3 - Le Guardiane- Cloto

Quattordici

   L’afferrò prima che cadesse.
Vide le lacrime rigarle il viso.

Il re degli dei chiuse la porta che lei aveva aperto e che dava su quella stanza con quelle due persone.
Li aveva riconosciuti.
Quello era l’uomo che gliel’aveva portata via e quella la donna che lo accompagnava.

La tenne stretta mentre era svenuta.
Il re degli dei lo guardò scrupoloso.
Lo scrutò a lungo mentre la teneva in braccio.
Si chiese se il dio avesse capito che lui teneva a quella donna.
Che lei era diventata importante per lui.
Anche se nemmeno lui sapeva spiegarsi com’era successo e perché.

<Hai fatto un ottimo lavoro, ti sei preso cura di lei come avresti dovuto> disse con un sorriso spietato.
<Ti darò una ricompensa, chiedi quello che vuoi e l’avrai> affermò il dio.
Lui non riusciva a credere alle sue orecchie.

Quindi il dio aveva mandato lei lì perché sapeva che c’era lui.
Non era stata una pura coincidenza che lei fosse capitata in quella stanza.
O che anche quell’uomo fosse arrivato lì, ma perché?

Che cosa voleva Zeus da lei?
Perché la stava sottoponendo a quella tortura?
Lui non riusciva a credere al fatto che quella donna l’avesse abbandonata dopo che aveva rischiato tutto per venirla a prendere.
Perché rinunciare a lei per rendere immortale quell’uomo?

Non riusciva a capirlo.
E nemmeno ci credeva nonostante a quanto pare Cloto ci aveva creduto.
Era così scossa.
Così fragile in quel momento.
La fissò e il vedere le lacrime sul suo viso non gli piacque.

Gli fece uno strano effetto, come se qualcosa si fosse stretto attorno al suo cuore.

Lui sorrise.
<Sapevo che se l’avessi mandata da te tu non le avresti fatto del male solo per contraddirmi ed è proprio per questo che l’ho fatto> disse con un sorriso compiaciuto di sé stesso per la sua trovata.

<Adesso però nonostante tutto mi sento di buon umore, pensa a ciò che desideri, me lo dirai la prossima volta> affermò lui e scomparve.

Si voltò dirigendosi verso il letto e adagiando Cloto su di esso.
Sperava che riposasse bene.
Era davvero stremata era chiaro.

Gli dispiacque vederla a quel modo.
Si ripromise che non l’avrebbe più vista a quel modo.
Non avrebbe più permesso che lei piangesse o soffrisse.
Si sarebbe preso cura di lei e le avrebbe dato tutto ciò di cui aveva bisogno.
Si era quello che avrebbe fatto.

Anche perché era l’unica donna sulla faccia della terra che si era preoccupata di sapere qualcosa di lui.
Che gli aveva fatto delle domande per conoscerlo.
Che lo attraeva e lo respingeva.
Che lo vedeva come un uomo oltre che come ciò che era.

Un’arma.
D’altronde era così che lo considerava Zeus.
Che lo aveva considerato il suo stesso padre.
Ares.
Si sarebbe vendicato anche di lui.
Una volta che si fosse liberato.

Prima però doveva occuparsi di Cloto.
Stava male.
Quando fosse stata bene e non avrebbe avuto più bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lei sarebbe andato a vendicarsi di Ares.
E avrebbe anche trovato un modo per vendicarsi del re degli dei per tutti gli anni di prigionia.
Per tutti quei secoli chiuso in gabbia come un animale.
Si.
Avrebbe avuto la sua vendetta.

Si stese accanto a lei e si avvicinò a lei per sentire il suo odore e si addormentò guardando il suo bel viso, dopo averle asciugato dolcemente le lacrime che le imperlavano il bel viso.

Nonostante tutto aveva un cuore pensò.
Credeva di essere ormai immune a qualunque sentimento dopo quello che aveva fatto alla sorella, invece adesso si rendeva conto che così non era, anzi guardandola riaffiorò in lui l'istinto di protezione, quella protezione nei confronti di chi ti cambia la vita.

E lei in qualche modo gliel'aveva cambiata.
Bè forse non aveva cambiato proprio la sua vita, forse aveva cambiato solo lui.
Aveva risvegliato il suo cuore.
Un cuore che credeva di aver perduto per sempre.

Decise infine che da quel momento in poi lui sarebbe vissuto solo per proteggerla e primo fra tutti doveva proteggerla da Zeus.
Al momento opportuno gliel'avrebbe fatta pagare anche per questo.

Non aveva perso il vizio di giocare con i sentimenti degli altri e ancora una volta a farci le spese era stata una persona innocente, perché era più che sicuro non solo che le avesse mentito, ma anche che lei non meritasse tutto quello che le stava facendo.

E lui l'avrebbe presto portata via da quell'inferno si ripromise.