Quando arrivammo in studio, Tonno ci chiese:
"Ma eravate voi con la musica a tutto volume ad ascoltare Tiziano Ferro?" io e il ragazzo occhialuto vicino a me ci lanciammo uno sguardo complice rincominciando di nuovo a cantare a squarciagola, e pian piano, tutti intonarono le parole con noi. Cesare, di fatti, mise la sua mano sul mio fianco avvicinandomi a se, continuando a cantare. Il suo contatto mi bloccò totalmente, come un'anestesia. Ci guardammo per minuti che sembravano interminabili, poi continuammo a cantare insieme agli altri. Credo che sia stato il momento più bello e divertente della mia vita. Lì, tutti insieme, nonostante mi conoscessero da poco, mi avevano fatto entrare nel gruppo perfettamente, come se li avessi conosciuti già nella mia infanzia ed adesso ci fossimo ritrovati.
"Pronti a registrare?"
"Sì." Dopo avermi spiegato di che cosa trattasse il video, Cesare e Nelson incominciarono a registrare. Dovevano truccarsi e mi chiesero una mia mano, essendo l'unica ragazza presente, ma preferii non dire nulla per non rovinare il divertimento.
"Con quale schema dobbiamo usarlo?" mi chiese Tonno, guardandomi.
"Non lo dico, vediamo se lo mettete bene." Noi dietro le quinte, facemmo tante risate a vedere loro due truccarsi, perché dopo che avevano iniziato a registrare, spiegai a quelli vicino a me, cosa dovevano fare con gli oggetti e a cosa servissero, così che Nelson e Cesare non avrebbero mai saputo come utilizzarli. In realtà furono molto bravi, oltre al fatto che Cesare aveva usato l'ombretto per fare una maschera per gli occhi. Nelson sembrava fosse più bravo di me a fare la linea di eyeliner. Dopo aver finito, mi preparai con le salviettine.
"Il destino ci vuole davvero insieme allora."
"Già, te ne sei convinto allora?"
"Sì, mi sono convinto pure che tu sei chiaroveggente." Disse, ridendo.
"Non sei molto serio vedendoti così."
"Sono carina, vero?" Si girò verso gli altri facendo delle pose e risero. Stranamente Nelson si era già struccato ed era già al computer, insieme a tutti gli altri. Cesare, invece, prese la mia mano e mi portò sul divano, facendomi sedere.
"Mi strucchi?"
"Così è scomodo. Alzati." Mi alzai e presi le salviettine struccanti, togliendoli prima di tutto il fondotinta sulla barba, poi su tutto il volto.
"Fidati, questa moda non esisterà mai nel 2017." Dissi, ridendo. Il suo viso tornò al suo colorito normale, mentre pregai di farlo sedere, chiudere gli occhi e starsi zitto, per togliergli l'ombretto e l'eyeliner. Mi piegai volgendomi di più verso di lui da riuscire a vedere bene, ma lui non faceva altro che aprire gli occhi e guardarmi.
"Cesi, chiudi!" urlai esausta. Lui indicò un "no" con la testa ridendo e portando le braccia al petto. Mi sedetti sulle sue gambe e gli bloccai gli occhi, struccandoli. Mi guardò un po' meravigliato ma poi mi sorrise.
"Non si fa così!" disse, facendo il broncio.
"Vuoi essere struccato o vuoi sembrare una puttana per tutto il tempo?" lui fece il broncio e mi guardò negli occhi.
"Che c'è?" Dissi, dopo infiniti minuti di silenzio dove lui sembrava guardarmi tutta.
"Sei bella." Aggiunse, di punto in bianco. Sentivo le sue mani calde sopra al tessuto dei jeans leggero e a vita alta, erano sui miei fianchi, e quel tocco mi fece un po' rabbrividire.
"Grazie." Sorrisi sentendo il mio viso diventando sempre più rosso.
"Non ti si può far un complimento a te eh!" Mi alzò il viso con la mano guardandomi negli occhi, ed io indicai un "no" con la testa.
"Beh, accettali i complimenti, perché prima o poi diventeranno sempre di più."
"Certo!" dissi, ridendo. Io mi alzai e raggiunsi il bagno per buttare nel cestino le salviettine piene zeppe di trucco, e sentivo Cesare che parlava con Nels. Mi lavai le mani e mi guardai allo specchio, tornando poi dagli altri.
"Stavo pensando." Il moro mi raggiunse appoggiando il suo solito braccio sulla spalliera. Ero al telefono e stavo parlando con la mia migliore amica di lui, lei purtroppo era di Milano, ma pensava di trasferirsi qui, per me. Quando lo vidi avvicinarsi a me spensi lo schermo per non fargli vedere che stavo parlando di lui, o mi sarei imbarazzata ancora di più.
"Se ti invito a cena, verresti?" lo guardai e risi.
"Non lo so, provaci."
"Vuoi venire a cena con me?" chiese, sorridendo.
"Mh... devo vedere sull'agenda. Sono libera..."
"Sempre?" Aggiunse lui, ridendo.
"Sì." Lo guardai ridere e risi anche io. Il suo sorriso era talmente contagioso che faceva ridere pure una come me.
"Bene, allora ti accompagno a casa, per le nove ti passo a prendere, fatti trovare pronta, okay?"
"Dipende, come mi devo vestire?"
"Non è nulla di che, ma spero ti piacerà." Cesu si volse verso Nelson sorridendo e l'occhialuto gli fece l'occhiolino.
"Mh, sportiva o elegante?"
"Entrambe le cose, non importa. Andiamo?" prendemmo il giubbotto e salutammo tutti, raggiungendo la macchina.
"Lo sai che ora abbiamo fatto precisamente ventiquattro ore insieme?"
"Domani forse pure quarantotto."
"Le ho prese le chiavi, non ti preoccupare." Lui sbuffò sonoramente.
"Meno male, o come avresti fatto a preparare?"
"Già, è vero." Cesare mise un po' di musica, mentre io come al solito misi la testa sul finestrino guardando fuori la macchina. Sentivo il suo sguardo consumarmi.
"Guarda avanti o ci farai uccidere." Ci ridacchiai su.
"Sì, signor capitano." Mi accompagnò al cancello di casa e sorrisi.
"Ci vediamo dopo." Gli diedi un bacio sulla guancia e raggiunsi il cancello e, quando lo chiusi, notai il ragazzo ancora guardarmi. Gli sorrisi ed entrai nel portone, raggiungendo casa mia.
Non appena entrai, corsi subito in camera decidendo cosa mettere. Decisi, infatti, di mettermi un body nero, non molto scollato ma semplice, senza scritte e senza niente, a maniche lunghe, con una gonna bordeaux abbastanza larga, e degli anfibi col tacco. I capelli li avevo aggiustati e ripassati con la piastra per ripassare il boccolo, il trucco lo avevo leggermente appesantito mettendo un filo di eyeliner e quando lo presi, pensai alla challenge che avevano fatto qualche ora prima i due ragazzi e sorrisi.
Arrivarono le nove e decisi di prendere la borsa e di riempirla di cose importanti, come il rossetto, il profumo, le gomme, le chiavi di casa ed il telefono, prendendo poi il giubbotto a jeans. Scesi di casa e vidi la macchina di Cesare parcheggiata di fronte al cancello. Quando mi vide, non fece altro che sorridere. Aprii il cancello ed incominciò a parlare.
"Nove e cinque. Hai fatto tardi ma sei bellissima quindi sto zitto."
"Grazie per il complimento." Dissi, arrossendo. "Dove mi porti?"
"Uh, sorpresa." Lui si girò verso di me e sorrise, prima di continuare a guardare la strada. Accese la radio e mi accoccolai alle note di Billie Eilish- i love you, continuando a guardare il ragazzo che guidava. La camicia bianca arrotolata quasi fino all'avambraccio fece vedere il suo braccio forzuto, che manteneva il manubrio tranquillamente. Sul petto, invece, era ben aderente e faceva vedere molto bene i suoi pettorali con le ombre delle luci, ma credo che con una luce permanente non si sarebbero visti così bene. I jeans sembravano essere chiari ed attillati.
"So che sono bellissimo, ma non guardarmi troppo o mi consumi."
"Forse hai ragione, poi non posso guardarti meglio alla luce."
"Esatto."
Guardai il suo profilo, ricordandomi la prima volta che l'ho visto, precisamente quando vedemmo il film. Le luci molto scure dei lampioni mi fecero intuire che non era in centro, e avevo capito dove mi stava portando, forse. Era un ristorante sui colli bolognesi, la mia famiglia mi portò lì per festeggiare la mia laurea. Ma non mi persi a pensare a questo, mi concentrai a guardare Cesare guidare. Era una cosa davvero... indescrivibile. La parola giusta è questa. Il suo modo di essere seduto, il braccio sinistro appoggiato alla fine del finestrino e le sue dita sulle labbra pensando a chissà che cosa, e l'altro braccio che controllava il manubrio, era bellissimo, sul serio. L'avrei baciato all'istante. Lo vidi pormi qualche sguardo e continuai a guardare davanti a me, decifrando la meta.
Appoggiai la mia mano sulla sua, sul cambio delle marcie, e dopo che la misi, sentii il suo sguardo su di me. Le nostre dita si incrociarono. In quel preciso istante in cui le dita si incrociarono per bene, sentii una scossa percorrermi tutto il braccio. Lui mi guardò e mi sorrise, non dicendo nulla.
"Che c'è? non vuoi?"
"Scherzi? Aspettavo che lo facessi." Io sorrisi guardandolo, per poi continuare a guardare di fronte a me. Mentre aspettammo che scattò il verde del semaforo, lui mi prese la mano e me la baciò, lasciandomi un bacio tenero ed umido. Quando la rimise sul cambio per partire, sentivo ancora le sue labbra su di esse, come se fossero ancora lì, come se non si fossero mai staccate da me.
"Posso farti una domanda?" Chiesi, guardandolo.
"Tutto quello che vuoi"
"Non ti sembra troppo presto? Insomma, due giorni che ci conosciamo e abbiamo già dormito insieme, la nostra uscita è dopo un giorno che ci consociamo e già ci prendiamo per mano."
"Non vedo quale sia il problema. Insomma, sei una bella ragazza, vorrei conoscerti e penso che la stessa cosa vale per te. Se abbiamo dormito insieme non è stata per colpa nostra ma di tuo fratello, e se ci prendiamo per mano, beh... Non ci vedo nulla di male, ma se a te da fastidio..." Lui tolse la mano dalla mia, così che io potessi alzarla e metterla sulla mia gamba, ma in realtà non lo feci, anzi, ripresi la sua e la rimisi sulla mia.
"Non mi da fastidio, è solo che ho paura che per te sia così. Cioè insomma, affrettato o meno, il fatto che ci piacciamo non cambia, giusto?"
"Giusto. E comunque tranquilla, la penso esattamente come te."
Pochi minuti dopo quel discorso il ragazzo parcheggiò la macchina ed io mi guardai intorno. Non era il ristorante ove avevo fatto la laurea, ma mi piacque tantissimo.
Cesare uscì dalla macchina e venne ad aprirmi lo sportello, porgendomi la mano facendomi alzare.
"Grazie." Dissi, sorridendo. Lui chiuse lo sportello ed aprì quello di dietro, prendendo la sua giacca e mettendosela, abbottonando il primo bottone. Dio, il mondo ha bisogno di persone come lui.
Eravamo sul Colle Donato, davanti a noi c'era tantissima erba ed un sentiero fatto di pietre che ci portavano dentro questo ristorante che sembrava essere bellissimo.
"Ti piace?" lo guardai e sorrisi, mentre lo vidi appoggiare il suo braccio sul mio fianco, avvicinandomi a sé. Nonostante il tacco abbastanza alto, non riuscivo ad arrivare ancora al suo viso, il brutto di essere basse.
"È bellissimo." Entrammo e ci fecero sedere fuori, sotto uno dei capannoni, dove se ti giravi verso sinistra, vedevi tutta Bologna illuminata. Io non facevo altro che sorridere, nessuno mi aveva mai portato in un posto del genere, mi sentivo importante."Sono stata benissimo, grazie."
"Anche io sono stato bene." Eravamo in macchina, aveva appena parcheggiato fuori il cancello di casa mia ed erano appena scattate le due.
"Ci vediamo domani?" mi chiese, guardandomi.
"Certo, va bene." Sorrisi e porsi il ciuffo dietro l'orecchio. Gli diedi un bacio sulla guancia e raggiunsi il cancello, sorridendo di nuovo al ragazzo che in risposta mi fece l'occhiolino. Una volta essere arrivata al portone guardai il cancello e vidi Cesare partire, ed io salii.
"Allora? Com'è stato?" Nelson non appena mi vide chiudere la porta, mi raggiunse.
"Buonasera anche a te, fratellone."
"Com'è andata, sorellina?"
"Non hai detto che non volevi stare in mezzo?" chiesi, ridendo.
"Alle litigate, ma ora voglio sapere." Gli raccontai tutta la cena, era stata molto divertente, zero imbarazzo, sembrava che ci conoscessimo da una vita. Dopo la cena eravamo tornati a Bologna e abbiamo fatto un giro a piedi.
"Ci siamo presi per mano ed è stato bellissimo, Nelson. Mi sono sentita davvero bene con lui, vorrei che andasse bene tutto questo."
"Conosco entrambi e tutti e due avete avuto tante e brutte delusioni d'amore, secondo me andrà bene, forse litigherete molto spesso all'inizio, perché a volte siete testardi ed orgogliosi, però sì, andrà bene. Va a dormire, è tardi."
"E tu?" chiesi, abbracciandolo da dietro le spalle.
"Io rimango qui, finisco di vedere quest'episodio e poi vado a dormire. Buonanotte." Gli diedi un bacio sulla guancia e mi allontanai.
"Buonanotte Nel." Dissi io, raggiungendo il bagno, struccandomi e cambiandomi, buttandomi poi sul letto.
Cesare:
Sana e salva a casa?Giorgia:
Sì, ora sono nel letto. E tu? Arrivato?Cesare:
Sì, però penso alla bellissima giornata che ho passato con te. 😅Giorgia:
Sì, lo stavo pensando anch'io.Cesare:
Ne ho approfittato per portare giù Chewbe, che sente già la mancanza di te, proprio come me. 🙁Giorgia:
Mi mancate anche voi 🥰
Io sto andando a dormire, ci sentiamo domattina.
Buonanotte, a domani. ❤Cesare:
Buonanotte bellissima. ❤
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In Your Eyes||Cesare Cantelli
Fanfic"Aveva una felpa a zip grigia, una maglietta bianca e dei jeans chiari. Le braccia palestrate si intravedevano grazie all'aderenza della felpa; i suoi occhi erano sul verde, quasi tendente al marrone chiaro e grandi, i capelli sbarazzini e portati v...