4- Halloween

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"Amico, svegliati. Dai amico, ti sbrighi?" Ron scuoteva il petto del moro, nel vano tentativo di svegliarlo; fu solo quando gli tirò una sberla sul braccio che il ragazzo abbandonò le calde e accoglienti braccia di Morfeo per tornare nel mondo reale.
"Che vuoi?" Sbuffò Harry coprendosi il viso con un cuscino.
"Harry è Halloween, Il Giorno." Sottolineò il rosso. Il moro aveva parlato del piano ai suoi migliori amici e all'Ordine che, anche se all'inizio era molto riluttante, col tempo approvò quel folle ma funzionale piano per farla finita una volta per tutte. Dopo anni di violenze, di sofferenza e di sacrifici era finalmente giunta la fine. Si erano accordati per vedersi quella mattina nello studio della preside per rivedere il piano nei minimi dettagli. Avevano deciso di attuarlo la sera del 31 Ottobre, giorno in cui si sarebbe tenuta una riunione di Mangiamorte al Malfoy Manor e l'ordine sarebbe piombato lì accompagnato dall'ES. I ragazzi si scambiarono uno sguardo di intesa ed Harry si alzò dal letto.
"Okay Ron, mi vesto e poi andiamo." Si diresse in bagno, si lavò velocemente e siccome era domenica non era obbligato a indossare la divisa, pertanto indossò degli skinny jeans neri e una felpa bianca. Uscì dal bagno subito dopo essersi sistemato un po' i capelli corvini (nei limiti del possibile) e raggiunse il rosso che lo aspettava già bello e pronto seduto sul suo letto.
"Oh Harry, ti ho rifatto il letto." Annunció Ron, alzandosi. "Grazie Ronald." Sorrise Harry.
"Ringrazia la mia magia, amico." Rise il rosso dandogli il cinque e strappandogli una risata. Uscirono dal dormitorio e raggiunsero la riccia che li aspettava su un divano della sala comune, mentre sfogliava un libro.
"Hey ragazzi." Sorrise. I giovani si salutarono, e poi uscirono dalla sala comune raggiungendo la Sala Grande. Mangiarono ridendo e scherzando nonostante fossero un po' tesi per ciò che sarebbe accaduto quella sera stessa, ma cercarono di non pensarci. Durante tutto il pasto il moro sentiva lo sguardo di Draco bruciargli addosso e di tanto in tanto gli lanciava qualche occhiatina fugace. Il Golden Trio izió ad avviarsi verso l'uscita, spintonandosi scherzosamente con qualche battutina allusoria. Harry fu fermato subito prima di uscire da una mano, e trascinato nell'isolato corridoio dietro l'angolo.
"Tu mi vuoi morto, sei maledettamente sexy con questi jeans." Gli sussurró Draco sulle labbra, baciandolo.
"Malfoy, ma che diavolo fai? Potrebbero vederci." Ansimò il moro scostandolo, appoggiando un braccio sul petto muscoloso.
"Non mi interessa niente degli altri in questo momento, non se i tuoi maledetti muscoli sono così in bella vista." Proclamò il biondo riavventandosi sulle sue labbra. Si baciarono a lungo, le mani di Draco raggiunsero la schiena del moro e quelle di quest'ultimo si aggrapparono al collo del biondino attirandolo a sé. Questo contatto gli era mancato come l'aria, come se fosse il suo ossigeno. Si staccarono e si guardarono negli occhi. Lo smeraldo che si infrangeva nell'argento.
"Dio, a cosa mi sono ridotto." Ridacchiò Draco.
"Che cosa vorresti dire?" Chiese Harry alzando un sopracciglio.
"Me la faccio un un Grifondoro, fa già ridere così." Scherzó strappando un sorriso all'altro.
Fù Harry ad interrompere il loro contatto visivo spostandosi dal muro.
"Spiacente Malfoy, devo andare." Il Serpeverde si scostò e gli tirò una pacca sul sedere.
"Ciao Harry." Il ragazzo tornò dai suoi amici che lo osservavano straniti.
"Miseriaccia amico, dove ti eri cacciato?"
"Poi vi spiego." Li liquidò velocemente con queste parole ed i tre si diressero nell'ufficio della McGranitt, e dopo aver sussurrato la parola d'ordine salirono le scale ed arrivarono all'ufficio trovando lì disposto già tutto l'Ordine e l'ES.
"Harry.. pssst, Harry." Hermione scuoteva il moro dal torace cercando di farlo alzare dal quel dannato letto.
"Oddio, di nuovo come stamattina?" Sbuffo Ron. "Dio, Harry sono le nove, dobbiamo andare." Continuò il rosso. "Mh, eccomi, scusate." Il moro si alzò dal letto e indossò la tunica nera già prestabilita.
Dopo quell'estenuante giornata a ripassare minuziosamente il piano, aveva avuto un forte crollo dovuto alla stanchezza e allo stress, quindi dopo pranzo era andato a dormire per un paio d'ore che di erano rivelate molte di più. I tre si rifugiarono sotto il Mantello dell'invisibilità e sgattaiolarono al Lago Nero, punto di raccolta stabilito dall'Ordine. Quando furono tutti lì si Smaterializzarono a qualche metro dal Manor.
"Andiamo!" Esclamò Molly Weasley, e tutti si incamminarono con prudenza. Arrivarono sul retro del Manor e la McGranitt si fece avanti. Pronunció qualche strano incantesimo latino e si creó un varco che gli permise di accedere all'interno della cantina. Salirono, e lasciarono di guardia al passaggio un membro dell'ES, Cho Chang e uno dell'Ordine, Tonks. Salirono in direzione del Salone, e a guardia del corridoio restò Moody insieme a Edgar Bones. Tutti i membri dei quella spedizione erano collegati dalla moneta che portavano nella tasca della toga nera (usata per mimetizzarsi nell'oscurità) e gli sarebbe servita per smaterializzarsi in caso di eccessivo pericolo. Si erano allenati a lungo per quell'evento, erano pronti ormai. Procedettero e man mano che proseguivano i membri dell'Ordine si appostavano a guardia di varie porte e uscite. Raggiunsero il Salone, stando ancora nascosti, tutti erano in attesa del cenno di Harry per partire. Un cenno. Un cenno e sarebbe scoppiata la guerra. Un cenno e con molte probabilità una di quelle vite innocenti si sarebbe spenta. Un cenno e ognuno di loro avrebbe dovuto lottare per la sopravvivenza e per la salvezza definitiva.
Vittoria o Sconfitta. Ed Harry, lo fece. Fece quel maledetto cenno e la guerra scoppiò.

NOTHING WAS THE SAME || DRARRYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora