Capitolo 40

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Salutammo per l'ultima volta l'hotel bellissimo che ci accolse per ben tre giorni e ci dirigemmo alla metropolitana per andare in aeroporto. Stranamente, dopo tutte quelle volte che avevamo preso la metropolitana, solo quella volta siamo riusciti a sederci tutti e pure vicini.
"Sei contento Cesi?" Chiese Nelson, uscendo dall'aereo.
"Molto, spero di passare altre vacanze del genere con voi."
"Sperando di non passare tutte le cose che abbiamo passato qui."
"Beh, qui abbiamo lasciato metà di noi, in soli tre giorni."
"La parte peggiore, a dire il vero." Disse Beatrice, toccando la pancia scrutando Nelson.
"Almeno l'abbiamo lasciata qui." Aggiunsi io, guardandola.
"Non berremo mai più, vero?" Chiese Nic. Tutti quanti ci adocchiammo ed annuimmo, ridendo. Uscimmo dall'aeroporto ed aspettammo del van, tornando finalmente a casa.
"Io vado a prendere Chewbe, vuoi venire da me?"
"Dov'è?"
"È dai miei." Lo guardai.
"Sì, preferivo che non lo tenesse lei."
"Giuramelo."
"Te lo giuro." Disse, guardandomi.
"D'accordo vai, io rimango a disfare le valigie."
"Va bene, ti amo." Mi stampò un bacio sulle labbra e se ne andò.
"Aspetta, prima che tu te ne vada, perché non porti già i souvenir che gli hai preso?"
"Sì, hai ragione." Aprì la sua valigia e tolse cautamente le sue robe, prendendo poi i regali ed andandosene. Io feci la stessa cosa, mettendo anche in ordine camera mia. Fra i regali che avevo preso, vidi l'orsacchiotto che presi da portare alla tomba di mia madre, così decisi di mettermi in macchina e raggiungerla.
Non appena entrai nel cimitero, venni accolta da una strana sensazione: era un miscuglio di tristezza, ansia ed anche un po' di rabbia. C'erano poche persone, ma quelle poche che c'erano, stavano provando lo stesso sentimento che avevo io. La tristezza di aver perso una persona cara, l'ansia di sapere come stesse e la rabbia di essersene andata via fin troppo presto. Quando vidi la tomba di mia madre, il mio cuore si crepò ancora una volta. Vidi la sua foto sorridente e sorrisi anche io, mentre con la manica della felpa mi tolsi la lacrima. Appoggiai il peluche fra i tanti fiori che coprivano l'intera lastra, ed incominciai a parlare.
"Spero che tu stia molto meglio, mamma. Mi manchi tanto, vorrei tanto passare i bei momenti che avevamo passati insieme, ma ricapiteranno presto mh? Ti voglio bene."
Rimasi qualche altro minuto a piangere la morte di mia madre e tornai a casa. Non appena aprii la porta fui accolta da Chewbe, che abbracciai forte.
"I miei mi hanno detto che ogni volta che sentiva la porta aprirsi veniva a cercarci e, quando capiva che non eravamo noi, tornava nella sua cuccia. Hanno apprezzato i regali che abbiamo fatto. Ho dato il tuo numero a Carolina, ti dispiace?"
"No, tranquillo." Baciai Chewbe e raggiunsi Cesare in soggiorno.
"Dove sei stata?"
"Al cimitero, sono passata da mamma."
"Se mi aspettavi venivo con te." Mi sedetti vicino a lui e mi stampò un bacio sulle labbra, tornando poi a vedere Vikings.
"Non fa nulla."
"Visto la bella giornata, io e Tonno pensavamo di portare Chewbe e Bilbo sui colli, forse viene anche Nelson, tu ci sei?"
"Sì, perché no."
"Hai fame, vuoi che prepari qualcosa?"
"No, non ho molta fame, e tu?"
"Ho voglia di pop corn." Disse, sorridendomi.
"Te li faccio, tanto non l'ho mai vista."
"Ma come no? allora la ricominciamo!"
"Dovevamo vedere vis a vis insieme io e te."
"Ma io l'ho finita." Spalancai gli occhi e lo guardai malissimo.
"Ma dai sei serio? Hai finito una serie tv senza di me?"
"Beh, ci eravamo lasciati. È stata dura per me, ma l'ho finita."
"Il più grande tradimento che tu potessi fare." Portai una mano al cuore ironicamente e lui mi sorrise. Mi diede un bacio e mi alzai, andando a fare i pop corn.
"Sei la migliore." Disse, mangiandone un paio.
"Lo so." Appoggiò un braccio sulla mia spalla e continuò a guardare la serie tv, mentre io giocai con Chewbe.
Ci preparammo ed andammo a prendere Nelson che, come al solito, fece ritardo. Tonno era già lì, così decidemmo di uscire i due cani per fargli fare amicizia.
"Il solito bulbo." Disse Francesco, guardandoci. "Per fortuna che Chewbe non è come lui o lo avrebbe già azzannato."
"O direttamente ammazzato." Aggiunse Cesare, guardando Chewbe. Sentimmo Nelson uscire dal portone e ci rimettemmo in macchina.
"Ciao Cesi, ciao Giò."
"Ciao Nelson." Dicemmo in coro io e lui, girando la testa guardando Nelson con la sua solita telecamera che registrava.
"Da quanto tempo!" Batté, guardandoci. Lo guardai e risi, prima di mettere play alla playlist canticchiando qualche canzone.
"Beh, stranamente oggi è una bella giornata." Dissi, alzando la testa.
"Diciamo, ci sono delle nuvolone minacciose."
"Già. Credo che non staremo molto." Arrivammo al parcheggio ed incominciammo a salire le scale.
"Ma che buon odore!" Urlò Tonno, girandosi. Lui stava avanti e ci fece da cicerone. Ci disse che sapeva un bel posto dove lasciar liberi i cani, senza persone.
"Già, qui stanno tutti con la brace." Disse Nelson, continuando a registrare.
Arrivammo in uno spiazzale pieno d'erba e molto meno affollato, e Cesare decise di lasciare Chewbe, incominciando a giocarci. Bilbo, invece, quando gli fu staccato il guinzaglio, rincorreva l'altro cane ringhiandogli contro, così il suo padrone decise di rimettere il guinzaglio.
"Sta incominciando a piovere." Nelson era il solito guastafeste. Lui non sapeva che fare e così rompeva le palle a noi, che giocavamo tranquillamente con i cani.
Cesare mi passò la palla e si sedette vicino a mio fratello, ed io decisi di giocare con Chewbe.
"Liberalo." Dissi, guardando Tonno.
"Sei sicura?"
"Fallo, Chewbe sta fissando solamente il pallone." Francesco mi ascoltò e slegò il suo cane, intanto che io diedi un calcio alla palla per farlo portare da Chewbe.
"Bilbo, seduto." Bilbo invece si stese, facendo ridere tutti.
"Eh vabbè, rimani così straccato, non ti preoccupare."
Non appena incominciò a piovere un po' più forte, stabilimmo di andarcene.
"Ciao Bilbo antipatico." Dissi, accarezzandolo un'ultima volta. Salutammo Francesco e ci mettemmo in macchina, accompagnando Nelson e poi tornando a casa.
"Ah cazzo." Batté Cesare steso sul divano col telefono.
"Che?"
"Domani devo andare a Milano con Nelson, ci hanno invitato ad una inaugurazione."
"E quindi?"
"Non staremo insieme."
"Non importa." Gli stampai un bacio sulle labbra.
"Vado a letto, vieni?" Lui annuì e spense la tv e la luce, raggiungendomi. Mi prese in braccio a mo di sposa ed io sorrisi.
"Perché?" Chiesi, ridendo.
"Perché ho voglia." Ci mettemmo nel letto e ci addormentammo.

"Buongiorno." Dissi, girandomi verso la parte di Cesare, ma quest'ultimo non c'era. Mi ricordai successivamente che aveva un treno da prendere. Presi il telefono e lessi il suo messaggio.

Cesare:
Buongiorno amore, non volevo svegliarti.
Siamo appena arrivati a Milano, ci sentiamo dopo?
Svegliaaaaaa.
Ti amo.

Giorgia:
Buongiorno anche a te.
A che ora tornate?

Cesare:
Alla buon'ora te.
Domattina :(
Dormirò con Nelson e non con te.
Tu che fai oggi?

Giorgia:
Credo che inviterò Bea a dormire qui oggi, così ci facciamo un po' di compagnia.
Poi credo di portare di nuovo Chewbe sui colli, ho bisogno di rilassarmi.

Cesare:
D'accordo, ora devo andare.
Ti amo, a dopo.

Giorgia:
Ti amo anche io.

Inviai un messaggio a Bea e mi rispose dicendomi che si sarebbe preparata e che mi avrebbe aspettato, saremmo andate insieme con Chewbe e fare un giro.
Mi preparai mettendomi un maglione corto rosa ed un jeans con uno strappo alle ginocchia nero, con le mie amatissime dr. Martins. I capelli erano raccolti in una crocchia disordinata e non mi truccai, mettendomi direttamente gli occhiali da sole.
"Chewbe! Andiamo a fare un giro?" Chiesi, prendendo il guinzaglio. Lui, come al suo solito, fece il giro della casa abbaiando e mi raggiunse. Lo misi in macchina e mi dirisi da Bea.
"Buongiorno bella." Mi stampò un bacio sulla guancia e si mise la cintura.
"Allora? Come va la gravidanza?"
"Bene, abbiamo accettato entrambi la cosa e non vediamo l'ora che nasca. Se vuoi, abbiamo deciso di usare la tua camera per lui."
"O lei." La guardai maliziosamente. Lei mi guardò e sorrise. Attaccò il telefono alla macchina mettendo della musica.
"E i tuoi lo sanno?"
"No, ne parleremo la settimana prossima con entrambi. Cesare ti ha detto che dopodomani partiranno per il trentino? Poi andranno in Germania." La guardai, cercando l'ironia nei suoi occhi, quando capii che era seria, guardai la strada.
"No, non me l'ha detto."
"Te lo dirà. Si sono organizzati proprio questa mattina. A proposito, hai fatto colazione? Passiamo a prendere un caffè?" Annuì e mi fermai al primo bar che trovammo.
"Mi dispiace di avertelo detto io." Disse, facendo uscire Chewbe passandomi il guinzaglio.
"Non ti preoccupare, me lo dirà, credo." Ci mettemmo al posto del pomeriggio precedente. Bea prese un telo e si stese su di esso, mettendo la cassa ascoltando della musica, mentre io giocavo beatamente col cane.
Il sole, nonostante l'aria fredda di inizio Marzo, ci riscaldava.
"Ti ha detto che tornano domattina?"
"Sì, pensavo che se volessi, potevi dormire da me."
"Certo, va benissimo."

"E con te come dentro a una giostra
La gente ci guarda e non importa
Siamo un disegno appeso ad una porta
Ma te solo tu mi dai questa forza
Potrei correre senza sosta
Siamo il quadro più bello della mostra io e te."

"Sai, dovremmo venire qui più spesso." Mi sedetti vicino a Bea osservando Chewbe raccogliere la palla e portarmela.
"Sì, anche perché fra un po' incomincia la primavera."
"È la stagione che mi piace di più sai?"

In Your Eyes||Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora