Capitolo 37

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"Sono in studio, Sarò rincasato al tuo ritorno."
"No, sei in ritardo."
Raggiunsi la cucina e preparai il mio solito caffè giocando e coccolando Chewbe. Sorseggiai tranquillamente la bevanda pensando. Cesare quella mattina aveva ragione, dovevo elaborare il lutto e dovevo andare avanti, era quello che avrebbe voluto mia madre. Lavai la tazza a raggiunsi il bagno, tappando la vasca riempiendola di sapone e acqua e mi spogliai. Misi della musica ed entrai in vasca. Un senso di leggerezza e relax invase il mio corpo: era proprio quello che ci voleva. L'acqua era molto calda, e la schiuma arrivava fino al mio mento, ma non mi importava, anzi.
Sentii la porta d'ingresso chiudersi e mi rilassai ancora di più.
"Buongiorno." Disse, porgendosi sulla vasca dandomi un bacio.
"Buongiorno."
"Hai dormito?" Annuì e sorrisi, giocando con la schiuma. Lo vidi guardarmi per minuti innumerevoli, ed io mi decisi a parlare.
"Che c'è?"
"Sei bellissima."
"Smettila con i complimenti, Cantelli."
"Andiamo per cognome ora?" Chiese, guardandosi allo specchio aggiustandosi i capelli.
"È bello il tuo cognome."
"Anche il tuo, Venceslai." Annuì ridendo e mi girai guardandolo. Lo vidi spogliarsi e lo vidi entrare in vasca proprio di fronte a me.
"Ma l'acqua è bollente." Disse, alzandosi un poco.
"Chi se ne importa." Lo raggiunsi e mi misi in braccio a lui, incominciando a baciarlo.
"Questo calore ti ha fatto tornare te stessa?" Annuì sorridendo.
"Devo elaborare il lutto, e credo che per il momento non c'è niente di migliore per essere completamente tua."
"Sei già completamente mia, Venceslai." Sussurrò, ricominciando a baciarmi.

