CAPITOLO 4

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La nostra giornata libera la passammo a casa di Noemi. I suoi genitori erano fuori per lavoro e non sarebbero tornati prima della prossima settimana, quindi avevamo la casa tutta per noi. La parte migliore fu la piscina, nella quale non perdemmo tempo a tuffarci. Il caldo torrido non sembrava avere intenzione di andarsene così facilmente, anche se il meteo aveva previsto giornate lievemente più fresche. Personalmente, preferisco l'estate all'inverno, ma questo caldo afoso è davvero insopportabile.

Uscii dalla piscina nella quale ci stavamo beatamente rilassando per dirigermi in cucina con lo scopo di prendere delle bibite fresche dal frigo. La villetta di Noemi era veramente niente male; abbastanza spaziosa, con un grande giardino e addirittura dotata di una mini sala giochi. Gli interni, ben arredati, godevano di mobili nuovi di zecca, seguendo lo stile cromatico bianco e nero. Aprii il frigo e presi le bottiglie fresche, dirigendomi nuovamente in giardino dalle altre. Stavo attraversando il corridoio quando mi bloccai, sentendo delle voci provenire dal salotto. Le uniche due assenti in piscina erano Noemi e la sua fastidiosa ragazza. In genere non mi metto ad origliare le conversazioni altrui, ma il loro tono di voce e la mia curiosità mi spinsero ad avvicinare l'orecchio verso la porta socchiusa, cercando di captare qualche movimento con lo sguardo.

"Penso che dovremmo dirglielo."

Noemi, compostamente seduta sul divano, prese la parola mentre cercava di mantenere un contatto visivo con l'altra, la quale scattò non appena sentì l'affermazione della fidanzata.

"Che?!? Non se ne parla!"

"Ma amore"

"No."

Il suo tono di voce divenne più freddo, distaccato. Fissò un punto non ben definito nel vuoto, posando nervosamente le mani sulle proprie gambe. Noemi le si avvicinò con calma, sorridendole in modo rassicurante nel tentativo di farla ragionare.

"Ti puoi fidare di loro, le conosco bene."

"Ho detto di no."

"Penso che ti sentiresti più a tuo agio se solo-"

"Cosa non capisci della parola "no"?"

Scattò in piedi, facendo sussultare la più piccola, alzando di poco la voce per poi massaggiarsi una tempia. Noemi sospirò, alzandosi a sua volta dal divano posto di fronte al televisore al plasma, per poi abbracciare l'altra ragazza, la quale impiegò qualche secondo per ricambiare il gesto.

"Prima o poi lo verranno a sapere. Non lo puoi nascondere."

Ridacchiò, portando una mano sul petto di Alessia e cominciando dei lenti movimenti circolari. La ragazza dagli occhi di ghiaccio le prese saldamente i fianchi con le mani, attirandola maggiormente a se.

"Fa caldo e penso che si stiano già facendo delle domande."

"Lo so."

Rispose solamente, nascondendo il viso nell'incavo del collo della mia amica. Devo ammettere che quando sono da sole diventa tutta un'altra persona. Cercai di captare altre informazioni, ma da quello che avevo potuto sentire ipotizzai che fosse coinvolta in un giro di droga o che avesse a che fare con la mafia.

"Erika, muoviti!"

Sentii Andrea chiamarmi e in quel momento vidi gli occhi di Alessia alzarsi nella mia direzione, allargandosi dalla preoccupazione mista a nervosismo. Scappai in piscina, cercando di attuarmi il più tranquillamente possibile. Valeria uscì in tutta fretta dall'acqua, levandomi di mano una delle birre che avevo portato.

"Finalmente ce l'hai fatta. Ti eri persa, per caso?"

Sghignazzò, accompagnata dalle risate delle altre. La osservai con agitazione, invogliandola a raggiungermi in acqua. Non appena fummo tutte abbastanza vicine, iniziai a sussurrare tutto un preambolo che sarebbe giunto alle mie conclusioni.

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