Cap. IX

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Per scrivere questo capitolo e la storia in generale, non so perché, ma mi ha ispirato molto questa canzone dei OneRepublic😍

L'Orco pallido annusò con il naso deformato l'aria circostante, per poi chinarsi all'orecchio del suo mannaro

 «Senti, l'odore della paura» gli disse per poi rivolgersi a Thorin con un ghigno malefico

 «Ricordo che tuo padre ne era pieno» continuò l'orco

 «No non può essere, tu dovresti essere morto!» si disse Thorin sconvolto, faticando quasi a reggersi all'albero.

 «Thorin figlio di Thrain, codardo come tutta la sua stirpe» concluse con una risata roca che fece rabbrividire i Nani; i suoi occhi di ghiaccio ispezionarono ogni componente della compagnia per poi fermarsi su Miriel, che lo guardava con odio, attaccata ad un ramo.

 «Guarda, c'è anche la mezz'Elfo. Patetico ogni tuo tentativo di salvarti,ti strapperò il cuore dal petto e palpitante lo mangerò, rubandoti la tua immortalità di stella; esattamente come feci con tua madre»

 «Tu non sai niente lurida feccia!» ringhiò Miriel con rabbia conficcando le unghie nel legno, provocando un'altra risata odiosa all'Orco

 «Credi che il mostro che popoli i tuoi incubi sia solo frutto della tua immaginazione, ma io sono quel mostro. Io ti terrorizzo da quando eri bambina!
Ero io quella notte, alla casa dei tuoi genitori, quando ho decapitato tuo padre e strappato il cuore a tua madre. Quel lurido Nano ha cercato di difendervi fino all'ultimo ma la paura lo ha fatto vacillare e debole, si è fatto tagliare la testa.
Sarà un vero piacere concludere il lavoro iniziato» concluse l'Orco sotto gli occhi increduli di tutti i Nani e quelli rabbiosi, pieni di lacrime e di amarezza di Miriel.

 «Quei due Nani sono miei, uccidete gli altri!» impartì gli ordini Azog ai suoi indicando Miriel e Thorin con la mazza chiodata.

Subito i mannari scattarono contro i tronchi degli alberi, iniziando a spingerli e a graffiarli, facendoli cadere uno dopo l'altro; i Nani furono costretti a saltare di albero in albero per salvarsi la pelle, finché l'intera compagnia si trovò sull'ultimo albero rimasto, che dava sul precipizio.

L'Orco pallido rise nel vedere la scena.

I rami iniziarono a staccarsi e il tronco a piegarsi scricchiolante sotto il peso della compagnia, così Gandalf ebbe un'idea; prese due pigne e con i suoi poteri le incendiò

 «Fili prendi!» urlò al biondo sottostante, lanciandogli le due pigne tra le mani.

Subito i Nani si misero a dar fuoco alle pigne, lanciandole contro i mannari, che scapparono bruciati.

Urla di vittoria si sollevarono dalla compagnia, ma durò poco, poiché il pino si piegò ulteriormente, mettendosi quasi orizzontale al terreno e al vuoto del baratro.

I Nani faticarono a tenersi su, Azog rise, pronto per ucciderli.

Thorin non poteva sopportare tutto quello, guardò Azog dritto negli occhi glaciali e si tirò in piedi; lentamente ridiscese il tronco arrivando a terra, l'Orco non aspettava altro.

I Nani guardarono la scena senza riuscire a fare nulla.

Thorin si mise a correre verso il profanatore, Orcrist stretta in mano, lo scudo di quercia nell'altra; corse sempre più veloce, urlando, pronto allo scontro.

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