CAPITOLO 5

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Pov Alessia

Arrivai in perfetto orario davanti al giardino comunale, poco dopo aver avvisato la mia ragazza che sarei venuta per farle compagnia. La vidi avanzare felicemente verso di me, avvolgendomi il collo con le braccia non appena fu abbastanza vicina. Le posai le mani sui fianchi, sorridendole, prima di far combaciare le nostre labbra in un casto bacio.

"Mi sei mancata."

Affermò, sfoggiando un gran sorriso, per poi stringermi in un abbraccio. Detesto gli abbracci; li trovo privi di senso e vietano alla persona il proprio spazio vitale. Ho bisogno di respirare. La allontanai delicatamente, accennando un lieve sorriso.

"Ci siamo viste stamattina."

Constatai, lasciando fuoriuscire una risata divertita, mentre iniziammo ad incamminarci verso il suo gruppo di amiche. Erano davvero simpatiche e di buona compagnia. Erika, però, riusciva a mettere a dura prova la mia pazienza. È stupida come un mulo, per non parlare della sua imbranataggine. Come diamine fa ad essere così irritante? I miei pensieri vennero interrotti quando quattro paia di occhi si posarono su di me.

"Ciao a tutte."

Salutai, sistemando meglio il marsupio che avevo deciso di indossare a mo di cintura. Quel giorno fece meno caldo, così tornai al buon vecchio paio di jeans e ad una maglia a maniche corte. Andrea si avvicinò quasi correndo verso di me, cosa che mi costrinse a indietreggiare notevolmente.

"Alessia! Che bello rivederti. Oggi giornata libera?"

"In realtà sono quasi sempre libera."

Ammisi con fare pensante. Valeria, che si stava occupando di ammucchiare tutte le foglie cadute dagli alberi, si girò nella mia direzione, posando subito dopo il rastrello sul tronco di un albero ed avvicinandosi a noi.

"Che lavoro fai?"

Mi grattai la nuca, sentendo la mano di Noemi accarezzarmi il braccio opposto.

"Lavoro nell'azienda di famiglia."

"Ecco perché."

Sentii sbuffare la nana da giardino, constatando quanto fosse ancora concentrata sul suo lavoro mentre le altre erano praticamente entrate in pausa. Alzai un sopracciglio, continuando a fissarla nella speranza di poterla fulminare con lo sguardo. Detesto i saputelli, ma è amica di Noemi e si salva solo per questo.

"Che hai detto, nana da giardino?"

"Sono più bassa di pochi centimetri."

Si lamentò, avanzando a grandi passi, facendosi largo fra le altre per sfidarmi con quei suoi occhioni da cane bastonato. Si avvicinò fin troppo per i miei gusti e, quando la vidi alzare un braccio, la bloccai dal polso, costringendola a tornare alla sua posizione precedente.

"Non hai alcun diritto di toccarmi."

Sentenziai. Vidi le altre osservare l'intera scena senza fiatare, compresa Noemi, la quale non capiva il perché di tale reazione. Ovviamente non poteva capire. Mi andai a sedere su di un muretto poco distante, osservandole riprendere il proprio lavoro. Portai la maggior parte della mia attenzione al mio cellulare, leggendo dei messaggi che mi aveva inviato mio fratello Brandon.

"Hey, cazzona, dove sei? Papà era convinto di trovarti a lavoro."

Sorrisi nel leggere il messaggio, non perdendo tempo nell'inviare una risposta. Digitai in fretta ciò che avevo in mente onde evitare di dimenticare il concetto basilare del messaggio che avrebbe ricevuto di lì a poco.

"Felice di sentirti, fratello. Sono dalla mia donna."

"Stai attenta a non combinare una frittata."

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