CAPITOLO 32

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Quando mi svegliai, la mattina successiva, non potei fare a meno di sorridere nel sentire il calore che il suo corpo irradiava contro la mia schiena. Le sue braccia avvolgevano protettive il mio corpo ed il suo respiro sul mio collo mi causava dei dolci brividi che andavano ad istigare maggiormente quella sensazione di calore al basso ventre. Mugolò qualcosa e si avvicinò maggiormente al mio corpo, permettendomi di sentire la sua erezione mattutina. Sghignazzai e mi girai tra le sue braccia per poter osservare il suo volto addormentato, mentre una mia mano percorreva tutto il suo stomaco raggiungendo l'elastico dei pantaloni del pigiama. Esitai nel proseguire, pensando alla discussione di ieri e all'orribile cosa che aveva provato a fare. Forse avrei dovuto lasciar perdere, ma il suo problema era più che evidente e non averla vista per così tanto non era un fattore che giocava a mio favore. Infilai lentamente la mano dentro i suoi boxer e sussultai non appena entrai in contatto con il suo caldo membro. Non appena iniziai un lento movimento, Alessia si lamentò nel sonno ed assunse una posizione fetale, arrivando quasi a bloccarmi il braccio con le ginocchia. Sorrisi nel vederla così indifesa nonostante l'aria da dura che cercava di mantenere quando era in pubblico e in un istante mi dimenticai di dover andare all'università. Del resto le lezioni non avevano l'obbligo di frequenza. Proseguii con un movimento continuo che sapevo le sarebbe piaciuto e mi avvicinai al suo volto per lasciarle dei delicati baci sulle labbra.

"Così non vale."

Si lamentò con la voce impastata dal sonno, aprendo lentamente le palpebre e lasciando che le sue distese di ghiaccio si legassero ai miei occhi. Mi fermai di colpo, chiedendole scusa con lo sguardo ma lei, in tutta risposta, si sistemò pigramente su di me, poggiando il capo sul mio petto.

"Voglio dormire."

Sussurrò, portando le mani a poggiarsi sul cuscino accanto alla mia testa. Mi stava dormendo di sopra, con un'erezione che pressava sul mio corpo e in una posizione ben lontana dalla normale attività notturna. Non potei fare a meno di arrossire e sentire nuovamente quel calore bruciare nel mio basso ventre. Provai a spostarmi per cercare di liberarmi, ma la situazione non fece altro che peggiorare dato che quella sua porzione di pelle andò a colpire proprio il mio centro. Non riuscii a contenere un lieve gemito ed arrossii furiosamente non appena me ne resi conto.

"Al. . .spostati."

"Mmh."

"Dai, Alessia, spostati."

In quel momento, la suoneria del mio cellulare risuonò per tutta la stanza, facendo emettere un grugnito infastidito da parte della ragazza sopra di me che si alzò controvoglia e mi passò il dispositivo. Quando lessi il nome della persona che stava cercando di mettersi in contatto con me, sorrisi e mi sedetti sul materasso.

"Hey."

"Brutta stronza, dove sei?"

"Valeria, calmati. Oggi non verrò a lezione."

Dichiarai, osservando come la ragazza vicino a me avesse ripreso il suo posto al mio fianco.

"E perché no?"

"Ehm...un'amica non si sente bene e ha chiesto il mio aiuto."

"Uff. Va bene. Ah, se vedi Noemi dille di farsi viva."

Chiusi la chiamata poco dopo e notai lo sguardo divertito di Alessia.

"Che c'è?"

"Un'amica eh?"

Gattonai verso il suo lato del letto e, con un sorrisino malizioso, lasciai che le mie mani raggiungessero le sue gambe, incrociate sul materasso.

"Qualche problema a riguardo?"

Era estremamente eccitata e il tessuto morbido del pigiama non faceva niente per nasconderlo.

"Le amiche non-"

Non le permisi di terminare la frase. Con un movimento repentino afferrai il suo membro da sopra i pantaloni, lasciandola a bocca aperta.

"Sei stata cattiva, Alessia. Mi hai ignorata per giorni, hai pensato di fare cose brutte e ora ti rifiuti di farmi giocare col tuo amico. Non va bene."

Alessia aprì le gambe per permettermi di avvicinarmi maggiormente e sorrise di gusto.

"Allora non l'ho sognato quel tuo lamento frustrato."

Continuò a ridere. Era bellissima quando rideva. Con l'altra mano la afferrai da dietro il collo e la feci collidere con le mie labbra, assaporandola fino in fondo mentre l'altra mia mano si occupò di eliminare un po' di tensione dal suo amico.

"Vacci piano o potresti romperlo."

Sussurrò ancora sulle mie labbra, mentre le sue mani, poste sul materasso, si occupavano di reggere il suo peso. Per tutta risposta le strappai di dosso pantaloni e boxer, liberando quel membro che tanto il mio corpo bramava. Pompai con tutta la forza presente nel mio braccio, arrivando a farle strizzare gli occhi e serrare i denti.

"Erika."

"Dimmi pure."

Risposi tranquillamente, come se stesse accadendo una normale attività di routine. Alessia mi osservò intensamente e solo da quello sguardo capii cosa stava per dirmi.

"Ti consiglio di rallentare se vuoi che duri di più."

"Chi ti ha detto che voglio farti durare di più?"

Ebbi giusto il tempo di terminare la frase che caldi schizzi si librarono in aria con una tale facilità da fare quasi impressione. Alessia si contorceva sotto il mio tocco, intervallando grugniti a prolungate estensioni vocaliche. Quando si calmò, guardò in basso e distolse lo sguardo in imbarazzo. Io invece sorrisi maggiormente.

"Sei insaziabile."

Commentai, premendo lievemente il membro ancora duro. Alessia sorrise e mi spinse verso il materasso, liberandomi dei pantaloni e delle mutande e posizionandosi subito davanti a me.

"Finalmente hai capito."

Le feci notare, venendo poi pervasa da fitte di piacere alla sensazione del suo membro dentro di me. Spinse con forza e ad un ritmo costante, arrivando a toccare un punto in particolare che mi fece vedere le stelle. Non ci volle molto affinché raggiungessi l'apice del piacere e sentii le mie pareti stringersi intorno a lei, rendendole più difficile il passaggio. Uscì poco dopo, arrivando a versare il suo seme sul mio basso ventre, per poi entrare nuovamente dopo aver terminato per sentire ancora quella sensazione di calore che alcuni paragonano a casa. Si rilassò visibilmente dopo aver spinto un altro paio di volte ed essersi accasciata su di me, unendo il suo sudore al mio e mescolando i nostri respiri. La sentii ammorbidirsi lentamente e il suo respiro divenne più pesante. Chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal battito del mio cuore.

"Credo di amarti."

Sussurrò prima di cadere nuovamente fra le braccia di Morfeo.

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