Quarantaquattro

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Quando si svegliò, era così felice che non riusciva a credere ai propri occhi.
Aveva passato la notte più bella di tutta la sua esistenza.

Era stato così dolce, tenero.
E lui era ancora lì, accanto a lei.
Lui stava ancora dormendo.
Vedeva il suo viso.
Il suo respiro tranquillo.
Il suo petto alzarsi e abbassarsi in modo lento.
Era una visione.
Una bellissima visione che non avrebbe mai dimenticato.

Chiuse gli occhi cercando di ricacciare i cattivi pensieri.
Non voleva pensare alla loro separazione imminente.

In quel momento la sua mano le accarezzò il viso e la baciò con dolcezza.

<Buongiorno> le disse dolcemente.
Lei aprì gli occhi e vide il sorriso più bello e più dolce che le avesse mai rivolto.

Ed era per lei.
Quel sorriso era solo suo.
Quegli occhi neri che la guardavano con una dolcezza che la stregò e le riscaldò il cuore.
Lo sentiva battere così forte e lei non aveva dubbi sul fatto che lui potesse sentirlo.
Era troppo rumoroso.

Gli sorrise felice.
<Buongiorno> affermò.
Lui sembrava così rilassato.

Lei gli mise una mano sulla nuca, taccando i capelli alla base così corti e morbidi.

<Va tutto bene?> le chiese.

Lei annuì sorridendo.
Certo che andava tutto bene.
Anzi non poteva andare meglio.
Be’ si sarebbe potuto andare meglio, ma non voleva esagerare.
Le andava bene così.

Lui le accarezzò la guancia.
<Ti vedo pensierosa, sei sicura che va tutto bene?> le chiese lui guardandola negli occhi.

Era così dolce, così premuroso e così buono con lei.
E lei lo amava sempre di più.
Come faceva a dirglielo quando sapeva bene che tra poco si sarebbero dovuti separare?

In fin dei conti non c’erano altre strade possibili.
Avrebbe potuto fingere, ma entrambi sapevano che la loro avventura insieme finiva lì.
Lei si chiedeva se si sarebbero rivisti.

<Si, stavo pensando che se non ci alziamo, molto presto verranno a bussare, abbiamo pagato solo per il giorno> affermò lei con un sorriso.

Lui sembrò seccato al pensiero.
Già anche lei aveva trovato il Paradiso in quella stanza.
In quell’hotel.

Non avrebbe mai potuto dimenticare quella notte.
Né i suoi baci, né le sue carezze, né tanto meno ciò che avevano condiviso.
Era stato così bello e intenso.

Lei lo baciò e poi si alzò decidendo che era arrivato il momento di mettere da parte quei pensieri e gli indugi e di andare avanti e finire quel viaggio.
Erano ormai troppo vicini per fermarsi.

Andò in bagno, si fece una doccia e poi uscì, e si vestì mentre lui faceva la doccia.
Lui uscì dal bagno mentre lei si stava spazzolando i capelli.
E non avrebbe mai potuto dimenticare le sue attenzioni e le sue premure.
Continuò a spazzolare i capelli finché lui non la fermò.
Incrociarono lo sguardo dallo specchio.

<Basta, non li torturare più, vanno bene> le assicurò.

Lei sorrise e annuì.
Si voltò e lo vide mentre si metteva una maglietta bianca.
Si vedeva che era un dio.
E che dio pensò lei con un sorriso.
Il più bello di tutti.

Lui le sorrise e lei si risvegliò, mettendosi le scarpe.
Uscirono insieme e lui si premurò di prendere la busta con i vestiti e la sua borsa.
Lei invece aveva preso solo le chiavi della stanza.

Consegnò le chiavi alla receptionist che fissò il suo sguardo da gatta morta su Kevin.
Lei gli consegnò le chiavi e poi andò da Kevin e lo baciò tanto per far capire a quella e a chiunque altra che quell’uomo era suo, seppur ancora per poco.
Sorrise soddisfatta guardando gli occhi neri di Kevin.
Se né andarono con lui che la teneva stretta contro il suo fianco.

3 - Le Guardiane- ClotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora