Sette

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    Aprì gli occhi e come sempre non vide altro che il buio più assoluto

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    Aprì gli occhi e come sempre non vide altro che il buio più assoluto.
Cercò di alzarsi, ma era ancora troppo provata così ci rinunciò.
Tastò attorno cercando di trovare qualcosa.

Più stava in quel buio totale più si sentiva stanca e senza forze.
Essendo la vita aveva bisogno di luce.
Da quando poi non si dedicava a ciò per cui era stata creata da Zeus?

Be’ di sicuro non era colpa sua.
Tossì e dalla bocca le uscì il sangue.
Né sentì il sapore in bocca.

Cadde dal letto e l’impatto con il pavimento fresco le fece perdere tutta l’aria che aveva nei polmoni, ma le diede un leggero sollievo il fresco del pavimento.

Aveva davvero bisogno di aria fresca.
Di fare una passeggiata sotto il sole.
E anche di rivedere le sue sorelle.
Come stavano?
Cos’era successo ad Atropo?
E al suo uomo?

E a Lachesi?
Era ancora prigioniera nei sotterranei?
E per quanto riguardava Atropo era ancora viva?
Chissà quale punizione le stava facendo scontare Zeus.

Per non parlare del suo umano.
Lo aveva lasciato in vita?
O lo aveva ucciso?
O forse anche a lui era aspettata una sorte peggiore della morte? Si chiese.

C’erano così tante domande che le aleggiavano attorno.
Si chiese quanto ancora avrebbe retto a stare lì.
Aveva davvero bisogno di uscire da lì.

Non sapeva nemmeno che ore erano.
Era giorno?
O era notte?

E lui che fine ha fatto?
E’ ancora qui nei paraggi? Si chiese.
Che fosse sola adesso?

Si sentiva talmente stanca e provata.
Ormai aveva paura che le sue sorelle fossero entrambe state uccise.
O stessere subendo entrambe una punizione come lei.

Tossì ancora e poi si voltò.
Si ritrovò a strisciare verso dove si doveva trovare la finestra se non ricordava male.
Aveva così tanto bisogno di luce.
Di sole.
Del giorno.

Aveva bisogno di sentire qualcosa di vivo attorno a sé.
Era la vita, come poteva stare rinchiusa lì?
Come poteva vivere in quel posto, in quello spazio che parlava solo di morte?

Sentì il muro e tastò più su mentre continuava a tossire convulsamente.
Continuava a sputare sangue.
Toccò la tenda.
Né sentì la stoffa.
La scostò e la luce del sole la colpì.

Il calore sembrò penetrarla attraverso la finestra.
Era così caldo.
Così vivo.
Era di questo che aveva bisogno si rese conto lei.

I raggi del sole la colpivano illuminandola.
Si accasciò a terra.
Chiuse gli occhi poiché non era più abituata alla luce del sole.
Era da tanto che non la vedeva e l’accecò.
Rimase lì per un bel po’ di tempo e si addormentò addirittura.

Quando si svegliò, sentì un ringhio.
Il sole la colpiva ancora riscaldandola.
Le sembrava che si stesse rinvigorendo grazie ai suoi raggi.
Si sentiva già meglio.

3 - Le Guardiane- ClotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora