Ventisette

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Chissà perché stava diventando sempre più difficile per lui starle così lontano, quando l’unica cosa che avrebbe voluto era starle più vicino possibile.

Eppure non poteva fare passi falsi.
Il fatto però che lei avesse pensato a lui e avesse preso un biglietto per lui gli faceva pensare che in fin dei conti lei lo aveva già perdonato.

E che forse lui aveva frainteso le sue parole.
Forse lei non lo detestava per ciò che era successo come voleva fargli credere.

E allora perché era così arrabbiata?
Perché era scappata via a quel modo?
Che avesse fatto o detto qualcosa che l’aveva fatta arrabbiare?
Non riusciva davvero a capire i suoi sbalzi d’umore.

Continuò a seguirla mentre si dirigevano verso questa discoteca.
Lei entrò in un locale e lui fece lo stesso.

L’ambiente era piuttosto scuro, ma c’erano diverse luci colorate.
Tutti ballavano e la musica era ad alto volume.

Guardò gli umani che ballavano strusciandosi tra loro.
Alcuni ballavano abbracciati e si baciavano altri invece ballavano con più persone.
Vide un uomo ballare in mezzo a tante donne.
Non riusciva a capire perché tutta quella confusione.

Secondo i suoi gusti quello era un pessimo posto.
Faceva troppo caldo.
C’era troppo rumore.
Vide Cloto che ballava in mezzo a tutti facendogli segno di seguirla.

<Avanti, buttati è divertente> lo incoraggiò con un sorriso.

Lui non riusciva a capire che cosa ci fosse di così divertente in mezzo a tutta quella confusione.
Nemmeno gli piaceva il modo in cui tutti la stavano guardando come se fosse qualcosa da mangiare al più presto.

In quel momento un uomo le mise una mano sul braccio facendola voltare.
Il modo in cui quello la guardava non gli piaceva.
Né tanto meno gli piaceva che gli stesse così attaccato.

Decise che era arrivato il momento d’intervenire mentre lei ballava e si divertiva.
Sembrava davvero divertirsi quando si voltò a guardarlo e cominciò a muoversi in modo suadente a ritmo della musica.

S’incantò a guardarla.
Non aveva mai visto niente di più sensuale ed erotico di quella donna che si muoveva a ritmo della musica.
E trovò piuttosto irritante quando delle donne gli coprirono la visuale.
Una lo prese da un braccio e una dall’altro.

<Avanti balla con noi> dissero entrambe.

Non riuscendo a ottenere nulla a quel modo cominciarono a ballare lì accanto a lui, prima ballandogli attorno e poi cominciando a strusciarsi contro di lui.

Davvero non riusciva a capirci nulla.
In quel momento alzando gli occhi vide che Cloto stava ballando con un altro, anzi con altri che l’avevano attorniata e lei era al centro e ballava al suo ritmo.
Sentì persino quello che loro gli stavano dicendo.

<Sei bellissima> le disse uno.

<Hai già un passaggio per tornare a casa?> le chiese un altro.

<Dio, ma chi ti ha insegnato a ballare così?> disse un altro.

Tutti la guardavano con sguardi eccitati e questo non poteva sopportarlo e soprattutto non sopportò quando uno si fece avanti e la tirò a sé.

La fece volteggiare e poi la sollevò in aria.
Adesso tutti li stavano guardando perché avevano attirato l’attenzione.
La riscese e continuarono a ballare.
Il fatto che lui la toccasse non gli piaceva, ma lei si stava divertendo.
La sentì ridere mentre ballava con quel tipo e poi quando la musica cambiò lei lo ringraziò.

<E’ stato un piacere ballare con te> disse lei con un sorriso.

Lui scosse il capo e le diede un bacio sulla guancia.
Ci vide rosso in quel momento.
Come osava toccarla?
Baciarla?
Non riusciva davvero a crederci.

<Il piacere è stato mio, nessuna balla come te, hai la passione nelle vene> le disse lui.

Lui cominciò a farsi strada per arrivare da lei.
In quel momento lei si voltò verso di lui.
Aveva un sorriso dipinto in viso che lo fece arrabbiare ancora di più.

<Andiamocene> affermò furioso.
<Adesso> le disse cercando di trattenersi dal prenderla dal braccio e trascinarla via a forza.

Si disse che si doveva controllare per via della promessa che le aveva fatto.
Quando si guardarono negli occhi lei forse capì perché si affrettò ad uscire stando attenta a non sfiorarlo.
Quando furono fuori lei lo fissò furiosa.

<Vuoi dirmi che diavolo ti è preso?> chiese lei fissandolo allibita per il suo comportamento.
Davvero per lei era così difficile capirlo? Si chiese confuso.

<E’ un Inferno là dentro, fa troppo caldo, troppo rumore, la musica è troppo alta> disse lui seccamente fissandola.

Lei scosse il capo, ma si astenne dal dire qualunque cosa.
Semplicemente si mise a camminare senza dire nulla.

<Dove stai andando?> le chiese.
Lei sorrise.

<Cerco un hotel dove passare la notte> disse seccamente.
Quando vide l’insegna di un hotel si diresse da quella parte.

Entrarono e come sempre chiesero una camera, pagarono e gli diedero una chiave.
Era già buio e quando presero l’ascensore erano da soli.

L’odore di lei permeava l’intero abitacolo.
Cercò di trattenersi dal toccarla.
Il desiderio era talmente forte, ma doveva comportarsi bene.
Gliel’aveva promesso si ripeté.

Quando uscirono dall’ascensore, si diressero vero la camera e una volta entrati lui si chiuse la porta alle spalle.

Lei posò la borsa e mentre si toglieva le scarpe stava per cadere.
Non ci pensò due volte e la sostenne.
Fu un gesto alquanto innocente.
Lei si voltò fulminandolo e lui la lasciò.

<So che ti ho promesso di non toccarti, ma non volevo ti facessi male> disse lui semplicemente.

Lei si allontanò.
<Vado a farmi una doccia> disse semplicemente, correndo via da lui.

Si chiuse dentro il bagno e poco dopo sentì l’acqua scorrere.
Sicuramente si sarebbe concessa un bagno.
E lui avrebbe approfittato di quel tempo per andare a nutrirsi, perché l’indomani sarebbe stata una dura giornata.

3 - Le Guardiane- ClotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora