Capitolo 11

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Tornai a casa giusto per il pranzo e per cambiarmi i vestiti.
Optai per un paio di jeans skinny ma strappati sul ginocchio ed una t-shirt nera con il logo in bianco dei Linkin Park, altro gruppo musicale nu metal cui ero solito ascoltare.
I capelli erano rimasti al loro posto e le occhiaie fortunatamente erano molto diminuite. Infilai la mia maschera blu notte, salutai mia mamma e Polly ed uscii di casa.
In neanche dieci minuti arrivai alla fermata della navetta.
Avevo giusto cinque persone avanti a me; eravamo in fila indiana sul marciapiede a distanza di un metro l'uno dall'altro,
per lo più erano persone anziane. Arrivata la navetta si svuotò delle poche persone che portava e così ebbi nuovamente fortuna da poter salire, sennò avrei dovuto aspettare quella successiva.
Restai in piedi attaccato ad un palo con una mano, tanto avevo sempre i guanti in lattice, anch'essi blu come la mia maschera. Ormai era dall'inizio della pandemia che si era sviluppato tutto un marketing ed un mercato attorno a guanti usa e getta e mascherine per il viso efficaci ma riutilizzabili.
Ne esistevano anche di famose griffe di moda, acquistati giustamente solo da gente benestante queste ultime.
Nel giro di un quarto d'ora arrivai alla meta con largo anticipo. Timbrai il mio biglietto per la convalida e scesi dalla navetta recandomi a grandi falcate sulla scalinata all'ingresso dell'Uci cinema. Guardandomi attorno notai diversi ragazzetti e poi vidi una riccioletta mora di spalle vestita con un abitino floreale lungo appena fin sopra le ginocchia che pareva importunata da due ragazzi visibilmente ubriachi entrambi con una bottiglia di birra in mano.
La ragazza si voltò e mi accorsi che era Valeria. D'impulso mi avvicinai a lei al di sotto del metro parandola quasi alla vista dei due e dissi:

« Ehi amore scusa il ritardo! »
poi girai il capo verso i due, che erano di poco più bassi di me « ..questi qua ti stavano importunando? »

I due mormorarono qualcosa visibilmente contrariati.

« Accidenti è arrivato il guastafeste..»

« Che palle!»

Li guardai malissimo e feci scrocchiare le nocche delle mani. Valeria si avvicinò a me e mi abbracciò prima e poi mi stampò un bacio su una guancia da maschera a maschera.
« Entriamo dentro amore mio..lasciali perdere..»

Le ressi il gioco anche se non mi piacque il suo gesto e a braccetto ci allontanammo ed entrammo dentro. Quando fummo abbastanza lontani dal raggio di vista di quei due la scostai.

« Dunque Valeria...»

« Che dolce che sei stato! Quindi vuoi essere il mio ragazzo anche tu?» mi chiese ironica facendo volteggiare la gonna dell'abitino da una parte all'altra.

« Mmh no. L'ho fatto solo per salvarti dalle loro grinfie visto che Gab non era qui per poterlo fare. »

Fece il verso del broncio da sotto la sua maschera floreale come il vestito e chissà come riuscii ad immaginarmela pure.

« Senti..in realtà volevo chiederti una cosa..» ripresi.

« Mh sentiamo cosa vorresti chiedermi?» mi disse mettendo le sue mani sui fianchi formando come una clessidra.

« ..beh quel ragazzo riccio in classe vostra..»

« Intendi Mirko?»

« Si brava lui..ecco..a lui piace Aileen vero?»

« Cosa te lo ha fatto pensare? Sai che a dirla tutta al primo anno lui ed Aileen si sono messi insieme? A lei piaceva davvero tanto ma non è durata molto non so perché..sò solo che è stato lui a lasciarla e poco dopo si è messo con me!»

« Cosa??» esclamai sentendomi travolto da tutte quelle rivelazioni eclatanti.

« Già incredibile vero? È un coglione lo so, infatti dopo qualche mese di divertimento l'ho mollato io..e adesso sto con Gabriele. In effetti è proprio il ragazzo che fa per me..ma certo che tu sei una continua tentazione..sembri proprio carino con quei tuoi occhi particolari..levati la maschera dai!» mi civetta e fa due passi verso di me.

𝓘𝓷𝓷𝓪𝓶𝓸𝓻𝓪𝓽𝓸 𝓭𝓮𝓲 𝓽𝓾𝓸𝓲 𝓸𝓬𝓬𝓱𝓲 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora