CAPITOLO 18

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Le giornate passarono lente da quell'incontro con Alessia, ritrovandomi spesso a casa sua per poter avanzare delle lezioni di fiducia in me stessa, come le chiamava lei, permettendomi di scoprire l'erotismo in tutte le sue forme. Non perdemmo tempo a scambiarci i numeri di telefono per ogni evenienza, contattandoci anche solo per sapere come procedeva la giornata e mandarci qualche link stupido. Mi sono resa conto di quanto fossi attratta da lei e di come faticavo a resistere ad ogni suo tocco, ma non volevo mandare tutto in fumo, non volevo affrettare le cose. Anche se aveva detto di volermi, non credevo lo intendesse davvero, e poi sono ancora terribilmente terrorizzata. Da quello che so deve fare parecchio male e non credo di voler provare quella sensazione. Per fortuna ad Alessia non infastidivano questi miei momenti di incertezza, anche se a volte mi trovavo ad allontanarla senza un preciso motivo; o meglio, un motivo c'era. Noemi. Feci molta più attenzione alle loro interazioni dopo ciò che mi riferì Andrea, notando immediatamente quanto risultassero fredde, quasi estranee, nonostante si sorridessero tranquillamente. Non sapevo cosa stava succedendo ed ogni volta che provavo a chiedere spiegazioni ad Alessia, lei cambiava argomento. In ogni caso, l'estate stava giungendo al termine, presto sarebbe arrivato settembre, e non avevo alcuna intenzione di rovinare gli ultimi giorni di relax pensando al male che stavamo facendo alla ragazza dai capelli fucsia con il nostro comportamento. Quel giorno saremo andate al mare e avremmo passato una bella giornata tutte insieme. Valeria riuscì a convincere Matilde a presentarsi, ricordandole che un giorno in meno di studio non avrebbe aggravato molto la situazione. Concordai con Andrea di vederci direttamente in spiaggia, dato che la sua auto era stata quasi del tutto riparata e poteva tornare su strada tranquillamente. Mi misi in macchina, allacciai la cintura di sicurezza, accesi la radio e mi immisi nella mia corsia, attivando il navigatore per farmi guidare verso il luogo stabilito giorni prima. Non avevo fatto nemmeno cinque minuti di strada che un pensiero mi si formò in mente, portandomi a girare bruscamente ad un incrocio, imboccando una delle traverse che mi avrebbe portata dritta davanti casa di Alessia. Sperai con tutta me stessa che non si fosse già messa in viaggio per raggiungere le altre, posteggiando proprio davanti casa sua e tirando un sospiro di sollievo nel notare la moto ancora parcheggiata nel vialetto. Bussai con insistenza alla porta e quando mi aprì, con il telefono vicino ad un orecchio e quel suo tono professionale, non potei fare a meno di mordermi il labbro inferiore, rendendomi conto di quanto fosse irresistibile nei panni di donna d'affari. Entrai in casa e mi sedetti sul divano, aspettandola pazientemente. Dopo circa dieci minuti di attesa, la vidi avanzare verso di me con un sorriso, sedendosi al mio fianco e lasciandomi un delicato bacio sul collo.

"A cosa devo questa visita?"

La sua voce calda mi fece sentire un brivido lungo la spina dorsale, risalendo lenta fino al collo. Un suo indice vagava indisturbato sulla mia spalla, andando a massaggiare il braccio e risalendo lungo la clavicola. Deglutii al tocco, girando di poco il capo verso di lei ed osservando saldamente quelle distese di ghiaccio che tanto adoro. Sorrisi notando come si stesse leccando le labbra nell'ammirare le mie, così, con poco preavviso, le catturati in un caldo bacio. Ridacchiò subito dopo, massaggiandomi una coscia con una mano, mentre con l'altra si ritrovò a sostenere il mio mento. Il suo sguardo terribilmente serio era in grado di terrorizzarmi ed affascinarmi allo stesso tempo. Era tenebrosa, oscura, come se stesse nascondendo qualche segreto irrivelabile, e lo adoravo. Senza nemmeno rendermene conto, mi ritrovai a muovere il busto verso di lei, alzando una gamba per poter sorpassare il suo corpo, mettendomi a cavalcioni su di lei come la prima volta che ho voluto stuzzicarla. Solo che questa volta la volevo totalmente impotente sotto di me.

"Ti stavo pensando e ho deciso di passare."

Alzò un sopracciglio, per niente convinta a quella mia misera risposta. Cosa avrei dovuto dirle? Sei così fottutamente sexy che voglio farmi scopare da te tutto il giorno? Meglio di no. Posai le mie mani delicate sulle sue spalle, tornando a fissarla negli occhi. In quel momento sentii qualcosa, come una scarica d'adrenalina, pompare nelle mie vene, portandomi a sapere perfettamente cosa volevo in quel momento e in quel preciso istante era lei che mi implorava di farla venire.

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