[CAPITOLO 50]

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3 Febbraio 1992

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3 Febbraio 1992

Ore 6:34 a.m

Michael era sveglio da un paio d'ore, era allo zoo del suo amato Neverland Vallery ranch.
Aveva Bubbles in braccio, incollato tra le braccia del padrone mentre quest'ultimo dava da mangiare agli altri animali.
«Ciao Luois, come stai?» il lama tirò fuori la lingua e Michael fece un passo indietro per poi ridacchiare «Dai Louis, non mi va di avere degli sputi per colazione, ora ti do qualche foglia, però fa il bravo okay?» il ragazzo dette delle foglie al lama e l'animale coccoloso dal pelo morbido mangiò con gusto le foglie con quei denti davvero buffi.
Bubbles, da amico, ne prese una anche lui dandone poi al lama, egli la mangiò cacciando poi un sorriso buffo con i denti, dopo che aveva finito di mangiarla.
«Come siete buffi.» mormorò Michael ridendo.

Era di fronte al laghetto, da solo, faceva molto freddo poiché era inizio febbraio, stava per sorgere l'alba. Il sonno ormai era andato e non voleva dormire. Voleva vedere l'alba tramite lo specchio d'acqua del lago.
Una scena meravigliosa e così artistica, un po' come facevano i pittori dell' impressionismo.
Il vento non mancava mai.
Michael adorava il vento.
Per lui lo considerava come una musica rilassante.
Chiudeva gli occhi mentre il vento gli passava intorno, per poi scompogliare leggermente i suoi capelli ricci.
Nonostante fosse un'immagine così artistica, vedere proprio un'artista vedere aspettare l'alba allo stesso tempo era triste.
Rispecchiava un po' anche la solitudine.
Michael, avrebbe voluto che ci fosse stata una persona al suo fianco.
E quella era Sandie.
Sospirò mentre giocherellava con un ciuffetto d'erba.
Si sentiva solo.
Ma si sentiva abituato a questo.
Era sempre stato un uomo molto solo.
«Non riesci a smettere di pensare a me eh? Bimbo.» disse una voce a lui conosciuta, si girò dall'altra parte ed era Sandie che sorrideva, lui ridacchiò e si diede un pizzicotto sulla guancia. Gemè dal dolore e Sandie non c'era più.
Sospirò e mise una mano sulla fronte completamente esausto.
«Mi domandò quando smetterò di pensare a te Sandie.» disse tra sè a sè.
«Mai.» si girò ed era dietro di lui in piedi che ridacchiava «Tanto lo so che non mi dimenticherai neanche se morirò.» disse lei con tono ironico.
Michael sospirò irritato.
«E dai, stavo solo scherzando, come sei diventato permaloso.» disse la ragazza ridacchiando che nel mentre Michael si messaggiava la tempia.
«Sono serio Sandie.» affermò poi.
La ragazza smise di ridacchiare e lo guardò con occhi tristi, pieni di angoscia e anche malinconia.
«Davvero vuoi che la tua mente elimini il nostro primo incontro?»
No.
«Davvero vuoi che la tua mente elimini tutti i nostri momenti passati insieme?»
No.
«Davvero vuoi che la tua mente elimini i nostri sorrisi?»
No ...
«E ... vuoi davvero che la tua mente mi cancelli definitivamente in modo tale da non essere mai esistita?» domandò con voce strozzata.
«Smettila Sandie!» urlò il ragazzo girando verso di lei.
«Perché mi fai ancora del male?» domandò Sandie per poi scoppiare a piangere, lui dal cuore pieno di senso di colpa, andò verso di lei. Per poi abbracciarla in modo tenero e delicato.
Come aveva sempre fatto.
«In realtà, ci stiamo facendo del male entrambi.» puntualizzò il cantante, mentre la ragazza ricambiò il gesto «Solo a guardarci negli occhi, se ci pensi dentro di noi ci pervade un senso di dolore, malinconia, nostalgia, e una tristezza indescrivibile. Chissà perché proviamo questi sentimenti così angosciosi Sandie ... vorrei tanto avere una risposta.» lei aveva la risposta, perché lo amava, lo amava più di ogni cosa preziosa al mondo.
Avrebbe dato la luna, l'impossibile per rendere felice quel ragazzo.
Invece il cantante, era ancora incerto e confuso dei suoi sentimenti.
Non vedeva da Sandie da quasi quattro mesi, e sembrava che la tua vita fosse tornata quella di prima, ma con la differenza di sembrare che Sandie non fosse mai andata via dalla sua vita.
«Com'è possibile? Dimmelo?» disse il ragazzo prendendole il viso «Non ti vedo da giorni, ore, mesi, secondi, minuti. E tu sei sempre qui con me, non lasciandomi mai solo. E ne sono consapevole che questa è tutta un allucinazione.» dissi con la consapevolezza tra le mani.
«Starti accanto, Michael, è la mia felicità, tu sei il mio posto felice. Il mio posto più bello è dove sei tu. Dove sei tu, in ogni luogo, io sono la donna più felice del mondo.»
«Oh Sandie.» era consapevole che era tutto un allucinazione, ma voleva godersi il momento di stringere e sentire a modo suo il calore di quella ragazza.
Desiderava sentire il suo corpo, e non della semplice aria, lo stesso valeva per i suoi capelli, per le sue braccia, per la sua schiena e per il suo dolce viso.
Michael si rese conto di quanto le mancasse, e di come si fosse comportato da idiota e di averla lasciata andare.
Dopo la loro definitiva chiusura, Michael aveva rivisto il buio nella sua vita un'altra volta.
E lui si sentiva soffocare e frustato.
Voleva dimenticare Sandie a tutti i costi ma non ci riusciva, quella ragazza divenne un tatuaggio per il suo cuore.
Ma non si rese conto, che quella ragazza aveva tatuato il cuore del fanciullo con il suo nome già dal loro primo incontro.

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