"Gli altri ci hanno invitato per andare alle terme, così passiamo un po' di tempo tutti insieme dopo tutte queste settimane. Ti va di andarci?" Annuì guardandolo dallo specchio. Ci cambiammo e ci preparammo, raggiungendo casa di Dario e Fede. Ci mettemmo nel van ed andammo a prelevare i ragazzi uno per uno, dirigendoci poi alle terme. Due ragazzi ci fecero entrare e ci portarono alla prima tappa: I fanghi.
Come al solito, i ragazzi schizzarono fanghi dappertutto, facendoci ridere.
"Vediamo se questi fanghi funzionano davvero." Cesare si sporcò le mani e mi raggiunse, lasciandomi poi la mano di fango sulle mie natiche.
"Già, vediamo." Dissi, prendendo i fanghi mettendoglielo su tutto il petto.
"Mi piace questo trattamento, mettimelo pure sulla schiena." E così feci, ricoprendo il suo corpo di fango puzzolente. Aspettammo qualche minuto per farlo asciugare e ci facemmo la doccia, poi noi ragazze più Dario, corremmo prendendo l'idromassaggio mentre gli altri raggiunsero la sauna.
"Speriamo che se ne vada un po' di cellulite così."
"Sei bella comunque." Disse Dario, sorridendo.
"Tuffo bomba!" Urlò Cesare, prima di buttarsi nell'idromassaggio schizzando ovunque.
"Hai proprio un fidanzato coglione, fattelo dire." Batté Bea, guardandomi.
"Non mi offendo, anzi."
"Hey, è un privilegio avere un ragazzo come me." Disse Cesare uscendo dall'acqua. Mi fece aprire le gambe e si mise in mezzo ad esse, dandomi le spalle. Quando ci mettemmo in van per tornare a casa dopo l'intera giornata rilassante, Cesare e Dario ebbero la splendente idea di urlare per svegliare le corrispettive fidanzate che in quel momento dormirono.
"Ringrazia che ti amo o avresti fatto una brutta fine." Batté Federica, ripoggiandosi sulla sua spalla dormendo.
"Frank! Come va la guida?"
"Bene, se non fosse che mi sta venendo molto sonno."
"Facciamo scambio se vuoi. Bea dorme, non sono molto di aiuto." Disse Nelson. Ci fermammo in un autogrill e ci riempimmo di cibo, che avremmo poi diviso in macchina.
"Oppure facciamo che andiamo al mc e Cesare si prende di nuovo l'insalata, eh?" Batté Tonno, guardando il ragazzo al mio fianco. Io ero appoggiata alla sua spalla, il suo braccio mi cingeva il collo ed io giocavo con le sue mani sentendo poi la musica. Avevo io una cuffia e lui l'altra, la musica la decise lui perché le mie playlist non gli piacevano, diceva che erano troppo depresse e troppo veloci.
Cesare, dopo la battuta, rise ironicamente e mi guardò.
"Ringrazia che ho la principessina appoggiata su di me." Aggiunse. Io alzai il capo e lo guardai male, guardando il suo sorriso tornando poi a soffermarmi sulle sue labbra.
"Comunque il fango ha fatto proprio un bel lavoro." Disse Dario, toccando la faccia tenera e morbida della ragazza al suo fianco che dormiva.
"Ti sento. E poi che hai da dire? Che la mia faccia faceva schifo?"
"No, che in faccia avevi la pelle piena di rughe ed era ruvidissima, invece ora no." Li guardai e risi. Una suoneria collettiva fece zittire tutto il van.
"È uscito il video!" Dissero in coro i sei ragazzi.
"Che video?"
"Il backstage dove ci sei tu." Batté Tonno, guardandomi.
"Ti avevo detto di non metterlo."
"Ed invece." Sorrisi e raggiunsi youtube, guardando il video.
"L'amore della valle spaziale." Sussurrai io, guardando poi la copertina del video, dove c'eravamo io e Cesare che ci baciavamo. Aprii il video che incominciò con i tre ragazzi seduti sul set con le corrispettive fidanzate.
"Ma perché avete messo questa scena?"
"Perché tutti ci chiedevano di te e di Cesare, visto che non vi vedevano più insieme ormai da qualche mese." Non dissi nulla e continuai a guardare il video, fin quando non mi vidi cadere.
"Dio che caduta del cazzo." Praticamente tutto il discorso che avevamo fatto io, Cesare e Dario era stata censurata per tutte le parolacce che avevamo detto.
"Però così togliete il divertimento!"
"Noi siamo Family Friend." Disse Nelson alla guida. Finalmente arrivammo a Bologna, Nelson accompagnò uno per uno, noi fummo gli ultimi.
"Ci vediamo domani." Salutammo gli ultimi due rimasti e salimmo a casa.
"Non ti preoccupare, porto io Chewbe, tu va a letto." Gli stampai un bacio sulle labbra e presi il guinzaglio raggiungendo la porta.
"Sei una donna da sposare." Portai le cuffie alle orecchie e scesi il cane, rilassandomi nonostante l'aria fredda gelida di Febbraio. A proposito di Febbraio, mancava poco e saremo partiti per l'Islanda! Questo viaggio, per fortuna, potevamo godercelo io e Cesare, sperando che non potesse succedere nient'altro. Appena salii a casa, sentii il ragazzo parlare al telefono.
"Non me ne frega un cazzo. Ho chiuso." Disse, chiudendo la chiamata. Raggiunsi la camera da letto e lo vidi buttare il telefono a terra buttandosi poi sul letto massaggiandosi le tempie.
"Va tutto bene?"
"È quella rompicoglioni." Mi misi sopra di lui e misi le mie mani sul suo petto nudo. Tolse le mani dalla sua faccia e mi guardò, sorridendo.
"Che c'è?" Lo guardai e risi, mordicchiandomi il labbro.
"Niente, pensavo a quanto io sia stato una testa di cazzo. Lei mi assillava ininterrottamente mentre tu mi hai lasciato i miei spazi per pensare e, anche se tu stavi una merda, hai preferito vedermi felice e farmi riflettere, questo è stato anche un altro motivo per cui l'ho lasciata."
"Quindi potresti eliminare il contatto o meglio, bloccarlo, visto che sta continuando a chiamare."
"Hai ragione, scusa." Mise il silenzioso al telefono e si appoggiò sui gomiti, guardandomi.
"Quanto sono coglione."
"Ora siamo qui, insieme. Chi se ne frega del passato? Abbiamo sbagliato entrambi, più di una volta. Ma il destino ci ha voluto insieme, ancora."
"Non è stato solo grazie al destino, ma anche grazie a te. Se tu non fossi venuta in quello studio non ti avrei mai conosciuto ed adesso non ci conosceremmo ancora."
"Già, e credo che io nonostante tutto sarei ancora a casa di Nelson a deprimermi." Lui mi guardò e rise, incominciando a baciarmi.
"Andiamo a dormire, mi scoppia la testa." Entrammo nel letto e raggiunsi il suo petto, sentendo il suo battito cardiaco.
"Pensi che lei sia fiera di me?"
"Chi? Tua madre?" Lo guardai ed annui, lui sorrise.
"Ma certo che lo è. Guardati, sei come una fenice te."
"Ma che dici?" Risi, mordicchiandomi il labbro.
"Sì, come quella di Silente, hai presente? Colei che rinasce grazie alle sue stesse ceneri. Tu sei quello che sei grazie agli errori che hai commesso, grazie all'assenza delle persone che potevano essere più importanti per te. Tu sei questo." Gli stampai un bacio sulle labbra e lo vidi con gli occhi chiusi sorridere.
"Grazie, davvero."

In Your Eyes||Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora