ad un palmo dal mio corpo.

«Sei solo un assassino codardo» ripetei io con un'espressione di sfida sul volto, non avevo la minima intenzione di lasciargliela vinta «ringrazia il tuo angelo custode che oggi mi sento buono, ma ancora una parola e ti spedirò dritta in prigione» mi minacciò lui ancora una volta.

«L'hai già fatto una volta ti ricordo, ma come vedi sono ancora qui a perseguitarti» gli dissi io guardandolo truce e lui mi guardò mentre le sue narici si allargavano, questo era segno che si era arrabbiato.

«Blake, dai una lezione a questa ragazzina, così imparerà a tenere chiusa la bocca» gli ordinò lui mentre su allontanava e il ragazzo in questione mi afferrò il gomito destro.

«Levami quelle luride mani di dosso!» urlai io strattonandolo cercando di liberarmi dalla sua presa, ma era troppo salda.
«Sono ordini del Cancelliere» disse solamente lui come se fosse un robot, trascinandomi in mezzo a due pali posti sul retro della nave che una volta era l'Arca.

Sapevo benissimo che cosa mi stava per succedere, ma fui sollevata al pensiero che avrebbe visto solo lui.

Mi legò i polsi ad un palo di metallo posto su altri due sopporti laterali, in modo che le mie braccia fossero poste più in alto della mia testa e facendomi rabbrividire al contatto della mia schiena con l'aria fredda quando si alzò.

Sentii il famigliare rumore elettrico dell'arnese che veniva acceso e rabbrividii ancora di più «chi ti ha fatto quel livido in mezzo alla schiena?» mi domandò lui ma io non risposi, non volevo ed ero comunque accecata dai ricordi.

Lui mi tirò il primo colpo a bassa intensità, facendomi fare un grugnito di dolore mentre cercavo di slegarmi i polsi.

«Devi urlare, o te ne dovrò fare 5 in più» mi disse lui ma io non risposi ancora, così lui mi tirò anche la seconda che questa volta bruciava molto di più mentre una scarica elettrica scuoteva il mio corpo.

Il mio urlo squarciò a metà il cielo, non per il bruciore micidiale ma per i ricordi che mi affioravano nella mente e Blake si fermò un attimo, per poi tirare anche la terza, la quarta e la quinta.

Io urlai ogni volta che il bastone elettrico entrava a contatto con la mia pelle bianca, cercando in qualsiasi modo di far sentire Bellamy in colpa e facendo in modo da non riceverne altre 5.

Lui mi slegò velocemente i polsi ed io caddi a terra, odiavo mostrarmi debole ma la mia schiena era avvolta dalle fiamme della mia rabbia, nonostante il bastone non fosse progettato per tagliare, feriva eccome.

Lui mi porse una mano per aiutare ad alzarmi ma io guardai male prima la mano e poi il suo viso che dovevo imparare ad odiare e lo mandai a quel paese mentalmente «ora sei soddisfatto?» gli chiesi in tono velenoso mentre lui si passava una mano prima tra i capelli e poi sulla sua faccia sconvolta mentre io mi alzavo barcollando, ancora in subbuglio per le scosse.

«Ho notato le altre cicatrici, pensavo che mi avessi mentito nella caverna» esclamò lui dal nulla riferendosi al primo attacco della nube tossica e facendomi imbestialire ancora di più, questo voleva dire che il mio pugno sulla sua mascella a quanto pare non era bastato.

«Bene. Vuoi un applauso ora?» gli domandai retorica mentre mi dirigevo verso la mia camera per prendere una maglietta nuova siccome questa è andata a farsi benedire ma, come se il destino si stesse prendendo gioco di me, Blake mi afferrò per il polso sinistro, facendomi voltare verso di lui.

«Mi dispiace...» sussurrò lui voltando il mio corpo verso di lui, ma io ritirai in fretta il braccio per non far vedere il taglio.

«Non me ne faccio nulla delle tue stupide scuse Blake perché non possono cancellare né quello che hai fatto a me né quello che è successo con l'esercito. Hai scelto tu di seguire questa strada, io ti sto solo lasciando andare» gli dissi io cercando di troncare velocemente l'argomento.

«A dirla tutta sei stata tu a far finire il nostro 'noi'» esclamò lui cercando di smontarmi, come se questa stupida frase potrebbe cancellare le scosse.
Vidi i suoi occhi che stavano iniziando a diventare lucidi ed un nuovo sentimento di dolcezza mi fece trasalire.

«Non c'è mai stato un 'noi'» ribattei io velenosa, prima di lasciarlo lì da solo.

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