Capitolo 19

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"Assolutamente no! Ti ho sentito mentre la facevi vedere a Bic."
"Sei fantastica." Mi stampò un bacio sulle labbra e raggiungemmo la moto, tornando a casa.
"Provatele." Dissi, buttandomi sul letto guardandolo togliersi la maglietta.
Prese quattro magliette firmate e tre paia di Jeans, alla sorta del buono sconto eh.
"Che dici?" Si girò verso di me facendomi guardare quello che aveva addosso.
"Sei bellissimo."
"Lo so, lo so." Batté lui, alzando le braccia contraendo il bicipite.
"Sì ma non te ne vantare. A proposito, che vuoi mangiare Capitano?"
"Te."
"Mi dispiace, la mattina non sono disponibile." Lui mi guardò e sorrise.
"Per una volta ho voglia di ordinare d'asporto."
"Te allora mi devi spiegare perché abbiamo lasciato andare gli altri al mc e noi ora ordiniamo d'asporto."
"Perché ora noi non abbiamo Nelson fra le scatole, possiamo fare quello che vogliamo e poi perché siamo andati a prendere le robe."
"Non ti capirò mai." Dissi, alzandomi. Ordinai il mc da Just Eat ed aspettammo, giocando con Chewbe e incominciando una serie tv: Vis a Vis.
"Ma quanto sta bona La Riccia?" Chiese, guardandomi.
"Anche il secondino, Fabio."
"Hey! Sono geloso!" Disse, sorridendomi.
"Lo sono anche io, ma tu continua a parlare della Riccia eh!"
"Ma io volevo farti ingelosire."
"Anche io."
"Non vale che usi i miei giochi contro di me."
"Beh, mi dispiace ma con me funziona così."
Arrivò l'asporto e ce lo divorammo guardando Vis a Vis e, manco rendendocene conto, era arrivata sera.
"Hai detto che non sei disponibile la mattina." Disse, indicandomi il cielo.
"Ora sì, sono disponibile."
"Perfetto." Mi prese in braccio e mi portò in camera, lasciando la porta aperta.
Eravamo sul punto più critico quando sentimmo la porta d'ingresso chiudersi.
"NELSON! È ANCORA IL MIO COMPLEANNO, FAMMI IL FAVORE DI ANDARTI A FARE UN GIRO SE NON VUOI VEDERE UN PORNO IN 3D!" urlò Cesare.
"Te lo concedo solo perché è il tuo compleanno!"
E sentimmo di nuovo la porta chiudersi. Io e Cesare ci guardammo e ridemmo.
"Dov'eravamo rimasti?" Chiese, penetrandomi di nuovo.

Mi svegliai per colpa della luce del sole. Quella notte, a differenza di quella precedentemente, eravamo crollati alle undici e mezza, non aspettando neanche la mezzanotte per fare gli auguri a Nelson.
"Cesare." Lo scossi per farlo svegliare. "Svegliati."
"Che c'è amore?" Lo guardai e spalancai un po' gli occhi, sorridendo un po'.
"Andiamo a svegliare Nelson con una secchiata di acqua e ghiaccio?" i suoi occhi si aprirono e si alzò velocemente, vestendosi e raggiungendo la cucina per prendere il ghiaccio. Mi vestii anche io e andai in bagno, riempiendo la bacinella di acqua fredda. Cesare mise il ghiaccio nell'acqua e aspettammo che diventò un po' più fredda per andare.
"Io vado a prendere un bombolone per farci perdonare, tu nel frattempo prendi il mio regalo, si trova dentro la valigia."
"D'accordo. Portati le chiavi." Mi diede un bacio e se ne andò chiudendo piano la porta. Presi i nostri regali e li misi sul tavolo, preparando il caffè e mettendoglielo nella sua tazza preferita. Ero sicura al cento per cento che Nelson si sarebbe incazzato un sacco, ma in fondo ci voleva bene e non poteva non perdonarci. Cesare arrivò e mise il bombolone in un piatto, ripassandoci sopra lo zucchero a velo.
"Dai andiamo." Disse, dopo aver messo il dito per controllare se fosse fredda. Lui prese la bacinella ed io aprii lentamente la porta togliendo vicino al suo letto il telefono o tutte quelle cose che potevano rompersi.
"1...2...3." Aggiunse, prima di buttare l'acqua in faccia a Nelson. Lui si svegliò ed alzò subito la schiena, togliendosi l'acqua da davanti al volto.
"Auguri Nelsino!" Urlammo insieme ridendo.
"Siete degli stronzi oh, vi ho concesso di fare il cazzo che volevate ieri e ora mi cagate pure la minchia." Io mi buttai su Nelson e lo abbracciai.
"In simbolo d'amore mi sto bagnando pure io, mh?" dissi, stampandogli un bacio sulla guancia.
"Tanti auguri Fratellone, ti voglio tanto beneee!" ci alzammo e Nelson raggiunse Cesare per abbracciarlo, ma quest'ultimo si allontanò.
"No, ora ti fai abbracciare!" Cesare si bloccò alla fine del corridoio e lo aspettò aprendo le braccia.
"D'accordo, me lo merito." Si abbracciarono e Cesare si spostò, facendo mostrare la colazione che gli avevamo fatto.
"Il bombolone!" Disse, guardandoci. "Io vi voglio tanto bene."
"Sappiamo come farci perdonare, caro mio." Lui sorrise e ci abbracciò, buttandosi poi sulla sedia assaggiando il bombolone.
"Allora? Come hai intenzione di passare il tuo compleanno?"
"Purtroppo devo studiare e devo editare." Disse, prima di raggiungere camera sua. Ma era serio?
"Ma non vuoi aprire i regali?" Urlò Cesare, indicandoli. Nelson corse correndo e guardò i due pacchi situati sul tavolo.
"Non li avevo visti! Grazie!"
"Questo è da parte di tutti noi."
"E questo è da parte mia, ovviamente." Dissi io, prendendolo. Aspettai che aprii il regalo degli altri e poi feci aprire il mio.
"O mio dio. O mio dio. Da dove l'hai preso?"
"Da Amazon amore mio!" Lui corse da me e mi abbracciò forte.
"Ti voglio bene, sei la sorella perfetta."
"E anche fidanzata."
"Zitto tu, sto abbracciando mia sorella." Disse, girando la testa per guardarlo male.

"Auguri piccola stella." Disse Cesare, stampandomi un bacio sulle labbra. Io mi girai dandogli le spalle cercando di dormire.
"No, devi svegliarti." Mi fece girare e lo guardai. Si stava mantenendo su un braccio ed era a petto nudo.
"Ho sonno."
"Ci credo, siamo andati a dormire alle due."
"Tu e la tua voglia." Dissi, ridendo.
"Intanto però, siamo riusciti ad aspettare la mezzanotte."
"E siamo andati a dormire alle due." Ripetetti io, sorridendo.
"Adesso ci andremo a fare la doccia insieme così ci muoveremo e andremo in un posto."
"E Nelson?"
"Nelson è uscito, ha detto che è andato a prenderti il regalo."
"Che bravo fratello." Dissi, sorridendo.
"Già." Mi prese in braccio e mi portò in bagno, dove l'acqua già sgorgava sul piatto della doccia. Appena entrammo tossimmo, c'era tantissimo vapore.
"Volevo che fosse bella calda." Aggiunse, aiutandomi ad entrare in doccia.
Finimmo di prepararci e mi misi una gonna bianca con sopra una canotta rosa e le vans nere. Cesare, come al suo solito, si mise una maglietta bianca ed un pinocchietto Marroncino, con le vans nere.
"Mi hai copiato le scarpe!" Disse lui, guardandomi.
"No! sei tu che me le hai copiate."
"Si è vero." Sorrise e ci baciammo, raggiungendo la macchina.
"Perché stiamo raggiungendo lo studio?" Chiesi, guardando la strada.
"Cazzo." Disse, aggiustandosi i capelli. Lo guardai e risi.
"Mi rispondi?"
"Perché è lì che ci siamo conosciuti. È tutto nostro."
"Ah sì? E che dovremmo fare spiegami."
"Ricordarci i bei momenti passati insieme, no?"Annuii io.
Parcheggiammo ed entrammo, guardandoci intorno. Lui accese le luci ed io vidi lo strumento che ci fece ritrovare a pochi millimetri di distanza. E in quel momento, il ricordo:
"Wow, è davvero strana questa cosa."
"Sì, lo so. Lo usiamo per le challenge. Ti viene un mal di testa a stare lì per tanto tempo, non puoi capire."
"Interessante, davvero." Dissi, ridendo. "Credo che mi stia venendo la nausea, puoi farmi...?"
"Sì, certo." Mi prese dai rulli e mi fece tornare finalmente in piedi. Lui era di fronte a me, in realtà a due millimetri da me, riuscivo a percepire l'ansia e l'imbarazzo di entrambi. Lui guardava le mie labbra ed io guardavo i suoi occhi. Ma che stavamo facendo?
"Stai bene?"
"Perché? pensi che ti autoconvincerai per il resto della tua vita che se mi facessi del male sarebbe colpa tua?"
"Beh sì, forse si." Disse, rimanendo ancora a pochi millimetri da me.
Mi girai e vidi il divano, mi sedetti su di esse passando a quel momento.
"Che c'è? hai paura?" mi disse Cesare, una volta essermi appoggiata al suo petto per non guardare il film.
"Davvero tanta." Mi coprii gli occhi e mi allontanai da lui, cercando di spiare un po' quello che stava succedendo, fin quando non vidi una ragazza urlare con una voce stranissima.
"Cazzo." Urlai io, impaurita.
Mi alzai e vidi dove registravano: sul tavolo trovai tante candele con una cloche chiusa.
"Davvero?"
"Davvero." Aggiunse lui, mordendosi il labbro guardandomi.
"Non dovevi, Cesare."
"Dovevo invece." Aprii la cloche e trovai un bigliettino.
"Dove tutto è iniziato." Guardai il ragazzo dietro di me e lo vidi sorridere.
"È una caccia al tesoro?" Lui mi guardò e annuì. Andai all'attrezzo della palestra e guardai fra le fessure, ma non trovai nulla.
Sussurravo la frase concentrandomi. Arrivai alla porta e cliccai sulla porta d'emergenza, facendo uscire un bigliettino.
"Buonanotte fiorellino." Era scritto con un'emoji abbastanza strana, sembrava essere la faccina che dormiva.
"Dovrebbe essere una faccina questa?" Lo guardai e risi. Cesare rise a sua volta.
"Dai ma sei serio?" raggiunsi il divano e lo guardai con molta concentrazione, e notai un bigliettino sotto un cuscino. Lo presi e lo aprii.
"Qui facciamo i video dove parliamo di noi o di cazzate."
Raggiunsi il salotto e guardai il divano, trovando una busta.
"Ma tu sei pazzo!"
"Non rompere i coglioni ed apri."
"Senti, abbassa i toni che oggi è il mio compleanno." Dissi, facendolo ridere.
Mi sedetti accanto al pacco e lo aprii. Erano due biglietti per la California, Maggio dell'anno successivo. Ero felicissima, era la città che avrei sempre voluto visitare, ed adesso ne ho l'opportunità!
"Non so come ringraziarti."
"Dammi un bacio e siamo pari."
"In confronto al mio, il regalo che ti ho fatto fa proprio schifo."
"Avevamo detto niente regali!" Disse ironicamente.

In Your Eyes||Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora