CAPITOLO 15

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Quando tornai dalle altre, non mi aspettai di certo di ritrovarmi il faccione inquietante di Andrea fissarmi con insistenza, con un gran sorriso dipinto sul volto. Feci finta di ignorare quella strana espressione e proseguii verso il vialetto dove le ragazze stavano piantando i fiori.

"Rikaaa!"

Urlò la mia amica d'infanzia, fiondandosi sul mio povero corpo e buttandomi di peso sul pavimento. Ero ancora stordita da ciò che io stessa avevo fatto e davvero non riuscivo a capire tutto quel suo entusiasmo. Assunsi uno sguardo confuso, invitandola a spiegare il perché di quella sua reazione.

"Questa sera andiamo a vedere qualche bello stripper!"

"Cosa?!?"

Esclamai, sgranando gli occhi al massimo delle mie capacità. Sono serie? E perché mai dovremmo andare in un posto del genere? In quel momento vidi Alessia fare la sua comparsa. Mi ritrovai involontariamente a fissare quel dannato punto dei suoi pantaloni, ora normale, e non potei fare a meno di sentirmi lievemente in colpa per la situazione. L'avevo provocata pur sapendo che fuori dell'edificio c'era la sua ragazza, nonché mia amica, che non sospettava assolutamente nulla. Avanzò a passo deciso verso di noi e sorrise tranquillamente, come se non avesse mai partecipato a ciò che stavamo facendo pochi minuti prima, portando le mani in tasca ed osservando Noemi con tranquillità. Di sicuro avevo ancora una strana espressione in faccia perché risero tutte di gran gusto e non potei fare a meno di notare il suo risolino.

"Vedrai che ti divertirai."

Ammise Valeria con un occhiolino ben impostato. Feci spallucce, poiché sapevo perfettamente che era impossibile discutere con loro, così accettai senza altre proteste. Saremmo andate quella sera stessa e nel pomeriggio mi ritrovai a casa di Andrea per aiutarla a scegliere un vestito abbastanza provocante ma che non dicesse "sono una zoccola". Parole sue. Mi chiedo ancora se esista un abito del genere. Svuotammo tutti e due i suoi armadi, rivoltando letteralmente l'intera stanza, in cerca di ciò che stava disperatamente bramando. Quando lo trovò, non perdemmo tempo a fiondarci sul suo comodissimo letto matrimoniale, cercando di riposarci un po' prima della serata che ci attendeva pazientemente.

"Hai visto? Alla fine l'hai trovato."

Annunciai, indicando il vestito rosso che le ricadeva stretto lungo i fianchi fasciandola per bene fino a un po' sopra le ginocchia. Aveva già indossato quel vestito quando decidemmo di fare una festa alcolica con alcune nostre vecchie compagne di scuola, prima della sua partenza per iniziare l'università. Ripensando a quel momento, mi ricordai quanto veloce fosse passato il tempo; sembrava solo ieri e invece erano passati ben tre anni e a breve ci saremmo laureate. Se non avesse perso tempo appresso ai ragazzi avrebbe già il pezzo di carta in mano, ma la sua filosofia di vita comprendeva il divertirsi, così si ritrovò fuori corso a causa di un paio di materie, ma nulla di grave.

"Ti ricordi l'ultimo anno di liceo?"

La sua voce calma mi risvegliò dai miei pensieri. Girai la testa nella sua direzione e le sorrisi, notando il suo sguardo lievemente malinconico al pensiero di quei tempi lontani. Ridacchiai, girandomi su di un fianco, poggiando il capo sul palmo della mia mano, lasciando cadere l'altra davanti il mio stomaco, arrivando a posarsi sul materasso.

"Nostalgica?"

"Un po'."

Sorrise, portando i suoi occhi lievemente lucidi su di me. Le accarezzai la guancia, lasciandole un tenero bacio sulla tempia, per poi abbracciarla protettivamente.

"Sta finendo anche questa parte di vita. Cosa faremo dopo?"

A volte le sue crisi filosofiche riguardanti il futuro possono essere davvero esilaranti, ma non quella. Quella era carica di preoccupazioni e bisognosa di rassicurazioni.

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