25- Addio Hogwarts

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(Harry e Draco)
"Andiamo Draco, ti ho già detto che mi dispiace." Sbuffò Harry roteando gli occhi, mentre il suo ragazzo scosse il capo chiudendosi l'ultimo bottone della camicia. "Ho detto venti e tu mi hai chiesto scusa solo diciassette volte, stupido San Potter." Ribatté acido il biondino sollevando un sopracciglio con aria di sfida. Draco si era infuriato con il suo ragazzo poiché la sera precedente si sarebbero dovuti vedere per definire insieme gli ultimi dettagli in vista del ballo per poi passare la nottata insieme, ma Harry non si era presentato all'appuntamento. La mattina seguente si era giustificato dicendo di essere stato troppo stanco e di essersi addormentato, ma Draco non aveva creduto a quella che lui definiva «una stupida scusa del cazzo» e i due avevano discusso. "Va bene, hai vinto tu: scusami, perdonami, non lo faccio più." Blaterò il moro velocemente. "E con questo sono venti, ti bastano?" Chiese poi guardandolo impaziente. "Credo che per sta volta possa andare bene, ma non osare mai più darmi buca, idiota." Terminò Draco avvicinandosi al moro e guardandolo intensamente negli occhi. "Ma dobbiamo proprio andarci a questo ballo? Non sono in vena." Si lamentò il Grifondoro annoiato. "Certo che dobbiamo, è il nostro ultimo ballo in questa scuola, Potty." Gli rispose con tono ovvio il biondo per poi riprendere. "Ah e dobbiamo festeggiare per i buoni voti ottenuti agli esami." Terminò pettinandosi nuovamente i capelli. "Draco i tuoi capelli sono perfetti, smettila di sistemarli." Commentò Harry avvicinandosi al suo ragazzo per baciarlo. "Sì lo so che sono perfetti, dovresti prendermi come esempio." Scherzò infine, dopodiché i due uscirono dalla stanza diretti in Sala Grande.

(Ron ed Hermione)
"Hai visto? Io te l'avevo detto che saresti andata bene." Esordì Ron abbracciando la sua ragazza. "Sono così felice Ronald, ho preso il massimo dei voti e ciò significa che avrò molte più possibilità di entrare alla scuola di Medimagia." Commentò Hermione entusiasta stringendo forte a sé il rosso. "Sei bravissima amore, non dubitarne mai." Si complimentò infine Weasley. I due erano in Sala Comune ad aspettare che si facessero le otto: a quell'ora sarebbe iniziato il ballo, ma per via di Hermione e della sua perenna ansia erano in anticipo di mezz'ora. Per ammazzare il tempo stavano parlando della settimana appena terminata e dei risultati degli esami (che fortunatamente erano andati molto bene). "Sono contenta di come è andato quest'anno, mi ha dato la possibilità di crescere e maturare non solo sotto il punto di vista scolastico." Proferì la riccia con tono malinconico. "Dici? A me non sembri molto felice eh." La rimbeccò il suo ragazzo. "Non fraintendermi, sono molto felice di come sono andate le cose ma al tempo stesso mi sento morire all'idea che tutto ciò stia finendo. Ho molta paura di come sarà la mia vita dopo ed ho anche un po' paura di perdere te, Harry e gli altri." Spiegò la ragazza. "Non devi temere nulla, te l'ho già detto: io sarò sempre al tuo fianco e sarà così anche per gli altri. Siamo diventati inseparabili ormai, nulla può tenerci distanti." "Ti amo così tanto Ron, mi fai sempre star bene." Sorrise quindi la Grifondoro per poi baciarlo.

(Theodore e Pansy)
"Ancora lei? Sono stanca Theo, ormai ti segue ovunque." Si lagnò la Parkinson alzando gli occhi al cielo. "Tu sei stanca? Dovresti vedere io: me la ritrovo dappertutto, non fa altro che dire che dovrei lasciarti per mettermi con lei, ieri ha persino tentato di baciarmi e ha provato un paio di volte a rifilarmi un filtro d'amore." "Cosa? Io la prendo a schiaffi!" Strillò Pansy cercando di divincolarsi dalla presa del suo fidanzato per correre dalla biondina che si stava intomettendo nella loro relazione. "Hey, hey sta calma, non vale la pena di rovinarci questa ultima serata ad Hogwarts per via di una povera disperata, hai capito?" Le sussurrò all'orecchio abbracciandola e la mora sembrò calmarsi. "Io ti amo da morire e di certo non mi farà cambiare idea una stupida bionda tinta." Continuò. "E va bene, hai ragione tu. Mi dispiace, ma ho perso la ragione all'idea delle sue labbra sulle tue." Sussurrò Pansy imbarazzata: non era solita esternare i suoi sentimenti e quando lo faceva era molto a disagio. "Mh, la signorina Parkinson è gelosa?" La prese in giro il suo ragazzo, così lei gli tirò uno schiaffo scherzoso sul braccio. "Io? Assolutamente no, muoviamoci o faremo tardi al ballo." Disse frettolosamente per sviare il discorso e dopo un dolce bacio a fior di labbra, i due si incamminarono verso la Sala Grande.

NOTHING WAS THE SAME || DRARRYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora