16- Bentornato Draco

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Draco osservava lo scorrere della lancetta dell'orologio affisso alla parete di quello stupido ospedale sbuffando: tra esattamente cinque minuti l'avrebbero dimesso e sarebbe finalmente tornato ad Hogwarts. Secondo i piani originari sarebbe dovuto tornare ben cinque giorni prima ma i medimaghi avevano insistito affinché restasse per fare ulteriori esami ed accertamenti. Aveva avuto modo di pensare a lungo e non poteva nascondere che era un po' timoroso di tornare in circolazione: il processo contro Finnigan si sarebbe tenuto quel weekend, in quel momento quindi il giovane era temporaneamente agli arresti domiciliari a casa dei suoi. Non vedeva l'ora di concludere il processo e averlo fuori dai piedi per un po'. In quei giorni erano passati a trovarlo tutti i suoi amici compresi Hermione e Ron che erano riusciti a scappare dalle grinfie della signora Weasley con una scusa ed erano appunto andati dal giovane. Draco si era sentito amato come non mai trovandosi circondato da persone che avrebbero fatto di tutto per stare anche solo cinque minuti con lui e per accertarsi delle sue condizioni di salute, per questo li aveva ringraziati molteplici volte. Dunque il ragazzo non vedeva l'ora di tornare a scuola, fortunatamente ci aveva pensato sua zia a spostare le valigie da casa sua al castello quindi sarebbe andato direttamente lì. Harry, come gli aveva anticipato in precedenza, non poteva più lasciare Hogwarts per andare a trovarlo in ospedale dato che non aveva i permessi dovuti e la McGranitt si era già esposta troppo, ma il Serpeverde si sentì sollevato all'idea che di lì a mezz'ora sarebbe tornato da lui. Quando finalmente la lancetta segnava le undici in punto si alzò dal letto, mise il suo zaino in spalla e si recò alla reception dove lo aspettava sua zia. Firmarono gli ultimi fogli, salutarono il personale ospedaliero che aveva assistito Draco premurosamente in quei lunghi e difficili giorni e poi finalmente partirono per Hogwarts. Quando il biondo arrivò al castello restò abbastanza deluso non trovando i suoi amici ad attenderlo nell'androne ma fece del suo meglio per non lasciar trapelare quell'emozione, invece quando giunse nel dormitorio s'intristì poiché non erano nemmeno lì ad aspettarlo, ma il culmine della sua rabbia giunse quando dopo essersi fatto una doccia, aver disfatto le valigie ed aver pranzato in Sala Grande solo come un cane non c'era ancora traccia di nessuno di loro. Tornato in camera fece un breve pisolino per cercare di non pensarci, poi provò a ripetere qualche materia dato che già dal giorno seguente sarebbe tornato a partecipale alle lezioni. «Valgo così poco per voi brutti bastardi? Erano solo visite di cortesia quelle in ospedale? Siete degli idioti, ipocriti, appartenete chiaramente un ceto sociale inferiore, inutili babbei.» Bisbigliava tra sé e sé terminando di ricopiare gli ultimi appunti passatigli da un suo compagno di corso ma venne distolto da un paio di colpetti alla porta. Entusiasta e già pronto a perdonarli per non essersi fatti subito vivi corse ad aprire ma quando si trovò davanti un perfetto sconosciuto restò perplesso. "E tu chi saresti?" Domandò con la fronte corrucciata. "Io sono Loyd Conner ma non è importante adesso, io sono qui perché mi è stato chiesto di lasciarti questo." Annunciò passandogli una scatola nera con un grande fiocco verde, dopodiché lo salutò e si dileguò velocemente. Il biondo mosso da un'irrefrenabile curiosità si precipitò sul suo letto ed aprì la scatola. Quando la spacchettò sorrise istintivamente trovando un bigliettino e riconoscendo la calligrafia del suo fidanzato. "Credevi che ti avessi abbandonato? Ci vediamo alle otto davanti la Sala Grande, manderò una persona a prenderti e se vuoi puoi indossare ciò che trovi nella scatola (se Pansy mi ha dato le indicazioni corrette la taglia dovrebbe essere giusta). Ti amo, Harry." Si fiondò sul contenuto della scatola e ci trovò dentro una camicia bianca con una sofisticata fantasia nera, dei pantaloni neri e una giacca dello stesso colore tutte di una famosa marca babbana. Si chiese come il suo fidanzato avesse fatto a procurarsele non potendo uscire da Hogwarts, ma abbandonò ben presto il pensiero ricordandosi che si parlava di Harry Potter in persona. Insomma, chi non muore dalla voglia di ingraziarsi il salvatore del mondo magico con degli stupidi favori? Draco posò alla svelta gli appunti che stava ricopiando e quasi gli venne un colpo guardando l'ora: mancavano circa quaranta minuti alle otto e lui doveva ancora fare la doccia.  Fece il possibile per tentare di prepararsi in orario ma quando lasciò il dormitorio notò di essere già in ritardo di cinque minuti. Arrivò all'esterno della Sala Grande e notò di spalle una chioma scura a lui familiare con addosso un elegante completo verde militare. "Blaise, oddio sono così felice di vederti!" Esclamò tentando di abbracciare il suo amico che però lo respinse. "Mi scusi ci conosciamo?" Chiese quest'ultimo alzando un sopracciglio. "Non mi sembra di averle dato tutta questa confidenza, io sono solamente tenuto ad accompagnarla nel luogo prestabilito dal mio capo." Continuò poi cercando di non ridere ma non seppe resistere all'espressione perplessa e confusa che piombò sul volto dell'altro. Si lasciò andare ad una fragorosa risata che coinvolse anche l'altro e poi lo abbracciò forte. "Mi sei mancato amico, Potter mi ha detto di essere il più professionale possibile ma è altamente impossibile se mi guardi con quella faccia da pesce lesso. Ora andiamo che siamo già in ritardo." I due si incamminarono parlottando degli ultimi giorni trascorsi e delle lezioni, finché Draco domandò dove fossero diretti. "Ci siamo quasi, stiamo andando dietro la serra di Erbologia." Rispose il suo migliore amico e finalmente arrivarono alla serra, ma quando la oltrepassarono Draco non credette ai suoi occhi: erano posizionati sul prato vari tavolini e su ognuno di essi vi erano una candela e dei piatti pieni di prelibatezze, delle lanterne fluttuavano in cielo, proprio come lo striscione che recitava "Bentornato Draco" sospeso a mezz'aria. Sparsi sul pavimento vi erano degli scatti che ritraevano il biondo sorridente insieme ai suoi amici in varie situazioni, e una musica soffusa creava una fantastica atmosfera. Draco alzò gli occhi sui suoi amici che lo fissavano sorridendo dopo aver urlato un allegro «sorpresa!». A quel punto Harry gli si avvicinò e lo salutò sorridendo per poi rubargli un bacio a fior di labbra. "Bentornato amore." Gli sussurrò, dopodiché il biondo andò a salutare tutti i suoi amici. "Dannazione avreste potuto dirmelo prima, almeno non vi avrei insultato mentalmente per tutta la giornata!" Esclamò ridendo. "Evidentemente non conosci la definizione del termine «sorpresa» eh Malfoy?" Chiese sarcastico Ron. Mangiarono tutti insieme gioendo per il ritorno del loro amato Draco cercando di non pensare alla tensione accumulata per il processo contro Seamus.

NOTHING WAS THE SAME || DRARRYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora