Entrai con ancora la mente sovrappensiero, non rendendomi conto della donna che si parò quasi immediatamente dinanzi a me, stringendo tra le dita un piccolo mestolo in legno mentre il suo sguardo stranamente serio si andava conformando al mio.
"Ciao, mamma. Posso esserti utile?"
Mia madre non rispose. Semplicemente, si mise la mano in tasca e ne estrapolò un piccolo pacchetto contenente il lattice che si illumina al buio, aggrottando le sopracciglia per dimostrare meglio il suo dissenso. Sbiancai non appena vidi l'oggetto che mi aveva dato Andrea. L'avevo abilmente nascosto in un angolino dell'armadio; come aveva fatto a trovarlo?
"E questo da dove viene?"
Non risposi, troppo in imbarazzo e vergognata di me stessa per formulare anche solo un pensiero a riguardo. Mia madre addolcì di poco la sua terrificante espressione, mi posò una mano sulla spalla e mi invitò a raggiungerla verso il divano, aspettando che le rivolgessi la massima attenzione.
"Puoi fare quello che vuoi, però sii prudente e non mi nascondere le cose. Sono tua madre e lo sai che puoi sempre contare su di me."
Sorrise in una maniera talmente contagiosa che portò a far sorridere anche me. Si avvicinò di poco al mio viso ed ispirò a fondo il mio profumo, rendendo il momento alquanto strano per i miei gusti.
"Chi è?"
"Chi è chi?"
"Il tipo. Quello con cui vai a letto."
Rispose come se la domanda fosse ovvia. La risposta, però, non era altrettanto intuitiva. Ridacchiai nervosamente mentre mi passai una mano fra i capelli, andando a grattare la nuca lentamente.
"Lo sai che mi piace solo Alessia."
"E allora questo da dove viene?"
Deglutii sonoramente, cercando come una disperata una scusa alquanto plausibile da rifilarle per potermela cavare con poco.
"Un regalo di Marco."
Dissi tutto d'un fiato, alzandomi di scatto dal divano quando sentii il telefono squillare indisturbato. Infilai una mano nella tasca dei pantaloni per estrarre l'apparecchio elettronico e, non appena vidi di chi era la chiamata, risposi con un gran sorriso in volto, andando subito a precipitarmi nella mia stanza e buttandomi sul letto.
"Hey"
"Hey."
La sua voce calda e terribilmente roca mi invase cauta i timpani, facendomi raggiungere uno stato di pura estasi al solo sentire quel lieve saluto. Mi sistemai meglio sul materasso, girandomi su un fianco e mantenendo il cellulare all'orecchio libero, mentre l'altra mano si occupò di raggiungere il suo posto tra le ginocchia piegate in avanti.
"Che fai?"
Le chiesi sinceramente interessata, senza mai perdere quel sorriso che si formò nel vedere il suo nome sullo schermo del mio cellulare.
"Sono in macchina. Sto andando dai miei perché al momento casa mia è inabitabile."
"Perché?"
La sentii sospirare e ridacchiare subito dopo.
"Termiti. La stanno disinfestando."
Solo in quel momento mi resi conto della prima parte della frase che mi aveva esposto poco prima. Sgranai gli occhi ed un senso di preoccupazione mi invase per intero.
"Hai il telefono alla guida? Sei pazza o cosa?"
"Ho il vivavoce."
Lasciai un sospiro di sollievo, riprendendo a respirare normalmente, sentendo poi il classico rumore della freccia. Né io né lei aprimmo bocca, mantenendo uno stato di puro silenzio. Anche se sopportabile, non avevo intenzione di far passare il resto della chiamata in quel modo e trovai subito una proposta che, di certo, non avrebbe rifiutato.
STAI LEGGENDO
Fucking Love
RomanceDa un lato una ragazza tranquilla, con una discreta vita sociale, un'amica da tenere sotto controllo ed una carriera universitaria sul finire. Dall'altro un'anima tormentata dal dolore che non riesce a liberarsi del passato. Cosa accadrà quando il d...