Cap. XXV

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Aprì lentamente gli occhi ma fu costretta quasi subito a richiuderli a causa di una luce fioca ma accecante per le sue iridi in quel momento più che mai delicate. Li riaprì più lentamente e con cautela, cercando di mettere a fuoco ciò che aveva intorno; sentì un rumore ovattato, un fruscio, qualcuno sussurrare.
 «Ecco, forse ci siamo»

Pian piano la sua vista si fece più nitida, permettendole di distinguere il viso paffuto e un po' sporco di Bilbo, il volto stanco e affaticato di Dwalin e quello sconvolto e bagnato di Balin.
 «D-dove sono?» sussurrò con voce impastata, sentì le labbra secche ma appiccicose al tempo stesso e un sapore dal retrogusto metallico
 «Oh bambina mia, sei nel campo di Daìn, la battaglia è stata vinta» le disse il Nano più anziano con voce arrocchita e gli occhi lucidi, seduto su uno sgabello di gran lunga più piccolo del suo fondoschiena.

Non appena si mosse sentì come un opprimente peso sul petto che la costrinse a stare ferma; con mani tremanti e mezze fasciate andò a constatare di avere una stretta fasciatura intorno al busto.
 «Perché questo? N-non riesco a ricordare bene» sussurrò confusa guardandoli in disperata ricerca di risposte
 «Azog ti aveva attaccata, siamo arrivati in tempo per salvarti e Thorin lo ha ucciso» mormorò Dwalin con voce che Miriel non riconobbe sua.

Ci fu un momento di silenzio, nessuno proferì parola, guardando chi i propri piedi infangati chi l'arredamento inesistente di quella tenda spoglia, tutti evitavano l'ovvio ai suoi occhi.
 «Dov'è Thorin?» chiese di botto come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Nessuno le rispose e così, lentamente, si fece strada in lei un orribile sensazione come di nausea, dolorosa e triste; li guardò uno ad uno ma nemmeno Bilbo riuscì a sostenere il suo sguardo indagatore che chiedeva solo risposte.
 «V-vi prego... ditemi la verità» mormorò infine con più sicurezza e desiderio di sapere.
 «È... si trova alcune tende più in là; Miriel lui...» sussurrò con occhi lucidi lo Hobbit, non riuscendo davvero a trovare le parole adatte «Lui, dopo averti salvato, si è subito occupato di te e delle tue ferite e... n-non è riuscito a difendersi... » si interruppe con espressione dolorante, cercando di reprimere un singhiozzo coprendosi la bocca con la mano.
 «Bolg lo ha colpito» concluse per lui Dwalin.

Il mondo parve crollarle addosso, ammassandosi su quel peso che da quando aveva ripreso coscienza le opprimeva il petto; si alzò di scatto gemendo e si morse il labbro a sangue dal dolore ma non si fermò, mise i piedi a terra e non appena fece forza sulle gambe per alzarsi ricadde in avanti quasi sbattendo la faccia se Dwalin non l'avesse afferrata in tempo.

 «Miriel, ti prego, ti sei appena svegliata, hai dormito un giorno intero e non sei per niente in forze, ti farai solo del male se...» cercò di dire Balin, le sembrò sull'orlo del pianto, non lo aveva mai visto in quello stato... e la cosa la spaventò nel profondo del cuore.
 «No, vi prego, devo vederlo» ribattè decisa guardandoli supplichevoli, il labbro inferiore leggermente tremante.

A quel punto si arresero e tra le braccia muscolose di Dwalin venne accompagnata fin davanti ad una tenda; sembrava come tutte le altre se non per lo stemma di Durin appeso all'esterno.
Con titubanza entrarono tra i lembi bianchi e lo scenario che si presentò loro davanti li fece gelare sul posto.

Thorin era steso su una brandina, intorno e sotto a lui erano state stese delle grandi pelli dai toni marroni, era indice di nobiltà; eppure, il Thorin che si presentava ai suoi occhi sembrava tutt'altro che nobile: sporco di fango, ferito, con il sangue dei suoi nemici unito al suo.
Miriel gli si avvicinò zoppicando, cadendo in ginocchio al suo capezzale con le lacrime a rigarle il viso; gli sfiorò lievemente la guancia, spostandogli alcune ciocche di capelli, quando gli occhi del Nano si aprirono a fatica.
Subito la mezz'Elfo si asciugò le lacrime, rimanendo con espressione sconvolta e speranzosa ad osservarlo.

