Capitolo 19

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Non so da quanto non mi capitava di dormire così bene e di svegliarmi riposato e felice di affrontare la nuova giornata entrante. Sentivo intorno a me delle vibrazioni positive, come a presagire che sarebbe accaduto qualcosa di bello. Non poteva che essere altrimenti: stavo per incontrarmi con la mia nuova ragazza che non attendeva altro che di potermi rivedere e ciò faceva balzare il mio cuore dentro al mio petto. Salutai i miei genitori e Polly, per recarmi alla fermata e prendere la mia solita navetta. Guardavo con disattenzione fuori dal finestrino, quando d'un tratto i miei occhi vengono coperti da due manine calde, il cui profumo mi era familiare.

«Bubu settete!» mi sentii sussurrare ad un orecchio. Riconobbi la voce di Cassandra.
Lei poco dopo abbassò le sue mani ed io gliele afferrai. Tirandola dolcemente a me, la feci sedere sulle mie ginocchia.

« Dai che sorpresa! Che ci fai anche tu qui?» domandai guardando i suoi occhi azzurri, come non è mai il cielo di Piacenza.

«Beh, non te ne sei mai accorto ma, io ho sempre preso questa navetta..» rispose lei abbassando lo sguardo, improvvisamente timida.

«Mi prendi in giro?» le chiesi stupito.

«No, dico davvero..» ribatté lei.

«Diamine ma che sbadato che sono..come cazzo ho fatto a non accorgermene?» dissi battendomi un palmo della mano sulla fronte.

Cassie afferrò quella mia mano e la tenne strinta con la sua.
«Tranquillo, non importa ormai..conta che adesso tu sei qui..ed io con te..»

«Ma quanto sarai dolce Cassie?»
le sussurrai, prendendo fra le dita una ciocca dei suoi ricci capelli.
Lei ridacchiò.

«Ragazzi, dovete rispettare il distanziamento!» se ne uscì bell'e buono una signora, guardandoci così vicini.
Di tutta risposta, mi abbassai la maschera, con due dita afferrai la maschera di Cassie abbassandogliela e poi mi avvicinai a lei per baciarla. Quando finii, feci un'occhiolino alla signora e quella si voltò dall'altra parte, borbottando qualcosa.
Io e Cassie scoppiammo a ridere.

« Oh cazzo, la nostra fermata! Vieni Cassie, andiamo! » esclamai di colpo, prendendola per mano e scendendo rapidamente dalla navetta. Varcammo l'ingresso del cortile del nostro istituto e Cassie rallentò il passo.

«Ehi che cosa c'è? Vorresti per caso saltare le lezioni?» le chiesi ironicamente, anche se non mi pareva una idea poi così malvagia.

«No..è che stiamo per entrare e..tu mi stai ancora tenendo per mano..vuoi che lo sappiano studenti e professori che stiamo insieme?» mi rispose Cassie sorprendendomi; si era posta una domanda che a me nemmeno aveva sfiorato la mente.

«Per me non c'è problema..anzi vedrai che con il calare dei contagi e l'annullamento dell'obbligo di indossare la maschera poi, sarà ancora più bello far vedere a tutti che stiamo insieme, ma non mi va di aspettare..affanculo la Legge, che male c'è? Tu che ne pensi?»

Cassie mi sorrise con i suoi occhi azzurri chiari, che ogni volta mi conquistano.
«Penso che tu abbia ragione..perdonami se ho fatto un pensiero così sciocco Max..»

«Ma no, non dire così..sei solo più apprensiva e prudente di me. Beh, vogliamo andare adesso?» le domandai accarezzandole il capo, per poi riprendere la sua mano.

Lei annuì e poco dopo entrammo in classe. Ci fu subito un mormorìo generale. Solo Gab vedendoci arrivare verso di lui, per prendere posto ai nostri banchi, ci fece un'applauso.

«Figa oh, finalmente ce l'avete fatta! Siete così carini ragazzi!» ci disse Gab, con una vocina sdolcinata che mi fece rabbrividire.

«Si ok ok, grazie zì, direi che può bastare così, anche meno ok?» risposi, per poi ridere con Cassie.

«Buongiorno ragazzi, ai vostri posti e un po' di silenzio! Ho un annuncio da farvi.» esordì entrando, il nostro professore di Storia dell'arte, un signore basso di statura, ma dall'aspetto distinto e impeccabile, con quella sua barbetta brizzolata sempre perfetta.
« Prendete carta e penna perché andremo in gita con la classe di terza, per due giorni, nella città di Lucca, a visitare le varie chiese presenti, vedere i resti delle mura romane e quelle rimaste attualmente, che appartengono al periodo rinascimentale. Queste mura sono percorribili a piedi e lunghe quattro kilometri, quindi signorine siete avvisate: niente tacchi, portatevi dietro scarpe comode, perché saranno due giorni molto intensi.
Passerà una circolare in mattinata, ma intanto scrivetelo sui vostri diari, perché occorreranno le firme di uno dei vostri genitori.»

In classe scoppiò un'applauso generale di apprezzamento. Guardai dietro di me sorridendo con gli occhi a Gab e facendo un'occhiolino a Cassie, seduta dietro di lui. Una gita fuori porta, anche se scolastica, era proprio quello che ci voleva. Il Covid 19 finalmente dopo lunghi diciassette anni stava pure per essere sconfitto definitivamente, e presto avrebbero allentato con l'obbligo dell'indossare la maschera, come già era cessato l'obbligo di indossare i guanti. Insomma, cosa poteva mai andare storto?


Nota dell'autrice: sono tornata! Non ho spesso tempo ahimé, ma questo mio romanzo non lo mollo, statene certi! (È tutto nella mia testa e appena ho un momento scrivo sempre!).
Intanto come vi è sembrato questo capitolo? Che cosa succederà in gita?
Lo scoprirete nel prossimo imperdibile capitolo, vi aspetto! (:

E non perdetevi nemmeno i vari punti di vista degli altri personaggi, narrati nel mio spin off Innamorata dei tuoi occhi!

𝓘𝓷𝓷𝓪𝓶𝓸𝓻𝓪𝓽𝓸 𝓭𝓮𝓲 𝓽𝓾𝓸𝓲 𝓸𝓬𝓬𝓱𝓲 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora