Cap. XVII

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Il Governatore mise a loro piena disposizione una casa, così che avessero tutto lo spazio e il tempo per riposarsi e prepararsi al viaggio finale verso la Montagna.

Era una bella casa, in legno, suddivisa in due piani, senza contare il piano terra.
Al secondo vi erano quattro stanze con relativi letti, nella quale i Nani si divisero principalmente per legami di parentela; all'ultimo piano vi era, invece, una sola grande stanza destinata a Thorin, in quanto capo.
Miriel si sistemò nella stanza con Fili e Kili, non poteva andare con Thorin, non era rispettoso nei confronti del loro re.


La mattina dopo si svegliarono tutti di buon'ora e si apprestarono a trovare lavoro per ripagare in parte la generosità degli uomini.
Thorin, i suoi nipoti, Dwalin e Miriel trovarono posto nelle fucine; da sempre tutti loro si occupavano di modellare il ferro per creare oggetti pregiati, anche Miriel aveva voluto apprendere quella preziosa arte, dimostrando fin da fanciulla di esservi particolarmente portata.

All'alba arrivavano alle fucine, attraversando la cittadina parzialmente addormentata, e si mettevano comodi per lavorare in quel caldo afoso; gli uomini rimanevano a torso nudo mentre Miriel aveva una sottile casacca bianca per salvare il suo onore.

Accendevano i fuochi e il metallo prendeva a sciogliersi, il resto della giornata era un concerto di martellate ferro contro ferro e il fragore che esso emetteva quando veniva immerso nell'acqua nera per raffreddarlo e ricominciare da capo.
Tre giorni passarono a Pontelagolungo, alla sera si ritrovavano tutti a casa stanchi morti, così stanchi che a mala pena parlavano.
Al termine del terzo giorno il Governatore organizzò un banchetto in loro onore, prima della partenza verso la Montagna, verso Smaug.


Si guardò allo specchio un po' rovinato della sua stanza, pettinandosi i capelli accuratamente puliti, per poi fare due treccine ai lati della testa; al mercato era riuscita a rimediare un semplice vestito verde scuro che fosse della sua misura per cercare di essere più elegante e femminile possibile.

Quando finì rimase ancora un po' ad osservare se stessa riflessa nello specchio per poi essere distratta da Fili e Kili.
 «Zia puoi dire tu a Fili che portare armi ad un banchetto è maleducazione» disse uno incassando una gomitata dal fratello
 «Non è maleducazione ma semplice precauzione, vero zia? Dai, ce lo hai insegnato tu che bisogna sempre avere un'arma con se, non si può mai sapere se ci sono pericoli sul cammino» ribatté saggiamente il biondo.

Miriel alzò gli occhi al cielo, sorrise e scosse la testa divertita.
 «Kili ha ragione, è maleducazione presentarsi ad un banchetto armati» si alzò dallo sgabello andando verso di loro «Basta non farsi vedere» mormorò sogghignando alzandosi leggermente la gonna, rivelando un pugnale ancorato alla sua coscia.

I tre si scambiarono un sorrisetto complice per poi essere interrotti da Thorin

 «Cosa state combinando? Gli altri sono di sotto ad attendervi da diverso tempo; ragazzi, giù» disse con tono autoritario, osservando i suoi nipoti sparire attraverso la porta, tornando poi ad osservare colei che in cuor suo già chiamava sua.
 «Sei bellissima» disse sorridendo gentile, facendo sorridere anche lei «Gradirei che tu ti sedessi con me e il Governatore, se non ti dispiace» aggiunse allungando il braccio prendendola a braccetto.

 «Sì, ma certo, ti ringrazio» disse Miriel sorridendo, stringendosi a lui.

Insieme scesero le scale, apparendo agli occhi di tutta la compagnia che sorrideva felice; in fila, con Thorin e Miriel davanti, arrivarono al palazzo del Governatore.
All'interno, una grande folla li attendeva festosa e solo quando loro si sedettero al tavolo imbandito il popolo ricominciò a ballare.

Seduta alla destra del Governatore, Miriel ascoltava distrattamente la conversazione tra Thorin e quel pallone gonfiato, anche perché dopo alcuni bicchieri di vino rosso come il sangue i loro discorsi iniziarono a perdere di buon senso.

I loro compagni si era già tutti alzati e ballavano incontrollati al ritmo della musica allegra che le martellava nel cuore; gettò un rapido sguardo a Thorin, ancora intento a parlare con il Governatore, per poi alzarsi andando dal resto della compagnia.
Subito i Nani, ridendo e scherzando, iniziarono a ballare a turno con lei per tutta la sala, facendola sorridere felice, tanto da farle dimenticare seppur per poco la loro missione e tutti i loro problemi.

Era intenta a ballare con un impacciato e rosso Bilbo quando un'altra mano prese la sua, si fermarono vedendo Thorin accanto a loro con il tipo sorriso apatico che prendeva posto sul suo volto quando voleva sembrare gentile e in qualche modo romantico.

 «Posso avere anch'io il piacere di accompagnarvi nelle danze?» domandò cortese guardandola negli grandi e luminosi occhi verdi.

 «Sì credo di potermi concedere al mio re dopotutto» rispose cortese l'altra prendendo la sua mano, sentendo poi l'altra calda e ampia mano del Nano scendere al suo fianco.

Subito iniziarono a danzare ma era tutto diverso da com'era con gli altri, Thorin era diverso dagli altri, non seguiva il ritmo allegro che gli strumenti producevano ma uno lento dettato dai loro cuori.


ANGOLO AUTORE: ed ecco a voi, in ritardo di qualche ora, il capitolo n°17!

Allora, che dire, molto di transizione questo piccolo capitolo, spero ugualmente che vi sia piaciuto e vi invito a farmi sapere cosa ne pensate tramite commento!✉️

Un grazie specialissimo a tutti coloro che hanno commentato, votato e letto i capitoli precedenti. Grazie di cuore♥️

Prossimo appuntamento a GIOVEDÌ 28 MAGGIO!📆

Un bacione😘

Sissi04✨

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