CAPITOLO 1

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Il pomeriggio lo trascorsi in giro per negozi con mia sorella, che non vedeva l'ora di prendere un nuovissimo paio di pantaloncini. Aveva assillato tutta la famiglia per almeno una settimana e, finalmente, mi decisi ad accompagnarla. Dato che ero già lì, ne approfittai per dare un'occhiata in giro, cercando di adocchiare qualcosa di interessante; non trovai nulla, ma mia sorella non perse tempo a provare i pantaloncini. Rimase chiusa in camerino per un tempo quasi infinito, tanto che pensai ci fosse morta dentro.

"Fra, hai finito?"

La sentii armeggiare con gli appendiabiti, imprecando quando le cadevano dalle mani, arrivando a toccare il pavimento.

"Quasi fatto."

Sospirai pesantemente. Andare a fare shopping con lei si trasformava sempre in un lungo trauma. Ricordo che una volta era venuta a sapere del super sconto che facevano nel negozio sotto casa e, ovviamente, ha trascinato me e nostra madre con lei. Siamo entrate nel negozio all'apertura, alle nove esatte del mattino, per poi uscire fra gli ultimi, verso le sei e mezza del pomeriggio. Sì, uscire con lei è decisamente un trauma.

La vidi spuntare tutta sorridente dal camerino, iniziando a riempirmi di tutti quei vestiti che aveva provato ma non avrebbe comprato mentre si diresse saltellante verso la cassa, sorridendo alla commessa che la stava aspettando per estrapolarle i ventiquattro euro assegnati a quel preciso capo. Cercai in tutti i modi di evitare di far cadere i tessuti a terra; era davvero una montagna di magliette, top e pantaloni di tutti i tipi che ostruiva la maggior parte del mio campo visivo. Dovetti fermarmi di colpo quando urtai qualcosa, o per meglio dire qualcuno. Un paio di capi caddero dalle mie braccia e mi affrettai a raccoglierli, essendo ben a conoscenza del fatto che le commesse in questo negozio detestassero questo genere di cose. Solo quando ripresi il tutto mi decisi ad alzare lo sguardo verso la persona di fronte a me. Aveva dei lunghi e neri capelli lisci; gli occhiali da sole, mescolati alla giacca di pelle, le davano quel classico aspetto da dura. Chi diamine indossa la giacca di pelle a luglio? Era abbastanza alta e ciò mi costrinse ad alzare maggiormente il capo. Non disse nulla, mi squadrò per qualche secondo, tornando poi ad osservare alcune magliette in saldo per poi lasciare il negozio. Strana, davvero strana. Non mi resi conto che, per tutto il tempo, la voce di mia sorella cercava di attirare la mia attenzione verso la cassa, fino a quando non sentii la sua presa salda trascinarmi dove mi stava aspettando. Poggiai i vestiti su un apposito tavolino sempre vuoto per poi estrarre il portafogli dalla tracolla e passare la carta di credito sull'apposito apparecchio.

Non tornammo subito a casa; era ancora presto e il caldo della giornata ci invogliò a fermarci al bar del centro commerciale per prendere un cono gelato. Francesca scelse cioccolato, mentre io optai per la classica nocciola. Dovetti ammettere che fanno davvero un ottimo gelato.

Tornammo a casa una mezz'oretta dopo, trovando mio padre intento a scorrere fra i vari canali televisivi.

"hey pa' "

L'uomo si alzò dal divano sul quale era comodamente stravaccato per venirmi a salutare con un caloroso abbraccio. Di solito fa i turni mattutini, che implicano alzarsi alle cinque del mattino per poi tornare verso l'una, e raramente riusciamo a fare colazione insieme.

"Dove siete state tutto questo tempo?"

"Shopping. Sai com'è Francesca quando entra in un camerino."

Rise sonoramente, ben consapevole delle abitudini della figlia. Sentii i jeans vibrare, quindi estrassi il telefono dalla tasca e constatai di aver ricevuto un messaggio da parte di Andrea:

"Spero tu sia pronta. Sto arrivando."

Diedi una rapida controllata all'orologio; segnava le sette e mezza. Dannazione, devo smetterla di uscire con mia sorella. Andai di fretta in camera, cercando qualcosa di carino da indossare. Andrea mi aveva detto di vestirmi elegante ma non troppo; credo che una maglia lievemente scollata nel davanti ed una gonna corta ma non troppo vadano bene. Riuscii a prepararmi appena in tempo, sentendo il campanello suonare proprio appena terminai di passare un velo di rossetto sulle labbra.

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