Capitolo 24

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"A sto punto perché non partiamo e andiamo a Courmayeur?" Optai, guardando gli altri. Federica, ovviamente, non approvava.
Lei ha sempre amato l'estate e non l'avrebbe lasciata andare per nessuna ragione al mondo, visto che il suo compleanno viene in estate.
"Tutti d'accordo allora?" Chiese Dario. Tutti quanti annuirono, e Dario cercò.
"Ma parliamo di capodanno o santo Stefano? Perché a santo Stefano è tutto occupato. A Capodanno invece sembra essere libero."
"Andiamo a capodanno allora." Batté Cesare, cercando l'approvazione negli occhi di tutti.
"Bene, allora prenoto."
"E capodanno è andato, Santo Stefano?" Chiese Frank.
"Che palle però eh!" Urlò Nelson. "Andiamo a fare le troie, va bene?"
"Possiamo anche non fare qualcosa di molto importante."
"Ragazzi, a Bologna non potremmo fare nient'altro se non stare in casa." Disse Dario, guardandoci.
"Già, fa freddo per andare in giro."
"Quindi staremo a casa di...?"
"Mia!" disse Nic, guardandoci. "Sapete che io ho casa grande. Tra l'altro i miei non ci saranno che andranno a casa di mio zio, quindi possiamo fare così."
"Aggiudicato?" Tutti quanti annuimmo.
Il natale, in realtà, arrivò in fretta, e l'ansia si fece strada dentro di me. A Nelson regalai un paio di scarpe che voleva, rompeva le palle per averle, ma costavano così tanto che infatti fu il regalo da parte mia e di Cesare. Quest'ultimo mi regalò dei charm per il braccialetto pandora che mi regalò Fede, ed io gli regalai un orologio.
"Non ti puoi preoccupare. Andrai benissimo."
"Quando vado in ansia faccio delle figure di merda che non immagini."
"Ci saremo io e Nelson, ricordati." Mi disse, dandomi un bacio sulle labbra. Cesare aveva una camicia nera ed un jeans chiaro, mentre Nelson aveva una camicia bianca e un pantalone nero, ed io optai per una gonna rossa, ed un camicetta bianca in dentro, da sotto le mie amatissime dr. Martins. Il trucco era molto leggero, non volevo esagerare per non dare nell'occhio, un po' di matita, mascara e rossetto, al blush ci avrebbe pensato il freddo.
"Stai bene, smettila di guardarti allo specchio."
"Ho l'ansia!" Dissi saltellando su di me.
"Non devi averne! Ci siamo noi!"
"Lo so!" Ci mettemmo il giubbotto e raggiungemmo la macchina di Cesare per raggiungere la loro famiglia. Cesare mi presentò a tutti e mi sembravano molto simpatici, a dire il vero.
"Non avere paura, non mordo mica." Io arrossi e risi.
"Che tenera!" Disse la sorella di Cesare, Carolina. Carolina e Claudio, i suoi fratelli, presero subito confidenza con me, e non ne potevo essere più felice.
"Mi raccomando, stai attenta a lui, che con la testa..." Disse Carolina, guardandomi.
"Io sono a due passi da voi." Aggiunse Cesare, appoggiando un braccio sulla mia spalla.
"Siete carini." Disse invece il fratello, facendoci arrossire. "Che cosa vi siete regalati?"
"Lei mi ha regalato questo!" Aggiunse entusiasto, mostrando l'orologio orgoglioso.
"E tu a lei?"
"I charm di questo braccialetto." Dissi, sorridendo.
Il pranzò passò molto in fretta, a dire la verità, fu molto divertente e sereno, la loro famiglia era molto comprensiva e non pensò minimamente ai genitori miei e di Nelson, non ci fece per nulla caso, e questa cosa mi fece rilassare molto di più.
"Ho mangiato tanto." Disse Nelson, slacciandosi la cintura.
"Gli altri stanno a casa di Dario, andiamo?"
"Sì dai, tanto non abbiamo niente da fare." Batté Cesare, deviando per andare da lui. Erano ancora le cinque, e avevamo ancora una serata da passare. Cesare mise una mano sul mio dentro coscia, andando un po' giù, raggiungendo quasi il linguine, tornando poi su.
"Odio fare da terzo in comodo." Cesare si girò e sorrise, tornando poi a mettere la mano sulla mia coscia. Arrivammo finalmente a casa di Dario ed entrammo, salutando tutti gli altri e sedendoci per giocare a carte.
"Purtroppo non ci sono tante sedie, ce ne sono solamente due."
"Si metterà in braccio." Disse Cesare, allontanandosi un po' dal tavolo per farmi mettere su di lui.
"Amore fai piano se non vuoi che si svegli." Lo guardai e sorrisi, dandogli un bacio sulle labbra.
"Nelson, a proposito, Beatrice?"
"Domattina prenderà il treno."
"Uh uh, e rimarrà permanentemente qui?"
"Sì, credo di sì."
"Finalmente un'altra ragazza in comitiva."
"A proposito, Beatrice non può portare un'altra ragazza?" Chiese Nic.
"Anche due." Disse Tonno, guardandolo.
"Ma io che ne so scusate eh." Aggiunse Nelson. "Vogliamo giocare?"
"Io e Giò giochiamo insieme."
"Vai! Ecco chi ci ruberà tutti i soldi!" Disse Frank, facendoci ridere.
"Non possiamo giocare divisi, o Cesare mi saboterà" Battei io, guardando Dario di fronte a me.
"Proviamo. Facciamo questa partita al morto, se Cesare ti guarda le carte, rifacciamo tutto daccapo."
"Come volete." Facemmo una partita al morto, e Cesare ebbe un asso che partì da Frank, ma quando arrivò a me, si bloccò.
"Tu sei fortunata nel gioco, quindi mi blocco e preferisco perdere." Sorrisi e lo baciai.
Gli unici rimasti eravamo io, Cesare, Frank e Tonno. Era Cesare il cartario.
"Ricordati che puoi usare il mazzo eh." Disse Tonno, guardandoci.
"Ah, avevo capito il cazzo."
"Vabbè quello usi sempre." Batté Frank, facendoci ridere.
"Speriamo che lo usi bene almeno."
"Dovete sentire le urla di quella lì." Aggiunse Nelson, facendomi imbarazzare.
"Sei proprio uno stronzo. Per fortuna che possiamo scopare in pace a casa mia ora." Nelson rise ed io lo guardai.
"Quando meno te lo aspetti." Gli gesticolai io, aspettando che Cesare decidesse cosa fare.
"Alla decima."
"Perché proprio la decima?"
"È il giorno in cui ci siamo messi insieme io e lei." E non appena pescò la decima carta, uscì il re, facendo pagare a Frank, che aveva la carta più bassa. Frank era morto, e il cerchio si restringeva sempre di più.
"Che ti avevo detto io?" Disse Cesare, incassando tutti i soldi che avevo vinto.
"Ma perché gli prende lui?"
"Perché io non ho il portafogli." Aggiunsi, guardando Nic che mi fece la domanda .
"Si ma poi li prendi, giusto?" Chiese Dario, allontanandosi dalle labbra di Federica per guardarmi.
"Certo." Guardai Cesare che mi fece l'occhiolino e lo baciai.
"Vediamo un film?" Gli altri incominciarono a correre per raggiungere il divano mentre noi caminammo con tutta calma tanto sapevamo benissimo che alla fine avremo preso la poltrona.ci mettemmo su di essi e, ovviamente io in braccio.
Mi misi sulle sue gambe, ma di fianco così da poter mettere le gambe sul bracciolo e in modo da poter far vedere a Cesare il film.
"Ma ti verrà una lordosi a vederlo così."
"E chi ti ha detto che lo voglio vedere?" Dissi, appoggiando poi la testa sulla spalla di Cesare, lasciandogli dei baci piccoli e teneri sul collo. Sentii la sua mano strisciare dalla mia coscia al mio culo, mentre lo vidi mordersi il labbro.
Lui abbassò la testa e mi guardò.
"Dammi un bacio." Sussurrò, facendomi alzare la testa per dargli un bacio al stampo.
"E si danno così i baci?" Era a due millimetri dal mio volto che mi sorrideva. Mise una mano sul mio volto e mi avvicinò a sé, incominciandomi a baciare con passione.
Ho avuto così tanta paura di perderlo. In realtà, durante tutta la serata, facemmo tutt'altro che vedere il film, ci baciammo, ci coccolammo e parlammo, ridendo anche.
"Che stanno facendo gli altri?" Chiese. Mi voltai verso gli altri e vidi Federica dormire sulla spalla di Dario e gli altri che guardavano con molto interesse, a quanto sembrava, il film.
"Stanno vedendo il film." Mi appoggiai su di lui e mi coccolai respirando il suo profumo.
"Vuoi dormire?" Annuì e chiusi gli occhi, rilassandomi. La mano di Cesare strisciava sulle mie gambe cercando di riscaldarmi.
"Ci passate una coperta?" Chiese, e quando la ebbe ce la mise addosso. Mi stampò un bacio sulla fronte ed io sorrisi.
"Amore, andiamo a casa." Mi svegliò Cesare. Aprii gli occhi e avevo la luce proprio su di essi. Tutti erano accanto a noi già imbacuccati per uscire.
Ci vestimmo e raggiungemmo la macchina, mentre io trovavo una posizione comoda per riaddormentarmi. Accompagnammo Nelson e andammo a casa. In ascensore, appoggiai la testa sul petto di Cesare cercando di dormire. Lui mi abbracciò e mi lasciò un bacio fra i capelli.
Aprì la porta e mi tolse il giubbotto, il cappello e la sciarpa, prendendomi in braccio portandomi sul letto, spogliandomi. Mi mise una sua felpa e mi mise sotto le coperte, dandomi un bacio sulla fronte e raggiunse il bagno.
Si mise anche lui sul letto e mi abbracciò.
"Sei congelato."
"Ora mi riscaldo, non preoccuparti." Mi sorrise, e chiuse gli occhi addormentandosi.
"Amore, devi svegliarti." Batté Cesare, scuotendomi un po'. "Dobbiamo andare da Nic e siamo in netto ritardo, dobbiamo anche passare da..."
Ed una chiamata lo bloccò.
"Sì, Nelson. Stiamo arrivando, stiamo proprio ora in ascensore." Aprii gli occhi e lui era già pronto. Mi alzai e raggiunsi il bagno per prepararmi.
In realtà, presi le prime robe che mi capitavano, ero in ritardo e non avevo molto tempo per fare tutto quello che volevo. Infatti, mi lavai, mi vestii e mi misi il giubbotto.
"Voglio cambiare casa." Disse lui, guardandomi.
"Perché?"
"Perché è troppo grande, ingestibile.Voglio una più piccola, così possiamo stare sempre vicini. Sei bellissima struccata comunque, non capisco perché tu ti debba truccare per forza."
"Amore le vedi queste occhiaie? Non spariscono mica da sole." Ci mettemmo in macchina e andammo a prendere Nelson e Beatrice, raggiungendo poi casa di Nic, che era sui colli bolognesi.
"Benvenuti nella mia umile dimora." Disse lui, sorridendo. "Alla buon ora comunque."
"Qualcuno qui si è addormentato di nuovo." Batté Nelson, indicandomi.
"Avevo sonno." Feci spallucce ed entrai, salutando gli altri raggiungendo poi il bagno per truccarmi.
"Che cambio radicale." Aggiunse Cesare, guardandomi. Sorrisi e lo baciai, guardandomi intorno.
"Volevamo fare la cioccolata calda siccome gli altri sono venuti alle dieci, come avevamo detto, ma visto che vi stavamo aspettando e siete venuti alle due, mangiamo direttamente."
"La posticipiamo a dopo." Ci mettemmo a tavola e facemmo il brindisi, incominciando a mangiare. Tutti quanti cercammo il più possibile, di fare più amicizia con Beatrice e farla sentire a suo agio.
"Giochiamo a carte?"
"E tu fai la cioccolata calda?" Chiese Nelson, prendendo le carte incominciando a mischiare.
"A che giochiamo? Morto?"
"No, Giorgia ruba i soldi." Batté Tonno, guardandomi.
"Comunque, devo dirti una cosa." Dissi, volgendo il mio sguardo a Cesare.
"Possiamo parlare qui o dobbiamo andare fuori?" Feci spallucce e mi alzai, prendendo la busta dalla borsa.
"Posso registrare?" Chiese Nelson, uscendo la videocamera. Io annuì e sorrisi.
"Cari ragazzi, come ben sapete, ho regalato un orologio a Cesare, che in realtà costa un occhio della testa, però sono felice per lui di annunciarvi che quello non era il mio unico regalo." Guardai Cesare che aveva gli occhi lucidi.
"Sei incinta?" Chiese, portando le mani alla bocca. Io indicai un "no" con la testa e lui sbuffò sollevato. "E allora che c'è? Ci siamo dati un budget io e te, e già tu l'hai superato, visto che sapevi che era quello che volevo."
"Quando ci siamo lasciati io e te, mi sono completamente dedicata a vedere video di Space Valley e i singoli di Nelson dove ci sei tu. Così, giusto per vederti felice e sorridente."
"E allora? Che hai visto?" Batté Nelson. In realtà Nelson sapeva bene di cosa parlavo, lo sapevano tutti, perché pure loro sarebbero venuti con noi.
"Forse ho capito che cosa hai visto."
"Cosa?"
"Hai visto il video dove dicevo a Nelson che volevo andare a vivere in Svizzera tipo e quindi hai comprato una casa per noi." Lo guardai e risi.
"Il video è quello, ma non ho preso una casa in Svizzera"
"No! ci ho sperato!" Disse, aggiustandosi i capelli totalmente imbarazzo. Mi faceva tenerezza, mi faceva sorridere, mi faceva stare bene solamente con uno sguardo o con un sorriso.
"Io ho capito che cosa è!" Aggiunse Nelson, guardandomi.
"Cesare, se vuoi, ci arrivi col cervello."
"Ma io che ne so! Quel video lo abbiamo fatto in estate dello scorso anno, cioè. Non mi ricordo che cosa abbiamo mangiato ieri a pranzo, devo ricordarmi cosa ho detto in quel video!"
"Allora ti do un indizio. Nel video hai detto che volevi visitare un posto..."
"Stai scherzando? Dimmi che non hai speso due stipendi per prendere due biglietti per l'Islanda."
"Tu prendilo piuttosto come regalo di perdono per quello che abbiamo passato quattro settimane fa." Lui si alzò dalla sedia e mi raggiunse, abbracciandomi forte.
"Hai preso i biglietti per l'Islanda, davvero?" Annuì e li passai la piccola busta con i biglietti.
"Partiamo per l'Islanda ragazzi!" Batté Cesare, uscendo i biglietti urlando e saltellando.
"Ma tu hai pagato i biglietti di tutti?" Chiese il moro al mio fianco, guardandomi.

In Your Eyes||Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora