Cap. XIV

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Quando Miriel si svegliò non capì subito bene dove si trovava, sentiva qualcosa di ruvido e freddo sotto di se ma qualcosa di caldo alle sue spalle che la mandava totalmente in confusione.
La testa le doleva ancora ma meno di prima, si sforzò di aprire gli occhi vedendo un muro di spessa pietra verde scuro, che poteva essere granito, davanti a se.

Si mosse appena e si accorse di non essere sola: attorno alla sua vita, come una cintura, vi era un braccio mentre un odore di pino e tabacco le arrivò solleticò le narici; si voltò lentamente vedendo il viso di Thorin a pochi centimetri dal suo.

Stava dormendo, forse per la prima volta dopo mesi e gli occhi cerchiati di viola ne erano l'inconfondibile prova, si meravigliò non stesse russando! A questo pensiero le venne quasi da ridere, ma si trattenne.

Con una mano prese ad accarezzare e a stringere lievemente quella del Nano appoggiata sulla sua vita, i suoi occhi non si staccavano dal volto dell'altro nemmeno per un istante. Dopo alcuni minuti anche Thorin si svegliò e non appena aprì gli occhi vide Miriel, che gli sorrideva, tra le sue braccia.

 «Miriel» con la mano del braccio libero prese ad accarezzarle il viso, vedendola sorridere di più e la cosa non potè che rasserenarlo «Stai bene? Quando ti hanno portata qua sembravi morta...» per quanto si fosse sforzato, non riuscì a nascondere il tremolio impaurito dalla sua voce roca.

 «Sì sto meglio, mi duole ancora la testa ma il peggio è passato» disse Miriel abbassando gli occhi con un leggero sospiro
 «Cosa ti ha fatto?»
 «Non lo so con certezza: mi ha parlato di mia madre e di chi era...»
 «Sì lo ha raccontato anche a me...» disse Thorin abbassando a sua volta gli occhi, mordendosi leggermente il labbro inferiore pensieroso.

 «Poi mi ha chiesto di scegliere se stare con voi o con loro, dal momento che ho risposto che non avrei mai tradito il mio popolo ha voluto darmi una dimostrazione pratica del potere che possiedo...» alla mente le riaffiorarono i ricordi di dolore di alcune ore prima «Ho sentito come un fuoco avvampare dal mio cuore ed estendersi in tutto il corpo, poi ha iniziato a farmi male la testa ed infine ricordo che ho brillato, da sola, emettevo luce; ma insieme ad essa un dolore fortissimo che mi ha fatto gridare» riassunse brevemente Miriel.

Sentì i muscoli del Nano irrigidirsi, doveva essere furioso alle sue parole, c'era da aspettarselo

 «Come si è permesso di farti questo, io lo uccido» disse Thorin, non la guardava più negli occhi
 «Ehi ehi Thorin guardami» disse Miriel costringendolo a guardarla, una mano sopra la barba ispida e aggrovigliata «Sto bene, sono qui davanti a te, sono tra le tue braccia e so che tu mi proteggerai. Vedrai, presto sarà tutto finito» continuò la ragazza facendo stendere di schiena il Nano, alzandosi su metà il busto per guardarlo meglio.

Lentamente avvicinò le sue labbra a quelle di Thorin e ne accarezzò appena la superficie, non vi era insicurezza in quello sfiorar di labbra, solo un lieve tremore. Fu il Nano ad approfondire leggermente il bacio, impossessandosi con maggior vigore delle labbra della mezz'Elfo; alzandosi e facendola indietreggiare fino a che la sua schiena non aderì perfettamente al pavimento freddo, coperto di paglia.

Rimasero in quella posizione per tempo indefinito, Miriel faceva vagare la sua mano dai capelli alla barba di Thorin, trovandola ispida a contatto con la pelle dei polpastrelli.
Tempo dopo le loro labbra si separarono, i respiri lievemente affannati, fronte contro fronte.

  «Nessuno oserà toccarti o farti del male fino al momento in cui il mio cuore emetterà l'ultimo decisivo battito, questo lo sai» disse il Nano, le cui palpebre erano leggermente socchiuse.

 «Questo lo so, l' ho sempre saputo e mai dubitato» rispose Miriel accarezzando distrattamente i capelli dell'altro, ancora intenzionato a sovrastarla con il suo corpo.

 «Non sai quanto creda che tutto questo sia sbagliato, eppure non riesco a fermarmi» continuò Thorin sospirando rumorosamente e mettendosi a sedere contro la parete «Ogni volta che penso a questa impresa, al nostro popolo, a te, vedo solo fallimento. Non sono stato in grado di fare nulla, moriremo di vecchiaia dentro queste prigioni elfiche; se penso che con ciò che provo per te in questo momento, penso alla casa che vorrei darti, alla sicurezza che vorrei darti. Ho sbagliato ovunque» un altro sospiro uscì dalla gola del Nano, i cui occhi erano incollati al suolo.

 «Thorin, tu non hai fallito, ci hai provato. Sei riuscito a fare tanto per il nostro popolo, ci hai creato una vita sui Monti Azzurri e questo vale più di tutto l'oro di Erebor. Hai avuto coraggio quando ne è stato necessario, hai guidato un popolo perso e ridotto alla fame verso una nuova vita, hai dato speranza.
Io sono e sarò al tuo fianco qualsiasi cosa accada, te l'ho promesso ricordi?» disse Miriel sorridendo appena, tirando fuori dalla casacca sbiadita e consumata la pietra runica blu che lei e Thorin si erano scambiati da bambini; tirando lievemente la slacciò dal collo e la mostrò al Nano.
 «Ricordi cosa significano queste rune?»

 «Insieme con coraggio»

 «Ricordo quando ce le scambiammo: c'eravamo nascosti dal nonno per aver rotto il suo poggiapiedi intarsiato, ci stava cercando, sentivamo le sue urla, diceva che non appena ci avrebbe trovati ci avrebbe infilzato con la sua ascia» Miriel ricordò quel momento così lontano e tenero in un certo senso, una vita che ormai non fa che parte del loro passato.

 «Sì, avevamo paura lo facesse davvero così decidemmo di farci una promessa. Prendemmo due pietre dal fiume accanto a noi, erano di un blu perfetto; se mai ci avesse trovato, saremmo rimasti insieme a proteggerci l'un l'altro, con coraggio» concluse Thorin per lei.

 «Mi manca» gli occhi smeraldini le si inumidirono appena, appoggiò la testa alla spalla del Nano

 «Anche a me, anche a me» le disse accarezzandole lievemente il volto.


I giorni si susseguivano monotoni nelle prigioni elfiche, a volte Thranduil convocava Thorin per sapere se si era deciso a parlare, ma con scarsi risultati. La loro cella era staccata dagli altri, in una zona più difficile da raggiungere e nascosta.

Quando portavano loro del cibo, Thorin si rifiutava categoricamente di inghiottire anche solo un pezzetto del pasto ma si faceva spesso convincere da Miriel con frasi come "Devi tenerti in forze" o "Non è velenoso".
Non avevano avuto alcuna notizia dello Hobbit e l'attesa si stava facendo snervante, rendendoli facilmente irritabili.

Erano passate due settimane dal loro arrivo nel Reame Boscoso.


ANGOLO AUTORE: ed ecco a voi il capitolo n°14!

Come avevo preannunciato, sono tornata a pubblicare; perdonatemi la settimana di pausa ma avevo davvero bisogno di staccare un attimo e concentrarmi sullo studio, dal momento che ho due esami davvero importanti in vista.

Anyway, spero di non aver fatto scappare nessuno e che questo capitolo abbia soddisfatto un po' le vostre aspettative, vi invito a farmelo sapere con un commento!✉️

Come al solito ringrazio tutti coloro che hanno lasciato una stellina o un commento o anche solo una loro visualizzazione a questa piccola ff, grazie di cuore❣️

Prossimo appuntamento a DOMENICA 17 MAGGIO!📆

Un bacione😘

Sissi04✨

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