Non appena i loro occhi si incontrarono seppero entrambi che non c'era nulla da dire, nulla che avrebbero potuto fare, che avrebbero potuto in qualche modo cambiare, le loro speranze di un tempo erano vane.
Thorin ormai lo aveva accettato, faticava a respirare e le ferite perdevano un sangue inarrestabile.

 «N-no... no, non voglio vivere senza di te; n-non posso pensare... che un giorno mi sveglierò senza ricordare più la tua voce» Miriel scosse la testa disperata abbassandola per non fargli vedere le lacrime che scendevano inesorabili, stringendo forte una sua mano.
Il Nano prese allora ad accarezzarle i capelli con l'altra, piano, dolcemente, con un lieve sorriso dipinto sul volto pallido e stanco.

 «Non ti lascerò mai veramente, nessuno di voi che mi avete conosciuto come Thorin Scudodiquercia mi perderà» le fa alzare il viso guardandola nei suoi splendidi e luminosi occhi di giada lucidi di lacrime «Io vivrò per sempre qui dentro» le sfiorò il centro del petto fasciato, esattamente dove sapeva esserci il cuore.
Miriel singhiozzò cercando di trattenersi e sforzarsi di sorridere, non volendo che il suo ultimo ricordo siano le sue lacrime.

 «T-ti prego non lasciarmi» sussurrò sporta verso di lui bagnandogli il volto con alcune lacrime; a quelle parole, per quanti sforzi fece, anche Thorin singhiozzò sul punto di piangere per poi ricomporsi guardandola innamorato.
 «T-ti ho amata... da sempre, dal primo istante» tossì sputando un po' di sangue «e t-ti a-amerò sempre, a-anche nella morte, è una promessa» sussurrò a fatica scosso da leggeri spasmi nel tentativo di respirare almeno un'ultima volta.

La ragazza abbassò lo sguardo, piangendo inesorabilmente.
 «L-lo so, anch'io ti amo e ti amerò per sempre, è una promessa, ma t-ti prego n-non lasciarmi, non ora, a-abbiamo ancora tanto da v-vivere insieme t-ti prego non lasciarmi sola» singhiozzò in modo strozzato, nel tentativo di trattenere la prova che tutto ciò che le si palesava davanti agli occhi la stessa distruggendo nel profondo del cuore, continuando a stringere convulsamente la sua mano.
Passarono diversi secondi, il silenzio era assordante.

 «M-miriel...» sussurrò Dwalin piangendo, coprendosi il volto con le mani uscendo dalla tenda non riuscendo a reggere il dolore.

Alzò di colpo il viso sgranando gli occhi «No, no ti prego Thorin no» gli prese il volto tra le mani, guardando i suoi occhi cristallini, iniziando a scuoterlo aspettandosi di ricevere un segno in risposta.

Non accadde nulla.

Le urla della poverina riecheggiano ancor oggi tra le pareti di quella vecchia montagna maledetta; urla strazianti, che mai sarebbero state dimenticate da chi ebbe il dispiacere di udire.

Thorin Scudodiquercia era morto.


ANGOLO AUTORE: ed ecco a voi il famigerato capitolo 25!

Piccola premessa prima di fare la pagliaccia, questo capitolo è stato scritto più di un anno fa ma avevo, come Miriel, subito un lutto molto pesante, di conseguenza nelle parole e nei gesti della nostra protagonista c'è tutta la me stessa di allora in quel particolare momento quindi (anche se su questa piattaforma ho incontrato solo personcine bellissime e gentilissime) chiedo di non giudicare le scelte fatte da Miriel o il suo comportamento. Grazie mille

Detto ciò, spero che questo "ultimo" capitolo vi sia piaciuto, per quanto possibile, e vi invito a farmi sapere cosa ne pensate tramite commento o stellina.✉️

Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno lasciato un commento/voto ai capitoli precedenti o anche solo una visualizzazione che è da me graditissima. Grazie♥️♥️♥️

Come forse avrete inteso... ho ancora un ultimo "colpo di coda" da sferrare, quindi, come al solito da una settimana a questa parte... ci vediamo domani😉😏

Un bacione😘

Sissi04✨ 

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