Fucking Love

CAPITOLO 33

Sembrò un sogno, uno di quei bellissimi sogni che fai durante un ottima sessione di sonno e ti ritrovi a sorridere senza nemmeno rendertene conto. Sembrò un sogno, eppure le mie orecchie erano certe di aver sentito bene ciò che lasciò le sue labbra. Alessia poteva fare la dura e farsi temere in qualche modo dagli altri, ma nell'intimità della sua casa si trasformava completamente, diventava come un cucciolo abbandonato in cerca di un po' d'affetto. E per la prima volta nella sua vita aveva detto quelle piccole parole che, in quel momento, significarono tutto per me. Sorrisi all'idea di essere la prima in questo e mi impuntai di esserlo in molte altre occasioni. L'avevo lasciata dormire beatamente sul suo letto mentre io mi ero letteralmente fiondata sotto la doccia. Puzzavo terribilmente di sesso e la scia sparsa sul mio basso ventre non faceva altro che accentuare la cosa. Arrossii al pensiero di questa mattina, al suo tocco delicato sulla mia pelle, ai suoi baci sul collo che, in un certo qual senso, mi facevano capire di essere al sicuro, e sorrisi involontariamente.

Quando terminai con la doccia, mi recai dritta in cucina per prendere qualcosa da mangiare e mi accorsi in quel momento dell'ora tarda. Erano quasi le due del pomeriggio e non avevo contattato mia madre nemmeno una volta, nemmeno per messaggio. Sicuramente si sarà preoccupata dato che mi ricordo sempre di chiamarla. Le lezioni erano finite già da un'ora e sarei dovuta essere a casa. A distogliermi dai miei pensieri furono un paio di braccia estremamente familiari ed una voce ancora impastata dal sonno che arrivò calda al mio orecchio.

"Buongiorno."

Sussurrò mentre si occupò di abbracciarmi da dietro, lasciandomi un paio di baci sul collo. Inclinai il capo per permetterle maggiore spazio e sghignazzai nel constatare che fosse ancora nuda.

"Sono le due. Quindi, buon pomeriggio."

Risi, causandole il formarsi di un tenerissimo sorrisino in un angolo della bocca. Si separò per raggiungere la mensola utilizzata per riporre le tazze e ne prese una, aprendo poi il frigo per afferrare il latte fresco. Mi sedetti intorno al tavolo della cucina e la osservai compiere tranquillamente quelle attività nonostante fosse completamente nuda. Per la prima volta da quando ci siamo conosciute, si sentiva a suo agio nel farmi vedere il suo corpo in un ambito che non implichi il sesso. Sghignazzai, osservando i suoi seni perfetti seguire ogni movimento del suo petto.

"Non dimentichi qualcosa?"

Mi osservò confusa, lasciando il cucchiaio pieno di cereali a mezz'aria davanti la sua bocca, ed inclinò il capo di lato come un cagnolino che non comprende ciò che sta cercando di dirgli il padrone. Lasciai scorrere il mio sguardo lungo il suo corpo e solo allora si ricordò di non indossare alcun capo d'abbigliamento. Arrossì istantaneamente, si alzò in piedi e cercò di coprirsi come meglio poteva.

"Tanto ho già visto tutto."

La informai ridendo mentre correva al piano di sopra per vestirsi.

Il campanello di casa suonò ininterrottamente e controvoglia andai ad aprire, ritrovandomi a sgranare gli occhi alla vista di quella ragazza.

"Avrei dovuto immaginare di trovarti qui."

Sbuffò annoiata, incrociando le braccia al petto ed entrando come se le fosse dovuto. Si piazzò tra me e il corridoio che dava libero accesso alle scale e si guardò intorno. Alessia tornò con un sorriso che non perse tempo a tramutarsi in una smorfia arrabbiata.

"Che vuoi?"

"Non hai perso tempo a rimpiazzarmi."

Noemi si recò verso il soggiorno, occupando il divano come se fosse a casa sua. Io e Alessia ci scambiammo uno sguardo infastidito e la raggiungemmo, restando in piedi l'una accanto all'altra. La ragazza dai capelli fucsia fece schioccare la lingua sul palato e portò i gomiti sulle ginocchia, poggiando poi il mento sui palmi.