[CAPITOLO 5]

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[14 marzo 1990]

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[14 marzo 1990]

UCLA, Los Angeles

Il sole spendeva in pieno giorno, illuminando l'edificio della UCLA in tutta la sua bellezza.

Come al solito si svolgevano tranquillamente le lezioni, di cui la professoressa di neurologia mentre parlava del sistema nervoso, andò fuori luogo, e parlò di un argomento fondamentale per il giorno della laurea "Il giuramento di Ippocrate" [1*]

«Un medico greco, di nome Ippocrate, è unanimemente riconosciuto come il padre della medicina occidentale. A lui dobbiamo i concetti di diagnosi e terapia ancora oggi alla base della moderna medicina. Ad Ippocrate dobbiamo anche il primo resoconto storico di una epidemia influenzale. Fu lui che, in particolare, ne trascrisse tutti i sintomi allor e quando gli abitanti di Perinto, città portuale della Grecia settentrionale, nel 412 A.c. furono improvvisamente devastati da tosse, mal di gola, dolori diffusi, difficoltà di deglutizione e di deambulazione.
Il medico ellenico viene ritenuto però il padre dell'intera medicina occidentale soprattutto perché elaborò un codice di etica medica, passato alla storia come il giuramento di Ippocrate: tale codice impone all'operatore sanitario l'impegno, sopra ogni altro, di non recare danno od offesa, neminem laedere.
Ragazzi, anche se voi siete solamente al 3 anno, è importantissimo che conosciate questo giuramento. Perché quando arriverà il giorno della vostra laurea, dovrete recitarlo a memoria davanti alla commissione. Allora sì, che sarete entrati nel campo della medicina.» spiegò la professoressa, sognando ad occhi aperti il giorno della laurea dei suoi studenti.

Ma c'era Sandie, che non smetteva di immaginarsi quel meraviglioso giorno, il giorno della sua laurea, dove avrebbe potuto dire alla sua famiglia "C'è l'ho fatta, sono un medico, una dottoressa!" E che sarebbe stato solo l'inizio dell'incoronazione del suo sogno più grande.



Dopo le lezioni Sandie, Ethan e Milly, una loro amica in comune, uscirono insieme dall'università.
Era una bellissima ragazza, dai capelli biondi dorati ondulati, gli occhi azzurri, la bocca carnosa, un naso perfetto dal taglio dritto, e con un fisico da urlo con delle forme stupende che mettevano in risalto la sua altezza.

Decisero di andare in un bar a prendere un caffè, per distrarsi dallo studio e dalla intensa giornata che avevano affrontato.

«Bimbe andiamo da Starbucks?» propose Ethan con il sorriso verso le sue amiche.
«Ovvio tesoro!» risposero loro in coro, lui rise.
«Allora andiamo!» esclamò felice il ragazzo, e allegramente andarono verso Starbucks, il famoso bar, in cui era famoso il frappé, caffè e tante pietanze golose. Lì andavano gli studenti, gli impiegati, ogni tipo di gente che affrontavano lo studio o il lavoro.

Gli studenti ordinarono un cappuccino caldo, Ethan come dolce accanto ordinò una fetta di  brownie, Milly un classico cookie, mentre Sandie che era la più golosa del piccolo gruppetto ordinò una fetta di torta red velvet, e per finire in bellezza ordinò anche due donats al cioccolato.
«Ma ti mangi tutta questa roba?» domandò Milly leggermente sorpresa dai dolci che aveva ordinato la sua amica.
«Chiudi il becco Milly!» esclamò la mora leggermente infastida, e si beve un sorso di cappuccino.
«Ragazzi ma ci pensate che tra meno di due anni ci laureeremo?» disse la biondina entusiasta dell'evento.
«Milly, per favore.» mormorò Ethan leggermene scosso, era un argomento che detestava parlare, e Sandie lo sapeva benissimo.
«Ad Ethan non piace questo argomento.» commentò poi Sandie mangiando un pezzo di torta.
«E perché? Trovo che sia meraviglioso essere laureati.» annotò poi Milly con tono felice, mentre gli occhi di Ethan erano rivolti verso il basso. Sandie lo guardò preoccupata e decise di far interrompere il discorso di Milly, non voleva vedere male il suo migliore amico.
«Basta Milly.» interruppe poi la mora all'amica per farla smettere.
«Oh dio scusami Ethan, e dimmi stellina.» disse Milly riferendosi a Sandie, ed il ragazzo la guardò con uno sguardo interrogativo.
«Stellina?» domandò poi lui dubbioso.
«È un soprannome, mi chiamano così sia Milly e le mie anche. Ogni tanto anche mia sorella mi chiama così.» rispose la ragazza con il sorriso.
«Nah preferisco chiamarti San.» commentò il ragazzo ridacchiando.
«Che originalità chiamandomi con il diminutivo.» disse poi la mora con tono ironico.
«Anche tu lo fai con me idiota.» i due fanciulli risero mentre Milly si guardava intorno come una emerita imbecille, come se stesse cercando qualcosa, ma la bionda scosse la testa e mangiò un pezzo di cookie.

𝐓𝐑𝐄𝐀𝐓𝐌𝐄𝐍𝐓 [MJ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora