Trentacinque

21 3 0
                                    


Gli si spezzò il cuore a sentirla piangere.

La strinse forte come per farle intendere che lui era lì con lei e che non l’avrebbe lasciata.

Lei smise di piangere mentre lui le accarezzava i capelli e la schiena per darle conforto.
Sperava che la facesse sentire meglio.

Lei si rilassò tra le sue braccia e rimase lì immobile e inerme.

Lui riusciva a sentire il suo odore che gli sembrava arrivasse direttamente alla sua anima se né aveva una.
E parlare direttamente al suo cuore che batteva forte contro le sue costole.

Non aveva idea di cosa provasse per quella dolce creatura sapeva solo che non sapeva stare senza di lei e che ogni sua lacrima era un sacrilegio.
E la cosa peggiore era che era stato lui a farla piangere.

Si sentì un vero mostro.
Ancora una volta non né aveva fatta una giusta.
Come riusciva ogni volta a farle del male?
Eppure faceva di tutto per non farlo.
Ci provava in tutti i modi.

Non capiva nemmeno il perché si fosse arrabbiata tanto.
Perché ce l’aveva tanto con lui?
Avrebbe voluto chiederlo, ma decise di non dire nulla e di stare lì a tenerla stretta e approfittare di quel momento che lei gli stava concedendo per tenerla tra le sue braccia e sentirla finalmente vicina.

Più vicina di quanto fosse stata nelle ultime settimane.
Decise di non rovinare quel momento facendole delle domande.
Anche perché ogni volta che apriva bocca stranamente litigavano.
Quindi forse era meglio non dire nulla altrimenti l’avrebbe persa di nuovo.

Continuò a tenerla stretta.
Aveva così paura di perderla.
Forse questa era l’ultima occasione che gli rimaneva di poterla tenere così stretta e vicina a sé.
Forse non gliel’avrebbe più permesso.
Non si pentiva di quello che c’era stato tra loro, ma si pentiva delle conseguenze alle quali aveva portato.

Prima non era così raro toccarla.
Tenerla tra le braccia seppur non così stretta, ma almeno poteva starle vicino.
Fingendo di essere una coppia.
Eppure lui non voleva fingere che fossero una coppia.
Lui voleva lo fossero.
Lui desiderava che lei diventasse la sua donna e che fosse solo sua.

Che chiunque sapesse che lei gli apparteneva.
Che era la sua donna.
Eppure non esisteva un modo per far si che questo accadesse.
O forse si?

<Come fa un uomo a far sapere agli altri che una donna gli appartiene?> gli chiese lui in quel momento.

Lei sembrò irrigidirsi sentendo quelle parole e poi si scostò.
Addio paradiso pensò lui.
Mise una certa distanza tra loro.
Lei lo fissò confusa.
Si vedeva che aveva pianto, aveva gli occhi lucidi e le guance arrossate.

<Di solito lo si rende ufficiale con un matrimonio e si invitano tutti gli amici e i parenti> affermò lei semplicemente.

Lui la fissò.
Un matrimonio.
Quindi avrebbe dovuto sposarla per renderlo ufficiale.

<E questo matrimonio come si svolge?> chiese lui.
Lei continuava a fissarlo confusa ma continuò a rispondere alle sue domande.

<Di solito in chiesa, entrambi si giurano amore eterno di fronte a Dio finché morte non li separi, ma ci si può anche sposare in comune> affermò lei semplicemente.

<E come farebbero gli altri a capire che quella donna appartiene già a qualcuno?> chiese lui.

<Lei indossa un anello che lui le infila mentre giura di amarla> rispose lei.

<Continuo a non capire il perché di queste domande> disse lei seria fissandolo confusa.

Davvero non riusciva a capire che cosa gli stesse girando per la testa?
Non che gliel’avrebbe detto.
Voleva fosse una sorpresa.
Si avrebbe fatto così.

In un modo o in un altro lui avrebbe fatto si che tutti sapessero che lei apparteneva a un uomo e che nessuno poteva guardarla o anche solo toccarla.

Le dedicò un sorriso soddisfatto per la scoperta.
<Si è fatto tardi, è meglio che vai a riposare, è stata una giornata dura> ammise lui.

Lei era sul punto di ribattere, ma alla fine sembrò concordare con lui quindi si diresse in camera da letto e si addormentò subito.
Ovviamente non aveva dubbi.
Quella giornata le aveva prosciugato le energie.
Era stata davvero molto lunga e anche dura.
Per entrambi non solo per lei.

In ogni caso lui non aveva sonno, anzi molti pensieri gli si stavano agitando in testa.
Molto presto avrebbe reso ufficiale a tutti che lei gli apparteneva, anche se non ci sarebbero stati amici o parenti poiché lui non né aveva e lei era stata barattata dagli unici parenti che aveva.

Poteva capire la rabbia che sentiva, d’altronde il suo stesso padre lo aveva barattato come uno schiavo ai fini di una pace tra lui e il re degli dei.
Il solo ricordo lo faceva ancora infuriare, ma decise di mettere da parte quei pensieri.

Il giorno dopo avrebbe chiesto a Cloto dei chiarimenti su quello che non gli era chiaro del matrimonio e poi avrebbe preparato tutto in modo che nessuno avrebbe più avuto il coraggio di guardarla.
Perché lei sarebbe stata impegnata con lui per sempre.

3 - Le Guardiane- ClotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora