Sedici

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   Lui si svegliò e la vide davanti alla finestra, la luna colpiva il suo viso e sembrava stesse pensando a qualcosa, i suoi occhi erano adombrati, forse pensava ancora alle sorelle

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   Lui si svegliò e la vide davanti alla finestra, la luna colpiva il suo viso e sembrava stesse pensando a qualcosa, i suoi occhi erano adombrati, forse pensava ancora alle sorelle.
Il sole era ormai tramontato.

Lui pensò che adesso era il momento per andarsene.
Basta aspettare e basta rimandare.
E non gli importava ciò che Zeus aveva da offrirgli o aveva detto gli avrebbe offerto.
Non credeva a quel re bugiardo.
E non voleva essere in debito con lui o chissà cos’altro.

In più non aveva alcuna intenzione di dipendere ancora da lui o di fare ciò che lui ordinava.
Non se ne parlava.
Era stufo di quella storia.
Voleva andare lontano da quel re che odiava con tutto sé stesso.
Voleva andare il più lontano possibile da quella prigione.

Si sentiva soffocare.
Troppo a lungo era stato rinchiuso lì dentro.
Si avvicinò a lei.
E lei si voltò come se lo avesse sentito.

<Dobbiamo andarcene> disse lei al posto suo.
Era quello che stava per dirle.

Lui annuì.
L’afferrò dal braccio.
<Andiamo allora> affermò tirandola.

La spostò e poi si gettò verso il vetro frantumandolo e cadendo di sotto.
Era al secondo piano, fece un bel volo, ma cadde in piedi.

<Cloto> la chiamò per dirle di saltare.
<Ti prendo io> le disse semplicemente.

Aveva preferito saltare da solo per non permettere che si facesse male.
Non sentiva l’odore del suo sangue, solo il proprio ovviamente si era fatto qualche graffio con il vetro ma niente di profondo o grave.

Non sarebbe morto per un graffietto per quanto avesse sete.
Era da giorni che non si nutriva.

Lei si gettò e lui sorrise pensando al fatto che non ci avesse pensato un secondo a lanciarsi.
La prese fra le braccia.

Si guardarono negli occhi.
I suoi azzurri luccicavano.
Si ricordò che stavano scappando e che quindi non potevano perdere tempo.
Tempo che sarebbe potuto essere prezioso.

Dovevano andare in una strada affollata e confondersi con la gente.
Era abbastanza presto e di persone ce n’erano in giro a quell’ora.
Lui la scese e l’afferrò dal polso tirandola.

<Dove hai intenzione di andare?> gli chiese.

<Andiamo in qualche posto affollato e poi decidiamo il da farsi o hai un’idea migliore?> affermò girandosi a guardarla.

Lei non ebbe nulla da ribattere e continuarono a camminare a quel modo fin quando non arrivarono in mezzo alle persone.
C’era uno strano via vai di gente e di scatole metalliche.
Persone che uscivano da quelle cose che lui non sapeva cosa fossero.

Lui si fermò fissando una di quelle.
<E’ una macchina, un mezzo di trasporto che gli esseri umani usano per spostarsi più velocemente> spiegò lei.

3 - Le Guardiane- ClotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora