Due

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   Cloto si sentiva male

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   Cloto si sentiva male.
Molto male.
Aveva in bocca il sapore del sangue di quell'uomo.
Se non fosse stata male avrebbe trovato divertente il fatto che lui aveva cercato di salvarla.
Almeno era questo che lei credeva aveva cercato di fare dandole il suo sangue.

Dopo un po' sentì qualcuno afferrarla.
Sentì anche la voce di Lachesi, ma le loro voci sembravano attutite, come se arrivassero da lontano.

Svenne mentre sentiva qualcuno portarla via da lì.
Si rese conto che perdeva e riprendeva i sensi in continuazione e continuava ad avere incubi.

Sentiva la voce di Atropo in lontananza.
Sentiva anche qualcuno che le teneva la mano e lei sapeva fosse la sorella.
Avrebbe voluto combattere contro quello che le stava succedendo, ma si sentiva stanca e oltretutto non riusciva a distinguere cosa fosse reale e cosa no.

Continuava ad avere gli occhi chiusi.
Non riusciva a sollevare nemmeno le palpebre.

Aprendo gli occhi però si rese conto che era di nuovo al buio.
No, era un incubo si disse.
Era sicura lo fosse.
Si stava ancora dormendo.

Erano lì.
Sentiva le femmine ringhiare.
I loro denti perforarle la pelle.
Il sangue che l'abbandonava insieme alle forze.
Lei però continuava a combattere.
Cercava di ritrarsi.
Di scappare da loro camminando carponi.
Toccando il pavimento.

Loro però giocavano con lei.
L'afferravano dalla caviglia.
Una la morse sul polpaccio.
Sentiva male dappertutto.
Ogni parte del corpo le faceva male.
Si agitava dimenandosi, ma era ben poco ciò che poteva fare per contrastarle.

D'un tratto tutto cambiò.
Lei aprì di nuovo gli occhi.
Ancora lui.
Non riusciva a vederlo, ma sapeva che lui era lì.
Ne' sentiva il respiro.
I passi.
D'un tratto si ritrovò gettata a terra.
Di nuovo lui che la teneva intrappolata.
Avrebbe dovuto provare paura e anche ribrezzo, invece non provava né l'una né l'altra cosa.

Lui in quel momento le intrappolò le mani, mentre lei cercava di colpirlo.
E poi affondò i suoi denti nel suo collo.
Lei scalciò e continuò a dimenarsi a cercare di colpirlo, ma lui non si scostò.
Smise di bere e accostò le sue labbra al suo orecchio.
Si sentiva così inerme.
Così indifesa e alla sua mercé.
Era in trappola.
Non c'era nulla che potesse fare per impedirgli qualunque cosa lui volesse farle.

Sentiva i ringhi delle donne.
La loro disapprovazione.
Sentiva che parlavano.
Cercò di ribellarsi e poi sentì la voce di lui.

<Sta ferma> le sussurrò all'orecchio.
La sua sola voce riuscì a calmarla come se le avesse appena dato una camomilla o fatto un anestesia.
Il suo cuore batté più forte sentendo la sua voce.

Si chiese perché il suo corpo stesse rispondendo a quel modo a quell'uomo.
Lei non gli apparteneva e lui le aveva fatto del male.
E lei non dovrebbe sentire quel sentimento strano.
Continuò lo stesso a lottare.
Si costrinse a lottare contro di lui.
Eppure le sue braccia, il suo corpo non sembrava riuscire a rispondere ai suoi comandi.
Ai suoi voleri.

Sentì la voce di Atropo in lontananza e per un attimo pensò di essere salva, ma poi tutto cambiò di nuovo e si ritrovò di nuovo alle prese con le Keres.
La mordevano.
La colpivano.
Lei sentiva il sangue sulla testa.

Si ricordò della ferita che Zeus le aveva inferto quando l'aveva spinta di nuovo dentro la cella.
Continuò a combattere.
A opporsi a loro.
Era tutto inutile.
Lei perdeva sangue e perdeva le forze, mentre loro le acquisivano ogni volta che si nutrivano di lei.

Era così stanca di lottare.
Non ce la faceva più.
Chiuse di nuovo gli occhi mentre il dolore la squassava.
Si sentiva sempre peggio.
Sembrava che niente potesse aiutarla.

Che nessuno potesse salvarla.
E le sue sorelle non sembravano in grado di salvarla.
Magari aveva sognato persino il salvataggio.

Ormai era sicura che molto presto sarebbe morta.
Si.
Lo sentiva.
Non aveva più forze.
E non era più in grado di lottare.
Era finita.

Era finita

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3 - Le Guardiane- ClotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora